Pochi giorni dopo il loro ritorno nel nord di Gaza, Israele sfolla nuovamente decine di famiglie palestinesi

Gaza – The New Arab. Solo pochi giorni dopo il ritorno alle loro case nella città di Beit Lahya, nel nord della Striscia di Gaza, decine di famiglie palestinesi sono state nuovamente sfollate con la forza dall’esercito israeliano.

I nuovi ordini militari israeliani sono arrivati con il pretesto che l’esercito sta per lanciare un pesante assalto a presunti siti militari appartenenti a Hamas, al Jihad islamico palestinese e ad altre fazioni armate locali.

Parlando separatamente con The New Arab, diversi residenti di Beit Lahya hanno espresso shock e sgomento per l’ordine dell’esercito israeliano di lasciare le loro case. Molti di loro non sanno dove andare.

Ancora una volta Hanadi Abu Nada, una donna palestinese di Beit Lahya, si è trovata, con i suoi cinque figli, in una corsa contro la morte mentre l’esercito israeliano apriva il fuoco indiscriminatamente e gli aerei da guerra colpivano continuamente il loro quartiere.

“Da quando è scoppiata questa guerra, sette mesi fa, non abbiamo mai visto un giorno buono […]. Abbiamo vissuto costantemente sotto pericolo e sotto pressione, scappando da un posto all’altro, senza molte speranze”, ha dichiarato a TNA la donna di 48 anni.

Per Abu Nadda, la cosa peggiore di questa nuova evacuazione forzata è tornare in una scuola sovraffollata vicino alla sua città, riparandosi e vivendo tra decine di migliaia di altri sfollati.

“Ho pregato molto per la fine di questa guerra”, ha detto emozionata.

Avichai Adraee, portavoce dell’esercito israeliano, ha affermato che le forze israeliane hanno informato i residenti della città di lasciare immediatamente le loro case perché la loro area era diventata “una pericolosa zona di combattimento”.

Gli sviluppi nella città di Beit Lahya arrivano dopo una battaglia tra la resistenza palestinese e forze israeliane avvenuta qualche giorno fa, secondo quanto riferito dagli abitanti del territorio.

“La guerra infinita tra l’esercito israeliano e la fazione armata distruggerà sicuramente il resto delle nostre proprietà”, ha dichiarato a TNA Salama al-Attar, un altro abitante di Beit Lahya.

Teme che il suo quartiere venga distrutto, aumentando “la perdita di ciò che resta delle nostre proprietà che avrebbero potuto aiutarci ad affrontare le difficili condizioni imposte alla nostra gente”, ha spiegato.

Secondo al-Attar, gli scontri tra l’esercito e i combattenti palestinesi sono stati intensi e continui.

“Sembra che Israele voglia porre fine alla nostra resistenza, ma i fatti sono completamente diversi. Crediamo che finché ci sarà occupazione sulla nostra terra, i nostri combattenti continueranno a lottare contro i soldati israeliani”, ha sottolineato.

L’esercito israeliano conduce una guerra su larga scala contro l’enclave costiera assediata dopo che le forze guidate da Hamas hanno attaccato le basi militari israeliane e le colonie civili all’interno ed intorno a Gaza il 7 ottobre. Circa 1.150 persone sono state uccise, tra cui soldati e comandanti israeliani, e circa 240 sono state fatte prigioniere a Gaza.

Da allora, l’attacco dell’esercito israeliano alla maggior parte dell’enclave costiera assediata ha ucciso almeno 34 mila palestinesi e ne ha feriti più di 77 mila, soprattutto donne, bambini e anziani.

Circa l’80% delle aree dell’enclave costiera assediata è stato distrutto dall’esercito israeliano, ha dichiarato l’ufficio media del governo palestinese in un comunicato stampa.

“L’occupazione israeliana sta deliberatamente aumentando la pressione militare sulla popolazione locale per costringerla a spopolare le proprie aree e a dirigersi verso le zone meridionali di Gaza, nel tentativo di raggiungere i propri obiettivi coloniali a Gaza”, ha aggiunto l’ufficio stampa.

Ha invitato la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché fermi immediatamente la sua guerra illegale.

Traduzione per InfoPal di F.L.

25/4/2024 https://www.infopal.it/

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