Potere al Popolo. Per me

cop lesgennaio2018

Potere al popolo è un grande impegno, da queste parti si dice “è na cosa seria” e quando si sceglie un nome simile, poi, è doveroso, obbligatorio attenersi al discorso, mantenere la promessa, quindi osare.

Allora, cari Compagni di sventura, bisogna finirla di adunarsi in posti chiave per i soliti, nei saloni della cgil, negli auditorium, nelle aule magne ecc ecc.

L’uomo che tira a campare, la gente di periferia, quella che ha smesso di votare annI fa, certi posti nemmeno li conosce. Potere al Popolo non può essere un nome di facciata, né una dimensione solita. Bisogna osare, uscire dal seminterrato, tornare nei posti dove manchiamo da sempre e non per retorica o progresso, ma perché il nostro popolo è da quelle parti. Torniamo nei rioni dove la vita non vale una lotta, nei posti dove un tempo contava la parola di un Compagno.

Certo, fa chic, postare foto degli interventi in sala, delle facce solite o poco sconosciute; fotografare il pubblico presente e aggiungere, magari, una frase di Che Guevara, perché no!

Dovremmo andarci piano, il Che camminava per le campagne, in mezzo alla gente, come Lenin, Malcom X e tutti i grandi, che ora, però, non ci sono più. Rischiare, osare, cambiare!

Allora usciamo dal seminterrato, andiamo a prenderli i voti, andiamo alla conquista, mostriamo i nostri volti e non sperare che sia la tv a darci spazio. Prendiamolo!

Non è più tempo degli oratori nelle grandi piazze. Le piazze, ormai, vengono riempite dai borghesucci, dai cortigiani e le loro famiglie, dai discepoli non credenti, dagli slogan senza senso, dal vuoto inestimabile confluito dentro un fantomatico progresso. No, cari Compagni, non si combatte il sistema con le armi date in dotazione dal sistema stesso, poiché esiste già sul mercato l’antidoto, la panacea, la cura, la terapia, la falsa promessa per placare gli animi.

Potere al Popolo abbia il coraggio di uscire di strada, di camminare al buio e di parlare con chi ha smesso di credere, vada a farsi conoscere dove è sconosciuto, faccia le dovute considerazioni, le votazioni e le scelte all’aperto, davanti al pubblico assente.

Inutile riempire sale, inutile pettinarsi i capelli dopo aver ricevuto l’applauso, perché la strada è lunga, lunghissima e siamo fin troppo acerbi, siamo a inizio percorso. Un partito, un gruppo, un movimento con questo nome non può esimersi da scendere le scale e confrontarsi faccia a faccia con il proletariato, altrimenti cambi nome.

Potere al Popolo usi un linguaggio chiaro a tutti, altrimenti saremo cento in più, l’1% in più, il 2, ma non saremo l’appiglio a cui affidarsi, per non cadere dalle impalcature modeste su cui l’uomo qualunque si tiene, a malapena, in equilibrio.

Potere al Popolo è una grande occasione per unire le voci dal basso, il popolo dei non eletti dal signore loro dio. La vita di un Compagno o di chi si reputa tale non può fermarsi al raggiungimento di un minimo obiettivo o alla sola critica distruttiva. L’ideale non si misura con la saggezza, con il sapere e la retorica di base, ma con le grandi ambizioni, con i grandi obiettivi che si prefigge. Siamo all’inizio dell’opera, non si può tornare indietro nemmeno per prendere la rincorsa, tanto per citar gli animi migliori del nostro passato illustre. Abbandoniamo le futili divergenze di un passato mai vissuto, seguiamo la rotta, potere al popolo non conti sulla speranza, ma sulla possibilità di confrontarsi e condividere le opinioni, senza perdere di vista l’obiettivo comune. Del resto, la felicità personale è un abbaglio, senza il popolo, senza il sorriso intorno tutto diventa macabro, finanche le pubblicità passate sul digitale.

Potere al popolo è na cosa seria, non un’opportunità per solisti e primi attori. Molti giovani stanno aderendo, molto entusiasmo si propaga nell’aria e stavolta non si può uscire di scena, perché insieme a noi uscirebbe di scena il popolo stesso. Potere al Popolo.

In questo periodo girano tanti simboli di origine Comunista, qualcuno abbia il coraggio di chiedere il consenso di tutti, di unirsi, per collocare al centro del sistema una forza anticapitalista. Insieme possiamo ambire, da soli possiamo solo ed esclusivamente soccombere.

Non credo in una forza politica Italiana che s’ispiri ad altre nuove esperienze Europee di questo tempo, comunque la lealtà dei Compagni potrebbe trovare modo di coesistere per il bene comune, per un futuro di lotta e un impegno a non disperdersi nell’aria alle prime occasioni, alle prime folate di vento. Fino a quando il Popolo non tornerà a essere garante dell’antifascismo saremo tutti sotto tiro e molto più vicini all’infelicità comune, al male e le sue conseguenze storiche. Potere al Popolo.

Antonio Recanatini

Poeta, scrittore. La sua poesia è atta a risollevare il sentimento della periferia, all’orgoglio di essere proletari e anticonformisti. Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

Pubblicato sul numero di gennaio 2018 www.lavoroesalute.org

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