Rana Plaza: la strage continua

Questa settimana il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno vissuto o sono morti questa tragedia. Date le restrizioni imposte dalla pandemia, insieme ai sindacati del, abbiamo dato vita al portale Rana PlazaNeverAgain.org per permettere di commemorare le vittime in Bangladesh e a livello internazionale.

Lo stesso sito offre la possibilità di attivarsi per chiedere direttamente e pubblicamente ai marchi di non fare marcia indietro e mettere il paese nelle condizioni di continuare a prevenire futuri disastri, attraverso la stipula di un nuovo accordo che continui ed estenda ad altri paesi un programma di prevenzione e messa in sicurezza unico al mondo.

Al di là della retorica che ammanta la settimana della memoria oggi ribattezzata più mediaticamente Fashion Revolution Week, sta in realtà accadendo qualcosa di odioso che chiarisce l’effettiva disponibilità delle imprese a cambiare rotta sul serio perché mai più abbiano a verificarsi simili disastri.

L’accordo che ha reso oltre 1.600 fabbriche più sicure dopo il crollo del Rana Plaza per 2 milioni di lavoratori rischia infatti di essere vanificato nelle prossime 6 settimane perché i 200 marchi internazionali non vogliono rinnovarlo.

La natura vincolante dell’Accordo è stata cruciale per il suo successo ma nessun marchio o distributore attualmente tra i firmatari si è impegnato a firmare un nuovo programma altrettanto legalmente vincolante, trasparente, efficace e tutelante nei confronti dei lavoratori.

Al contrario, i marchi stanno proponendo versioni del programma annacquate e indebolite e ciò rende estremamente probabile che la sicurezza sul posto di lavoro in Bangladesh torni ai livelli precedenti al crollo del Rana Plaza.

In Italia, insieme alla Filcams-Cgil, abbiamo contattato le imprese firmatarie dell’accordo in scadenza a fine maggio: Benetton, OVS e Artsana.

Gli abbiamo chiesto di rinnovare l’impegno per garantire la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nelle fabbriche dei loro fornitori, in Bangladesh e negli altri paesi a rischio.

Ci aspettiamo che le imprese italiane non facciano marcia indietro e anzi si adoperino per garantire continuità al programma e proteggere i fondamentali progressi sulla sicurezza raggiunti in questi anni per i lavoratori delle loro filiere.

Lo pretendono i sindacati e le organizzazioni per i diritti dei lavoratori in Bangladesh e a livello globale, che dal 2020 chiedono alle multinazionali della moda di firmare un nuovo accordo internazionale vincolante sulla sicurezza nelle fabbriche esteso agli altri paesi a rischio.

Solo un accordo di questa natura, infatti, può assicurare che il lavoro in corso in Bangladesh non vada perso, impegnando i brand a sostenere finanziariamente i fornitori per il risanamento delle fabbriche e prevedendo in capo a loro responsabilità legali, in caso di inadempienza. 

Un rinnovato accordo internazionale vincolante sulla sicurezza in Bangladesh avrebbe anche l’effetto di condizionare altri paesi con fabbriche di abbigliamento notoriamente insicure, come ad esempio il Pakistan, a fare altrettanto.

I recenti incidenti in Marocco e in Egitto dimostrano che nell’industria tessile sono ancora troppe le fabbriche insicure e che i programmi volontari dei marchi non sono in grado di garantire la sicurezza dei lavoratori.

Come Campagna Abiti Puliti abbiamo scritto oggi ai sottosegretari dei ministeri dello Sviluppo Economico, Affari Esteri e Lavoro, nonché ai Presidenti delle Commissioni Attività Produttive e Affari Esteri di entrambe le Camere oltre che al Punto di Contatto Nazionale dell’OCSE per rendere nota la situazione e chiedere che si uniscano con convinzione alla richiesta dei difensori dei diritti umani e dei sindacati in tutto il mondo.

Oggi è più che mai vitale che tutte le forze istituzionali che hanno a cuore una ripresa davvero sostenibile e non di facciata, facciano la loro parte per sostenere un programma virtuoso e innovativo come l’Accordo vincolante sulla sicurezza siglato all’indomani della tragedia del Rana Plaza. Per dire con i fatti #maipiùRanaPlaza.

Deborah Lucchetti

26/4/2021 https://comune-info.net

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