Recovery fund, una sterzata decisa verso l’Europa dei Governi e delle lobby

La pandemia avrebbe dovuto indurre a due considerazioni: la sanità pubblica deve essere difesa e potenziata, gli investimenti destinati alla ricerca, alla prevenzione e medicina di base sensibilmente incrementati.

Ma invece cosa è accaduto? Numerose regioni hanno iniziato a privatizzare servizi, ad esempio la Toscana che nei giorni del picco dei contagi invocava la reinternalizzazione delle Residenze per anziani salvo poi dimenticarsene nelle settimane successive.

Dalla sanità parte il documento della Ue che parla di convergenza, resilenza e trasformazione delle economie nazionali dentro un quadro europeo. Frasi fatte per occultare un ‘altra realtà nella quale sopravvivono i tetti di spesa e le politiche di austerità, la cessione ai privati e al terzo settore della programmazione e gestione di politiche socio sanitarie che dovrebbero essere saldamente nelle mani del pubblico (la legge sul terzo settore approvata recentemente dal consiglio Regionale Toscana).

Creare posti di lavoro imparando dalla pandemia, buoni propositi subito smentiti da protocolli e leggi nazionali, in Italia non sono stati potenziati i servizi di igienizzazione e pulizia, non ci sono assunzioni negli appalti della refezione o nei servizi educativi, si persevera in politiche diametralmente opposte a quelle che, nei giorni di maggiore presenza dei contagi, venivano considerati dirimenti per l’uscita dalla crisi pandemica.

Al contrario gli interventi sono stati indirizzati a favorire procedure semplificate per l’affidamento diretto degli appalti in barba alle normative anticorruzione e omettendo le questioni legate alla salvaguardia dei posti di lavoro, all’incremento del budget destinato ai bandi di gara.

Sono premesse indispensabili per capire cosa sta accadendo in Italia, e in Europa, i soldi a fondo perduto arriveranno solo nel 2021 e nel frattempo non resterà che piegarsi ai prestiti onerosi dell’Ue e condizionati a un pacchetto di interventi che rivoluzionerà welfare, sanità, legislazione in materia di lavoro e ammortizzatori sociali.

Altra merce di scambio riguarda il capitolo di finanziamenti ai paesi e alle singole voci di Bilancio, ben presto capiremo che gli “aiuti europei” sono tutt’altro che disinteressati, i prestiti saranno destinati a percorsi di controriforma vagliati dalle commissioni Ue che daranno il loro assenso successivo, e vincolato, al definitivo sovvenzionamento dei prestiti.

I vari stati dovranno dunque preparare dei piani nazionali per la ripresa e la resilenza definendo un piano di riforme dettato dalla ue e le riforme, come nel passato, andranno a ridefinire gli ammortizzatori sociali, le regole in materia di lavoro e di contrattazione, le politiche sociali e sanitarie.

E quanto sta accadendo nelle Regioni governate dal centro sinistra dovrebbe far capire che qualcuno sta accelerando i processi di ristrutturazione e ben presto torneranno a puntare sull’autonomia differenziata che metterà la pietra tombale su sanità e istruzione pubblica con regole e principi validi erga omnes.

Non a caso i soldi europei saranno vincolati a piani di ripresa e resilienza da presentare alla Ue entro due mesi, per questo il Pd e il centro sinistra si affrettano nell’opera di ristrutturazione perseverando nelle politiche di contenimento della spesa e nel progressivo ritorno a una sanità cogestita con il terzo settore, o privato sociale, o in altre Regioni (quelle governate dal centro destra) si persevera nelle politiche di privatizzazione che hanno provato il dissesto della salute pubblica favorendo il diffondersi del contagio.

Il documento europeo andrebbe letto e analizzato con grande attenzione, ad esempio dovremmo capire in cosa consisterà la svolta ecologista in paesi dove si pensa che gli inceneritori siano da preferire alla raccolta differenziata e al riciclo per non parlare poi delle grandi manovre per colpire l’autonomia degli enti preposti alla gestione dei parchi già oggetto di mire speculative pochi anni or sono.

Quale sarà poi la politica comunitaria sulle transazioni finanziarie, è forse sufficiente parlare di una possibile imposta senza entrare nel merito degli interessi da colpire e a con quale finalità?

I prestiti europei sono quindi legati a un vasto programma di controriforme imposte ai paesi che vorranno beneficiare di fondi per economia in grave crisi o addirittura in recessione. E come merci di scambio ci sono le politiche in materia di difesa, immigrazione, la riforma del welfare, del lavoro e della Pubblica amministrazione, si tratta di richieste non eludibili e destinate a produrre cambiamenti profondi nei paesi membri della Ue.

Mercato unico, agenda digitale e innovazione determinano l’avvento del 5g e di una moderna tecnologia che farà la fortuna del capitalismo della sorveglianza con tutte le ripercussioni negative già note, fondi strutturali destinati ad alcuni settori economici giudicati strategici privando altri degli aiuti necessari con migliaia di licenziamenti all’orizzonte.

Una serie di interventi strutturali destinati alla logistica e al sistema di reti, all’avvento della alta velocità piegando a colpi di repressione la resistenza delle comunità locali.

Una attenta valutazione sui fondi destinati ai singoli paesi dovrebbe indurre a comprendere che non siamo in presenza di aiuti disinteressati ma alla rinuncia delle singole nazioni a ogni forma di sovranità e autonomia decisionale.

Prima di esaltare l’operato del Premier Conte, sarebbe doveroso leggere le carte e solo dopo attenta valutazione prendere parola.

Ma le mosche cocchiere del capitale hanno già sentenziato il successo del Governo Italiano, peccato che le mosche siano cosi’ abituate a stazionare vicino agli escrementi da non accorgersi della montagna di merda che si rovescerà sui lavoratori e sulle lavoratrici, sulle classi subalterne e sui paesi piu’ colpiti dalla crisi.

Federico Giusti

26/7/2020 http://www.controlacrisi.org

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