Sciopero Globale per il Clima: i giovani si riprendono il presente

Da Nord a Sud i cortei che hanno attraversato la nostra penisola hanno avuto la capacità di inserirsi su un piano di profondità e di incisività, mostrando la lucidità di una generazione nell’individuare le contraddizioni del presente. E’ significativo infatti che venga messo in luce più volte che si voglia lottare per un presente più giusto, per una vita migliore adesso, puntando il dito contro l’inazione dei Consigli Regionali, dei Comuni, contro il governo Draghi e il suo ministro Cingolani. Viene rifiutata l’etichetta dei cosidetti “ragazzi di..” che i politici da anni hanno utilizzato per provare a smorzare la forza sociale giovane che si mobilita su scala globale. In queste piazze paternalismi, le prese in giro, le pacche sulle spalle vengono rispedite al mittente.

E questo è chiaro anche dal fatto che in piazza insieme ai giovani e giovanissimi di F4F sono scesi i collettivi studenteschi che hanno animato l’autunno e l’inverno delle mobilitazioni studentesche contro l’alternanza scuola-lavoro, a Roma La Lupa insieme a XR, a Napoli realtà di lotte territoriali hanno partecipato al corteo dietro allo striscione “Non vi stiamo chiedendo il futuro. Stiamo venendo a riprendercelo”, a Palermo gli studenti hanno provato a forzare il cordone posto a difesa dell’ingresso del Comune per denunciare gli accordi del sindaco Orlando con Eni,

Qui il comunicato di Ecologia Politica Palermo

a Torino la vetrina di una banca è stata sanzionata ponendo il tema del profitto a discapito delle morti a scuola, sul lavoro, a causa dei conflitti in corso. Anche Fridays Val Susa ha preso parola per ribadire le ragioni dell’opposizione a un’opera dannosa e ecocida come il Tav e per portare l’attenzione sul fatto che davanti a una crisi epocale come quella che si sta vivendo a causa prima della pandemia e poi della guerra, la risposta delle istituzioni rimane quella di militarizzare una valle intera e di privare della libertà chi lotta per difenderla.

Effetto Serra=Effetto Guerra è molto di più di uno slogan, oggi significa che una parte fondamentale della società si oppone in maniera concreta al rifornimento di armi all’interno del conflitto in Ucraina e alla scelta dei governi di destinare ancora più soldi all’industria bellica, che rifiuta di cedere ai compromessi che vedranno i governi fare ulteriori passi indietro nella transizione ecologica pur di continuare a produrre agli stessi ritmi verso un orizzonte mortifero e di distruzione, che non accetta che per i profitti degli Stati e per la rincorsa all’egemonia energetica le vite umane vengano distrutte anteponendo gli interessi di Confindustria e delle grandi multinazionali del fossile e del gas, ad un presente degno. (qui un approfondimento sulle ragioni alla base della costruzione di queste piazze, con un’attivista di F4F Torino ai microfoni di Radio Blackout podcast)

Infine, vi è stato il lancio di un momento importante che si terrà a Torino quest’estate dal 25 al 29 luglio, il Climate Social Camp, un appuntamento che vedrà la partecipazione di attiviste e attivisti da tutta Europa dando l’opportunità di incontrarsi, discutere, confrontarsi. Dopo due anni di pandemia, in cui le occasioni per stare insieme e organizzarsi sono mancate, l’energia e la forza che da alcuni mesi attraversano le scuole, le piazze, i collettivi, le reti nuove di giovani e giovanissimi, dimostrano quanto ce ne sia la necessità e quanto possano essere possibilità di lotta reali e determinanti.

26/3/2022 https://www.infoaut.org

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