Se siete rimasti sorpresi dal commento di Netanyahu: “Dal fiume al mare”, allora non avevate prestato attenzione.

Benjamin Netanyahu non ha mai nascosto di essere contrario alla creazione di uno Stato Palestinese e di insistere sul totale controllo israeliano del “territorio ad ovest del fiume Giordano”.

Fonte: English version

Di Jonathan Ofir – 19 gennaio 2024

Immagine di copertina: DAVOS/SVIZZERA, 23 GENNAIO 2014 – Benjamin Netanyahu, all’incontro annuale 2014 del Forum Economico Mondiale, Davos, Svizzera, 23 gennaio 2014. (Foto: WORLD ECONOMIC FORUM/swiss-image.ch/Jolanda Flubacher/Flickr)

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto scalpore durante un’intervista a i24 quando ha dichiarato che “con o senza un accordo, lo Stato di Israele deve avere il controllo di sicurezza sull’intero territorio a ovest del fiume Giordano”. In altre parole, Israele deve essere l’unico sovrano sulla Palestina “dal fiume al mare”. Ma ciò non significa che la Palestina sarà libera.

L’Occidente è confuso su cosa fare con questo. Come può esistere l’illusione dei Due Stati accanto a tali dichiarazioni inequivocabili?

In una dichiarazione lontana dalla realtà, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby ha cercato di rassicurare i giornalisti a bordo dell’Aereo Presidenziale americano poco dopo il discorso di Netanyahu che “ci sarà una Gaza post-conflitto”, e “nessuna rioccupazione di Gaza”. C’è da aspettarsi che lui e gli altri burattini continuino a seguire la linea ufficiale, perché cos’altro dovrebbero fare?

Il Portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha detto la stessa cosa:

“Non c’è modo di risolvere le sfide a lungo termine di Israele per garantire una sicurezza duratura, e non c’è modo di risolvere le sfide a breve termine della ricostruzione di Gaza, dell’instaurazione di un governo a Gaza e della sicurezza a Gaza, senza l’istituzione di uno Stato palestinese”.

Queste sono solo parole. Se Israele riceve solo più armi e nessuna sanzione, continuerà a sentirsi incoraggiato a dire, e fare, ciò che vuole.

Ma l’idea che i commenti di Netanyahu siano una sorpresa per chiunque è davvero meritevole di disprezzo perché non è la prima volta che il Primo Ministro mostra un tale candore nel rifiutare uno Stato Palestinese. Nel luglio 2014, ha detto: “Penso che il popolo israeliano ora capisca quello che dico sempre: non può esserci una situazione, in base a nessun accordo, in cui rinunciamo al controllo di sicurezza del territorio a ovest del fiume Giordano”.

Abbiamo prestato attenzione?

Allo stesso modo, non è nemmeno controverso affermare che queste rivendicazioni territoriali massimaliste fanno parte del programma del Partito Likud dal 1999, che afferma: “Il governo di Israele rifiuta categoricamente la creazione di uno Stato Arabo Palestinese ad ovest del fiume Giordano”.

Questa affermazione risale a una generazione fa e non è mai stata annullata o rivista. Non abbiamo prestato attenzione? Persino Hamas ha rivisto il suo programma del 1988, presentandone uno nuovo nel 2017 che accettava uno Stato palestinese sui confini del 1967:

“Hamas considera l’istituzione di uno Stato Palestinese pienamente sovrano e indipendente, con Gerusalemme come capitale, sui confini del 4 giugno 1967, con il ritorno dei profughi e degli sfollati alle loro case dalle quali sono stati espulsi, come un formula del consenso nazionale”.

Si potrebbe dire che le parole sulla carta e la politica reale siano due cose diverse, ma almeno c’è scritto nel programma di Hamas, a dimostrazione di una volontà pubblica di impegno politico e diplomatico che Israele ha ripetutamente ignorato. Fa parte di ciò che Jacobin sottolinea come “l’incapacità congenita di Israele di accettare e dare un sì come risposta”.

Alcuni potrebbero essere tentati di spiegare la recente dichiarazione di Netanyahu dicendo che sta semplicemente esagerando: è così che la maggior parte dei difensori di Israele ha attribuito il sostegno al Genocidio di numerosi ministri israeliani, esemplificato in modo più perverso dall’affermazione di Fania Oz-Salzberger secondo cui l’incitamento al Genocidio dei funzionari israeliani è solo una “accesa libera espressione”.

Ci cascheremo di nuovo? Oppure inizieremo finalmente a prendere sul serio il fatto che nessun governo israeliano, nessuno, nemmeno sotto Rabin nel 1995, ha mai avuto intenzione di consentire l’esistenza di uno Stato palestinese?

Jonathan Ofir è un direttore d’orchestra, musicista, scrittore e blogger israelo-danese, che scrive regolarmente per Mondoweiss.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

20/1/2024 https://www.invictapalestina.org/

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