Sotto la superfice delle crisi finanziarie nel profondo di un lacerato mondo della vita

La crisi repentina della Silicon Valley Bank è emblematica dell’intreccio tra finanza, crisi climatica e innovazione tecnologica e digitale. La crisi climatica che avanza a grandi passi, costituisce assieme il contesto della trasformazione capitalistica in corso ed un motore del processo di innovazione tecnologica trainata dal digitale che da forma alla competizione strategica e definisce via via i nuovi assetti che da questa trasformazione emergono.

La corsa verso la creazione di processi e dispositivi innovativi costituisce l’attuale ricerca di un nuovo Santo Graal e stimola la nascita di sempre nuove imprese, Startup che si cimentano sul mercato dell’innovazione cercando di accaparrarsi cospicui finanziamenti dalle società di Venture Capital. La SVB era considerata e si proponeva come la Banca delle StartUp1. La sua crisi quindi si colloca nello stato nascente del processo di creazione delle società innovative, all’origine di quel processo di selezione darwiniana che porterà i soggetti sopravvissuti a crescere sino a diventare appetibili per le corporations che dominano sul mercato delle tecnologie avanzate.

Dobbiamo ricordare che la particolare conduzione che ha portato al suo crollo e all’intervento delle autorità di controllo è stata resa possibile da un provvedimento della amministrazione Trump che innalzava a 250 miliardi dollari  la soglia degli asset posseduti da un istituto bancario per ricadere sotto il controllo della FED2; peraltro l’intervento delle autorità di controllo è stato reso necessario dal fatto che nel giro di 10 ora erano stati ritirati dai conti della banca  oltre 40 miliardi di dollari, cosa resa possibile dall’accesso ai conti online. Cosa nella crisi del 2008 richiedeva settimane per importi meno consistenti.

L’intreccio invece con la congiuntura finanziaria globale è dato dall’ingente investimento della banca in titoli di stato in bond, i quali con l’innalzamento dei tassi deciso dalla FED hanno visto ridursi il loro valore, da cui l’avviso degli erogatori di fondi, le società di venture capital,  alle startup di svuotare i propri conti presso la SVB3. La stretta creditizia della Fed è stata decisa per contrastare la forte crescita dell’inflazione dopo decenni di calma piatta; a sua volta il vigore del processo inflazionistico USA è collegato alla forte iniezione di capitali nell’economia in risposta prima alla crisi pandemica e successivamente alla necessità di alimentare il processo di innovazione e riconversione dell’economia , oltre che intervenire sul sistema delle infrastrutture realizzate molti decenni or sono,  con i provvedimenti American Rescue Plan4 Infrastructure Investment and Jobs Act5, CHIPS and Science Act6 e l’Inflation Reduction Act.

In questa gigantesca girandola di capitali, l’evento della SVB appare come un granello negli ingranaggi del sistema, collegato peraltro per la deregulation trumpiana, all’intero sistema delle banche regionali che si collocano sotto la soglia dei 250 miliardi di asset posseduti. Il confronto con analoghe politiche messe in campo dall’Unione Europea si può ritrovare nella conferenza7 di Alessandro Scassellati del 13 marzo; l’intervento dell’Unione è di molto inferiore a quella statunitense, salvo ritornare al NextGenerationEU8 in risposta alla crisi pandemica di cui molto si è già discusso vista anche il ruolo predominate del nostro paese come principale  destinatario di quei fondi, il cui impiego ancora oggi è al centro delle strategie governative. I processi decisionali dell’Unione Europea sono molto più contraddittori ed allo sato attuale un finanziamento europeo alle politiche industriali e di innovazione tecnologica dei singoli paesi è molto contrastato, lasciando alle disponibilità dei singoli stati l’onere di finanziarle, con le ben note disparità tra i diversi bilanci statali ed i rispettivi livelli di indebitamento.

In questo momento all’amministrazione americana poco importa dello stato dell’industria europea avendo al centro della propria strategia la competizione con la Cina; salvo attrarne gli investimenti sul proprio territorio grazie ai finanziamenti dell’IRA –vedi il caso della fabbrica di batterie della Volkswagen9–  cosa su cui si è aperto un confronto anche se non vere e proprie trattative10 tra governo USA e Commissione Europea.

L’intreccio tra strategie di controllo del ciclo economico e finanziario globale e nelle principali aree del globo -dovendo passare per la porta stretta tra controllo dell’inflazione e recessione- competizione geostrategica fondata sui processi di innovazione tecnologica, sul controllo delle catene di fornitura delle materie strategiche e dei semilavorati che quel processo di innovazione alimentano, sul controllo quindi della rete logistica ed infrastrutturale globale, nel contesto di una crisi climatica che colpisce sempre più duramente, ebbene questo intreccio arriva ad un livello di complessità nel quale l’orizzonte degli eventi prevedibili, oltre il quale nulla è realmente prevedibile, si fa sempre più prossimo al momento presente che scorre  in avanti.

Come abbiamo già avuto modo di rilevare l’apparato previsionale e di simulazione dei diversi processi si fa sempre più potente e raffinato; crescono di pari passo esponenzialmente la complessità dell’apparato algoritmico, la potenza di elaborazione e la mole di dati che viene macinata senza soluzione di continuità. Il sistema di tecnologie che va sotto il nome Intelligenza Artificiale è il nucleo, il motore, l’agente organizzatore di questo sistema di gestione, controllo e previsione a breve, medio e lungo periodo. In questi ultimi due anni ne abbiamo analizzato lo sviluppo e la funzione a più riprese, seguendo diverse dimensioni. In un ultimo articolo11 abbiamo utilizzato la locuzione Cyborg Globale, che forse non sarebbe dispiaciuta ad Antonio Caronia12; abbiamo inteso con essa evidenziare il fatto che  a livello scoiale, ambientale, ecologico, climatico, biologico e culturale , qualcuno direbbe Gaia ed il suo invadente  in inquilino il genere umano, la realtà del nostro mondo sta perdendo la sua integrità, si stanno lacerando le sue più intime connessioni,  ciò avviene peraltro con effetti profondamente diseguali rispetto alle regioni del globo, alla loro composizione territoriale e sociale. In una logica neodarwiniana le necessarie connessioni, a livello di ‘mondo della vita’ generalmente inteso, vengono rabberciate, ricostruite tramite, sostituite da connessioni artificiali, tecnologicamente determinate, coordinate da un sistema dell’informazione che stabilisce interfacce tra il naturale e l’artificiale, cosa che peraltro le civiltà dell’uomo da sempre fanno, in passato con livelli diversi di addomesticamento dei processi naturali.
Ripercorrendo per vie diverse l’intreccio di crisi e processi trasformativi che investono le nostre società dovremo prestare molta più attenzione a questo aspetto di trasformazione delle connessioni più intime che legano le dinamiche della formazione sociale globale e l’ambiente, gli ecosistemi, il sistema climatico, tra loro intimamente connessi, quello che un tempo si definiva ricambio organico, con un punto di vista tutto centrato sulla formazione sociale. Oggi viviamo in una dialettica tra rotture, lacerazioni e ricostruzioni che tutto produce salvo la ricostruzione di un nuovo equilibrio globale.

La questione climatica, ridurre le emissioni implica una riconversione strutturale, profonda e capillare di tutti i segmenti delle filiere produttive, della logistica, della gestione degli insediamenti residenziali, commerciali ed industriali, della struttura urbana, dei processi antropizzazione dell’ambiente; le politiche di riconversione energetica e ecologica inseguono questa complessità -entro quel complesso comportamento dei sistemi di regolazione di cui sopra. Lo scontro sulle politiche di riduzioni delle emissioni nell’Unione, vedi il casi del limite delle emissioni delle settore residenziale ed il passaggio alla mobilità elettrica di cui l’Italia è protagonista- mettono in risalto tutti i limiti di strategie parziali, che non prendono atto che la riconversione necessaria per affrontare la crisi climatica coinvolge tutte le dimensioni, le, relazioni e gli intrecci del processo di produzione e di riproduzione; di conseguenza essa non può essere affrontata via via con interventi parziali, sia pure su settori ampi della struttura economica e sociale. Il sistema di relazioni tra i sottosistemi -economico, politico, sociale, amministrative, culturale, comunicativo, etc. -che compongono le formazioni sociali non funziona, non è in grado di regolare la ‘grande trasformazione’ che comunque stiamo attraversando; essi perlopiù confliggono tra loro anche a livello regionale e di singolo paese, non solo a livello globale come abbiamo visto nelle trattative globali sul clima.

Del resto testare la coerenza delle politiche messe in atto dal governo dall’amministrazione Biden è sufficiente l’approvazione del progetto di estrazione petrolifera Willow in Alaska13 che smentisce tutte le affermazioni fatte sul fatto di non approvare lo sfruttamento di bacini petroliferi nelle cosiddette ‘Federal lands’ , prevedendo peraltro in questo caso un periodo di estrazioni che va oltre il limite del 2024 fissato per i paesi ricchi alla produzione di gas e petrolio14 limite portato al 2050 per i paesi più poveri, limiti necessari per ridurre le emissioni secondo uno studio, guidato dal professor Kevin Anderson del Tyndall Centre for Climate Change Research dell’Università di Manchester, che ha rilevato che i paesi ricchi come il Regno Unito, gli Stati Uniti e l’Australia hanno tempo fino al 2034 per fermare tutta la produzione di petrolio e gas per dare al mondo una probabilità del 50% di prevenire il devastante collasso climatico, mentre le nazioni più povere che dipendono fortemente dai combustibili fossili dovrebbero avere tempo fino al 2050.

In generale le strategie che guidano lo sviluppo tecnologico come motore della trasformazione economica e sociale sono guidate da una logica competitiva e non cooperativa, entro quella che abbiamo definito come uno sato di belligeranza globale, laddove il termine competizione non è adeguato a definire lo stato dei rapporti dove l’orizzonte della guerra, nelle sue varie forme è sempre presente in ogni vicenda, dove le poste in gioco hanno un carattere vitale in quel contesto di perdita di connessioni essenziali di orizzonti variamente catastrofici.

Ne è una dimostrazione il rapporto finale della National Security Commission on Artificial Intelligence15 che vale la pena leggere  per intero  che inquadra tutte le misure necessarie per  garantire lo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale entro il contesto, entro uno schema dominante di competizione con la Cina ed una attenzione primaria al loro uso in campo militare.

Eric Schmidt che ha diretto lo studio in un suo articolo16 scriveva.

L’intelligenza artificiale riorganizzerà il mondo e cambierà il corso della storia umana. Con la Cina che utilizza sempre più la tecnologia per inaugurare una nuova forma di autoritarismo, le democrazie del mondo devono unirsi e difendere i propri valori e interessi strategici.

Il mondo sta solo iniziando a confrontarsi con quanto profonda sarà la rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Le tecnologie di intelligenza artificiale creeranno ondate di progressi nelle infrastrutture critiche, nel commercio, nei trasporti, nella salute, nell’istruzione, nei mercati finanziari, nella produzione alimentare e nella sostenibilità ambientale. Il successo dell’adozione dell’IA guiderà le economie, rimodellerà le società e determinerà quali paesi stabiliranno le regole per il prossimo secolo.  Questa opportunità di AI coincide con un momento di vulnerabilità strategica. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che l’America è in una “competizione strategica a lungo termine con la Cina“. Ha ragione. Ma non sono solo gli Stati Uniti ad essere vulnerabili; anche l’intero mondo democratico lo è, perché la rivoluzione dell’IA è alla base dell’attuale contesa di valori tra democrazia e autoritarismo. Dobbiamo dimostrare che le democrazie possono avere successo in un’era di rivoluzione tecnologica.”

Il tono di questa dichiarazione non risulta affatto una novità, ci ricorda molti discorsi che quasi quotidianamente ci accade di ascoltare; ci espone il modo con cui si intende attraversare questo passaggio epocale. La logica è quella di tagliare con la spada il nodo di Gordio di quella complessità entro la quale l’orizzonte degli eventi prevedibili si fa sempre più prossimo mentre si allarga oltre esso lo spazio delle ‘terre incognite’.

Nel frattempo gli stregoni delle banche centrali sembrano a  loro volta perdersi in questa complessità e meditano sull’inadeguatezza dei loro strumenti di governo dei marcati monetari, creditizi e finanziari, sospettando che la finanza possa essere un epifenomeno di una realtà più profonda, nonostante il tentativo pluridecennale di ridurla per intero a  semplice manifestazione della finanza stessa: l’astrazione regolarmente si inceppa.

Roberto Rosso

15/3/2023 https://transform-italia.it

  1. https://www.svb.com/startup-insights []
  2. https://www.nbcnews.com/politics/congress/silicon-valley-bank-collapse-puts-new-spotlight-2018-bank-deregulation-rcna74655  https://www.nytimes.com/2023/03/13/opinion/elizabeth-warren-silicon-valley-bank.html  []
  3. https://www.nytimes.com/2023/03/11/technology/silicon-valley-bank-failure-lessons.html  []
  4. https://www.whitehouse.gov/american-rescue-plan/   []
  5. https://www.congress.gov/bill/117th-congress/house-bill/3684/text []
  6. https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2022/08/09/fact-sheet-chips-and-science-act-will-lower-costs-create-jobs-strengthen-supply-chains-and-counter-china/ https://www.mckinsey.com/industries/public-and-social-sector/our-insights/the-chips-and-science-act-heres-whats-in-it  []
  7. https://fb.watch/jhlP7E3IP8/   []
  8. https://next-generation-eu.europa.eu/index_en  []
  9. https://www.ilsole24ore.com/art/batterie-volkswagen-bilico-europa-e-usa-pesano-10-miliardi-dell-ira-biden-AEt8Q8zC  []
  10. https://www.npr.org/2023/03/10/1162516292/biden-and-the-eus-von-der-leyen-meet-to-ease-tensions-over-trade-subsidy-concern https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/stati-uniti-europa-lira-della-discordia-120410 []
  11. https://transform-italia.it/il-ruolo-dellindia-nella-creazione-del-cyborg-globale/ []
  12. https://transform-italia.it/chat-gpt-cosa-ne-avrebbe-pensato-antonio-caronia/   []
  13. https://www.theguardian.com/environment/2023/mar/14/biden-president-approved-alaska-willow-project https://www.theguardian.com/us-news/2023/mar/13/alaska-willow-project-approved-oil-gas-biden   https://www.theguardian.com/us-news/2023/mar/10/al-gore-biden-alaska-oil-drilling-willow-development []
  14. https://www.theguardian.com/environment/2022/mar/22/rich-countries-must-stop-producing-oil-and-gas-by-2034-says-study  []
  15. https://www.nscai.gov/2021-final-report/  []
  16. https://www.project-syndicate.org/commentary/ai-revolution-competition-with-china-democracy-vs-authoritarianism-by-eric-schmidt-2021-08?barrier=accesspaylog  []
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