Sulle orme di Ipazia

ipazia25
– Seconda parte –

“Ad Alessandria viveva una donna di nome Ipazia; era figlia del filosofo Teone”. Da queste parole, Socrate Scolastico inizia a percorrere i momenti più significativi della vita della filosofa: l’insegnamento pubblico, l’attività politica, la popolarità e, infine, il suo assassinio.

Nel periodo della maturità di Ipazia, che secondo il lessico Suda fiorì durante il regno di Arcadio (395 – 408), si affermava in Oriente il movimento politico-culturale dei cosidetti elleni, donne e uomini il cui legame non era costituito dalla religione ma da un comune amore per la cultura greca. Essi godevano di autorità e potere politico dai primi anni del V secolo fino al 413 – 414, quando un improvviso rovesciamento politico portò al potere i gruppi legati all’Augusta Pulcheria e agli episcopi niceni.
Socrate Scolastico si sentiva a tutti gli effetti un elleno e decise di parlare di Ipazia proprio perché la considerava una importantissima protagonista del movimento ellenico.
Anche Damascio, filosofo neoplatonico e secondo biografo che riferisce di Ipazia, non manca di fornire qualche informazione sui suoi primi anni di vita e comincia a narrare la sua storia scrivendo che “nacque, crebbe e fu educata ad Alessandria”.

Da questa affermazione si evince che la filosofa, per studiare, non si spostò mai dalla sua città natale, a differenza di tanti altri che ricevettero la loro formazione direttamente alle scuole di Atene e, terminati gli studi, rientravano in patria.
Damascio ha scritto una importante opera, intitolata La vita di Isisdoro, nella quale ripercorre la storia del neoplatonismo nei decenni compresi tra il IV secolo e l’inizio del VI; compie un importante sforzo storiografico per giustificare, dinanzi all’opinione pubblica ateniese, l’intenzione di voler salvare la scuola di filosofia di Atene che, dal 485 in poi, aveva assunto caratteri magico- teurgici e apolitici. L’opera si apre sul mito dell’Egitto come terra d’origine della scienza del divino e del sapere filosofico; successivamente, inizia a narrare di Isisdoro e della educazione ricevuta dai padri. In questo modo, Damascio delinea un elenco di uomini e donne importanti tra cui, affiancata alla figura di Olimpo, splende Ipazia. Dopo aver sottolineato la sua origine alessandrina, prosegue scrivendo che ella: “di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene attraverso le scienze matematiche e cui era stata introdotta da lui, ma, non senza altezza d’animo, si dedicò anche alle altre scienze filosofiche”.

La vita di Isidoro, giunta a noi in maniera molto frammentata, probabilmente descriveva anche la figura del padre di Ipazia che da altre fonti, come ad esempio Socrate Scolastico, sappiamo che si chiamava Teone ed era un matematico molto importante, membro del Museo di Alessandria, vivace centro di ricerca e di insegnamento.
Nella capitale egiziana esistevano due importanti scuole: quella medica, che attraeva studenti provenienti da ogni parte dell’impero romano e la scuola matematica che, seppur ristretta a un esiguo numero di iscritti, costituiva un vanto per la città.
Le due scuole non erano separate tra di loro, dal momento che il mondo alessandrino aveva favorito lo sviluppo dell’applicazione della matematica alla medicina. L’inizio di questa applicazione fu mediato dall’astrologia: “I dottori, che venivano chiamati iatro-matematici, si servivano dei segni astrologici per decidere il corso della terapia”.

Alla scuola matematica del IV secolo, si studiavano non solo la geometria, l’aritmetica, la musica, l’armonia, l’astronomia, ma anche l’astrologia e la divinazione, scienze che godettero di grande prestigio e autorità fino a quando non cominciarono ad essere screditate dai rappresentanti della Chiesa cattolica.

A quel tempo Teone, padre di Ipazia, svolgeva ad Alessandria la sua attività di ricerca: era un matematico rimasto celebre per i suoi studi in astronomia; nel 364 osservò due eclissi, quella solare del 16 giugno e la lunare del 26 novembre.
Nato ad Alessandria, era erede di un sapere che proveniva dai tempi di Euclide ( III secolo a. C). Nella scuola matematico, vennero formulati i più grandi sistemi geometrici della matematica greca: dagli Elementi di Euclide alle Coniche di Apollonio di Perga; da gran parte delle opere di Archimede, alla prima ipotesi eliocentrica formulata da Aristarco; i trattati astronomici di Ipparco e Tolemeo ( autore del Sistema tolemaico o Almagesto); e, infine, l’ Aritmetica di Diofanto, che è all’origine di un tipo di ricerca matematica tuttora studiata come “analisi diofantea”.
Dopo Diofanto, fiorì Pappo, un matematico al quale dobbiamo glim albori della geometria proiettiva che avraà il suo pieno sviluppo nell’Europa del XVII secolo. Sarà proprio dal “problema di Pappo” che Descartes muoverà la sua riginale elaborazione della geometria analitica.

L’operato di Teone, consisteva nell’editare e commentare opere appartenenti a una tradizione che cominciava ad essere seriamente minacciata dall’affermarsi della nuova cultura straniera che, in virtù del messaggio di cui si sentiva portatrice, arrivò a spregiare con leggerezza una tradizione che la scuola matematica, più di ogni altra, aveva avuto a cuore di conservare.
Opere quali le Tavoli facili di Tolemeo o gli stessi Elementi di Euclide, non sarebbero giunti fino a noi se Teone non le avesse riscritte: per quanto riguarda gli Elementi, è emerso che Teone apportò almeno una signifcativa correzione, tramite la quale abbiamo l’esatta definizione del procedimento matematico della sintesi.

Teone, come già accennato, compì studi anche in campo astronomico: tuttora, gran parte delle sue ricerche, mancano di una traduzione in lingua moderna o, addirittura, di una edizione critica. L’unica parte astronomica, della quale disponiamo di una recente edizione critica, è il cosidetto Piccolo commentario alle tavole facili di Tolemeo, apparso nel 1978, dedicato al figlio Epifanio. Teone, infatti, scrive: “Il metodo ragionato di calcolo secondo le Tavole facili, mio piccolo Epifanio, è stato da noi espsoto con precisione in un altro trattato inn cinue libri. Ma poiché la maggior parte di quanti seguono le nostre lezioni per apprendere la metria non solo non sono capaci di seguire in esso in maniera soddisfacente le moltiplicazioni o le divisioni dei numeri ma sono inoltre completamente privi di conoscenza per quanto riguarda le dimostrazioni geometriche, ci siamo sforzati di fare anche per loro un commentario nel modo più metodico possibile, esponendo soltanto i metodi in modo che l’esposizione di questa materia risultasse più chiara”.

Ipazia, a causa dell’attività del padre, apparteneva ad una delle famiglie più importanti della città: aveva un fratello di nome Epifanio, come si è visto sopra; da alcune fonti, sembra che ci fosse stato un’altro fratello, Atanasio. Della madre non si sa nulla: alcuna fonte fa a lei riferimento ed è presumibile pesnare che ai tempi della sua formazione, ella fosse già morta.
Quali e quanti fossero i suoi figli, sappiamo per certo che Teone li introdusse insieme ad Ipazia allo studio che lo aveva appassionato per tutta la vita.

In riferimento al periodo storico, non era una eccezione che un padre colto si facesse carico dell’istruzione della figlia: per esempio, il retore Leonzio fece istruire la figlia Eudocia, la quale diventò poeta di fama e, successivamente, divenne Augusta del regno d’Oriente.
Nell’opera Vita di Isidoro compare il nome di una certa Damiana, alla quale il marito (o forse il padre) “fece indossare il mantello della filosofia, perché ella era filosofa”. Inoltre, Damascio dedica questa opera ad una donna di nome Teodora, la quale si era mostrata particolarmente abile in grammatica, poetica, geometria e aritmetica.

I contemporaneai di Ipazia non era quindi tanto stupiti che ella fosse stata inizata dal padre ai segreti dell’antico sapere astronomico e quindi introdotta nella comunità scientifica alessandrina; sembrano piuttosto ammirati dalla rapidità con cui la giovane fece suo il vasto sapere e dell’uso che era capace du farne.
Le due fonti che attestano che ella apprese le scienze matematiche e segnalano contemporaneamente che l’allieva divenne di gran lunga superiore al maestro, riguardano gli scritti di Filostorgio e Damascio i quali, rispettivamente, sottolineano che la ragazzo subentrò al padre nel ruolo di guida e di maestra della comunità scientifica che faceva capo al Museo.

La stestimonianza più antica dell’attività di Ipazia si trova nell’intestazione del III libro del commento di Teone al Sistema matematico di Tolemeo, infatti, egli scrive: “ Commento di Teone di Alessandria al terzo libro del Sistema matematico di Tolemeo. Edizione controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia”.
Dall’epoca del ritrovamento di questo libro, gli studiosi si sono divisi sull’interpretazione della sua intestazione: dalle parole di Teone, non è ben chiaro quale tipo di collaborazione fosse intercorsa tra loro due nella composizione dell’opera.
Secondo alcuni, Ipazia revisionò o editò il commento di Teone; secondo altri, la filosofa inser’ nuovo materiale qui e là e, infine, ci fu chi sostenne che l’espressione usata da Teone nell’intestazione, fosse una formula convenzionale in uso nella tarda antichità.

Ipazia insegnò ad Alessandria per più di vent’anni: attorno al 393 Sinesio, un giovane dell’aristocrazia di Cirene, giunse nella metropoli egiziana richiamato dalla fama della “donna che a buon diritto presiede ai misteri della filosofia”; da quella data l’attività pedagocica di Ipazia è attestata fino al giorno del suo omicidio, avvenuto nel marzo del 415.
La pratica di ricerca e di studio dovette essere fortemente orientata verso l’insegnamento, la trasmissione del sapere; tuttavia, con lei successe qualcosa di diverso, in quanto si distinse da tutti gli studiosi di allora per quanto concerneva l’arte dell’osservazione degli astri.

Laura Brunelli

Bioeticista

Collaboratrice redazionale di Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org

Febbraio 2020

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *