Una sola parola d’ordine: armarsi. Come anche le ferrovie vanno alla guerra

Non sarà una sorpresa, ma ora è ufficiale: esiste un vero e proprio programma articolato per settori che riguarda i molti reparti dei preparativi di guerra. Uno di questi è il Piano d’Azione Military Mobility 2.0 più volte implementato e di origini non recentissime1.

L’Italia fa la sua parte in questi adempimenti richiesti da NATO e UE con sicuro ardore. e così il ministero dei trasporti ha dato immediatamente seguito al bando CEF 2 Transport dotato di 330 milioni di euro sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto, una pacchia che convince subito gli antieuropeisti alla Salvini. Il bando era intitolato agli adattamenti delle reti di trasporto civile a scopi di “difesa” sviluppando la mobilità militare. Naturalmente partecipa – e viene ammessa a pieni voti – la Leonardo, che stipula un apposito accordo con le Ferrovie Italiane per intervenire in questo senso sui 24.000 km della rete ferroviaria nazionale. Qui è obbligatoria una pausa per denunciare che questo governo al soldo dei guerrafondai impiega per le spese militari miliardi di euro mentre non dedica neppure un centesimo alla sicurezza dei lavoratori delle ferrovie, alla sicurezza dei passeggeri e all’efficienza del servizio di trasporto ferroviario, e neanche alla riduzione dei prezzi di quel servizio. Non ci facciamo nemmeno mancare una stoccata ai sovranisti che vedono la povera Italia prona agli ordini dell’UE, laddove è per il proprio tornaconto che il capitalismo italiano sta investendo in spese di guerra, anche nelle ferrovie. Ma non è per loro che esercitiamo la critica, quanto per il pubblico pagante, i proletari, esortandoli a non cadere nelle trappole tese da ciarlatani e capipopolo.

Il doppio uso civile-militare si avvarrà anche di strumenti quali il preavviso minimo e la conseguente precedenza al traffico militare. Avvisiamo perciò pendolari ed utenti in genere che i ritardi di cui spesso ci si lamenta sono in ulteriore sviluppo, stante la messa in atto del Military mobility envelope2.

L’interesse e l’entusiasmo dell’industria bellica italica non si ferma certo a Leonardo; si estende a Fincantieri, che acquisterà proprio da Leonardo un suo ramo d’azienda, quello degli armamenti navali Wass, specializzati nello sviluppo dei siluri Black Shark e di apparecchi sonar. Questi armamenti equipaggiano i sottomarini U212 della Marina Militare italiana e Fincantieri, quindi, non sarà interessata solo alla produzione degli ”scafi”, si occuperà anche dei loro armamenti. Il connubio tra Fincantieri e Leonardo non ci stupisce, ne abbiamo parlato più volte, ed è anche per questo che dedicheremo il nostro 1° Maggio alla presenza davanti ai cantieri di Marghera. Non si militarizzano, dunque, solo le ferrovie; si militarizzano anche altre produzioni, e c’è da aspettarsi che pure il settore auto quanto prima cercherà e si proporrà per un suo spazio.

L’adeguamento della rete ferroviaria di cui parliamo è in corso in tutti i paesi europei, e sarà un passo ulteriore nel tentativo di creare un sistema di “difesa” europeo. Questa ambizione non nasce ora. Se ne sente parlare periodicamente da parte dei “nostri” europeisti, da Prodi a Bonino passando per Mattarella – ed è legata ad un misto di interessi su cui primeggia quello di fare guerre in proprio. La perdita di egemonia mondiale da parte degli Stati Uniti, che sia più o meno definitiva, alimenta i sogni di un avvicendamento dell’Europa nel primato dei guerrafondai o, almeno, di qualche passo in avanti nella graduatoria. Inutile dire: i militaristi europei ed italiani sponsorizzano questi disegni per i propri interessi e trovano a fiancheggiare le loro mire politici, giornalisti, militari in carriera ed epigoni vari che si affannano ad imbellettare i loro progetti di guerra. Ed ecco Mattarella, il protettore di Meloni, proclamare sulla scia di Draghi: “…le strutture dell’Unione hanno bisogno di essere rafforzate in numerosi ambiti, dalla difesa all’agricoltura3. I maligni hanno subito visto il parallelo con la famosa frase del duce: “…è l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende!”.

Tuttavia le cose non sono così facili come sembra. A cominciare proprio dalle ferrovie, fattori tecnici ostacolano gli amoreggiamenti: scartamenti diversi come diversi sono i tipi di apparecchiature tecniche di regolazione del traffico, la segnaletica, le normative e i disciplinari. Diversi sono i macchinari della locomozione ed i loro dispositivi di sicurezza. E questi ostacoli sono nulla in confronto alle rivalità economiche e alle divergenze politiche che Prodi illustra bene quando dice che “…l’Europa non conta nulla finché gli stati sono divisi”4. Per ora, così stando le cose, le esortazioni di Mattarella, Letta, Draghi e Co. si infrangono sui millimetri dello scartamento dei binari e sul fatto che i carri armati diretti in Polonia non potranno servirsi, per ora, dello stesso carro bisarca all’origine del viaggio.

Benché fortemente ridimensionati dai colpi sotto la cintola ricevuti negli ultimi due anni da Washington, i desideri di potenza dell’Europa non si placano. Nei pensieri dei capitalisti dell’UE c’è il disegno di risolvere almeno il problema del trasporto ferroviario – già posto fin dal 1992 – per uniformare lo scartamento dei binari: l’Unione Europea è al lavoro con un piano di trasformazione entro il 2026 al quale chiama con la massima urgenza imprese e governi nazionali.

Nostra conclusione, in breve: bisogna denunciare in modo instancabile queste prospettive rovinose. Il traffico d’armi, le guerre tra stati capitalistici, come ogni altra devastazione del sistema capitalistico, potranno essere fermati solo dalla classe dei proletari uniti al di là delle frontiere che può profittare dell’immenso e tragico caos prodotto dalla decadenza di questo modo di produzione, per abbatterne le istituzioni.

Note

1 ) Per maggiori dettagli si può ricorrere al link https://www.epc.eu/en/projects/Advancing-military-mobility-in-Europe-A-multisectoral-approach~4f1618 ma non mancano notizie su Railway PRO ed altri.

2) Chi volesse curiosare sul bando citato vada al link https://www.mit.gov.it/documentazione/informativa-bando-cef-2-transport-adaptation-ten-t-civilian-defence-dual-use . Per parte nostra sottolineiamo solo che la data di scadenza per la presentazione delle proposte di partecipazione era al 29.09.22, sette mesi dopo l’inizio della guerra Nato-Ucraina. La Commissione Europea ha pubblicato quel bando il 12.05.22, tre mesi dopo ma è il secondo bando in materia. Si sono preparati per tempo!

3 ) dal suo discorso all’Assemblea di Confagricoltura – 12 dicembre 2023

4 ) intervista a Piazza pulita su LA7 – 18 febbraio 2024

Vedi anche:

https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/teleborsa/finanza/accordo-leonardo-e-rfi-per-la-movimentazione-di-risorse-militari-37_2024-04-15_TLB.html

https://www.ilgiornale.it/news/politica/trasportare-lesercito-tornano-i-treni-guerra-2309848.html

21/4/2024 https://pungolorosso.com/

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