X Conferenza IAS sull’HIV

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PRIMO BOLLETTINO


I servizi PrEP potrebbero contribuire al controllo delle IST, dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’offerta di profilassi pre-esposizione (PrEP) dà l’opportunità di ridurre l’incidenza delle infezioni sessualmente trasmesse (IST), a patto che si lavori di più sulla coordinazione e l’integrazione dei programmi PrEP e IST: è quanto affermato da rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità alla 10° Conferenza sull’HIV dell’International AIDS Society in corso a Città del Messico.
Gran parte dei dibattiti e delle ricerche sul rapporto tra PrEP e IST si sono finora concentrati su maschi gay in paesi ad alto reddito; tuttavia, i risultati migliori in termini di controllo delle IST potrebbero invece aversi nei paesi a basso/medio reddito, è stato detto alla Conferenza.

UNAIDS evidenzia i progressi compiuti contro l’HIV, ma lamenta tagli ai fondi.
Il Programma congiunto delle Nazioni Unite su HIV/AIDS (UNAIDS) ha pubblicato il suo ultimo rapporto sullo stato dell’epidemia e la risposta globale all’HIV in vista di IAS 2019.
In alcuni paesi è già stato raggiunto o addirittura superato l’obiettivo 90-90-90 di UNAIDS – arrivare a diagnosticare il 90% delle infezioni da HIV, far entrare in terapia il 90% delle persone HIV-positive e raggiungere l’abbattimento della carica virale nel 90% dei pazienti trattati entro il 2020; in altri, però, i risultati stanno tardando ad arrivare.

Promettente vaccino HIV presto testato su maschi gay e persone transessuali.
Sarà presto avviato un nuovo trial di fase III per un vaccino contro l’HIV che sarà sperimentato in una popolazione di maschi che hanno rapporti sessuali con altri maschi e persone transgender.
Lo studio, chiamato Mosaico, valuterà un regime composto da quattro somministrazioni di un vaccino progettato per proteggere dall’ampia varietà di ceppi HIV diffusi nel mondo.
“Ci prefiggiamo di assicurarci che i risultati di questo studio siano generalizzabili alle popolazioni più duramente colpite dall’infezione da HIV,” ha dichiarato la dott.ssa Susan Buchbinder, responsabile del protocollo di Mosaico.

Nuovi strumenti molecolari per distruggere le cellule reservoir.
Nella ricerca di una cura per l’HIV, uno dei problemi finora più insormontabili è la presenza di una piccola popolazione di cellule infettate dall’HIV a lunga latenza, le cosiddette ‘cellule reservoir’, che il sistema immunitario non riesce a riconoscere ed eliminare. Spesso si sente parlare dell’approccio kick and kill, in cui si cerca di far uscire allo scoperto le cellule reservoir in modo poi da distruggerle con i farmaci. Nei giorni immediatamente precedenti a IAS 2019 si è tenuta l’edizione 2019 dell’HIV and Hepatitis B Cure Forum, durante il quale si è parlato di alcune promettenti molecole geneticamente modificate che sarebbero in grado di individuare e distruggere queste cellule anche senza bisogno di ricorrere a un agente chimico per stanarle.

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SECONDO BOLLETTINO


Sicurezza del dolutegravir in gravidanza, rischio inferiore a quanto stimato.

L’esposizione al dolutegravir al momento del concepimento o durante il primo trimestre di gravidanza è associata a un lieve aumento del rischio di difetti del tubo neurale: è quanto emerge dal follow-up a più lungo termine di una coorte nazionale di nuovi nati in Botswana ì, i cui risultati sono stati presentati alla 10° Conferenza sull’HIV dell’International AIDS Society che si sta tenendo questa settimana a Città del Messico.
Il rischio è però inferiore rispetto a quello suggerito dai risultati preliminari, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dunque emanato nuove raccomandazioni affinché il dolutegravir sia reso disponibile a tutte le donne.

Dolutegravir raccomandato a tutti nelle nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
A tutti coloro che intraprendono una terapia per l’HIV nei paesi a basso e medio reddito è raccomandato di iniziare con un regime farmacologico comprendente il dolutegravir, ha annunciato a IAS 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Un annuncio mirato a dissipare ogni dubbio in merito all’opportunità di far assumere il dolutegravir alle donne in età fertile: le nuove raccomandazioni dell’OMS sono inequivocabili e raccomandano un regime a base di dolutegravir come trattamento elettivo di prima linea per tutti gli adulti e tutti gli adolescenti.

Pazienti HIV “molto soddisfatti” del regime a iniezione mensile.
I pazienti che hanno assunto una combinazione di due antiretrovirali a lunga durata d’azione somministrati con un’unica iniezione mensile hanno espresso grande soddisfazione per il nuovo regime, dichiarando di preferirlo alla terapia orale che assumevano in precedenza: lo attestano due diversi studi presentati a IAS 2019.
Lo studio ATLAS (Antiretroviral Therapy as Long-Acting Suppression) ha testato un regime iniettabile composto da cabotegravir più rilpivirina (in commercio sotto forma di compressa con il nome di Edurant) in pazienti con piena soppressione virologica fino a quel momento trattati con il regime standard a somministrazione orale. Lo studio FLAIR (First Long-Acting Injectable Regimen) ha invece testato lo stesso regime in pazienti mai trattati prima. L’efficacia del regime iniettabile in termini di soppressione virologica era già stata attestata da risultati presentati in precedenza.

Le statine non rallentano la progressione dell’aterosclerosi nei pazienti HIV+.
I risultati di uno studio presentato a IAS 2019 non mostrano alcun rallentamento della progressione dell’aterosclerosi (indurimento delle arterie) in pazienti con HIV trattati con rosuvastatina (Crestor), un farmaco usato per abbassare i livelli lipidici e prevenire la progressione delle malattie cardiovascolari; si è invece rilevata una riduzione dei livelli di colesterolo.
Livelli elevati di colesterolo e trigliceridi, un potenziale effetto collaterale di alcuni farmaci antiretrovirali, sono associati a un aumentato rischio di malattie coronariche, infarti e ictus. Le linee guida raccomandano che tutti coloro che superano una certa soglia di rischio assumano statine o altri farmaci in grado di abbassare i livelli lipidici; solo che uno dei sistemi più diffusi di valutazione del rischio, il Framingham Risk Score, non è molto accurato nel predire il rischio nelle persone con HIV.

Africa sub-sahariana, esiti sanitari HIV più sfavorevoli per chi consuma alcol e stupefacenti.
Secondo due studi presentati a IAS 2019, chi fa uso di alcol e sostanze stupefacenti mostra minor adesione al percorso di cura per l’HIV. Mentre è acclarato che il consumo di alcol e droghe incide negativamente sugli esiti sanitari delle persone HIV+ in contesti come quello europeo e nordamericano, i dati riguardanti l’Africa sub-sahariana sono ancora scarsi.
Un gruppo di ricercatori dell’Università della California – San Francisco hanno dunque cercato di stabilire l’impatto del consumo di alcol nel continuum di cure dalla diagnosi di HIV al trattamento all’abbattimento della carica virale, utilizzando i dati al baseline di SEARCH, un trial con randomizzazione cluster di tipo ‘test-and-treat’ condotto in 32 comunità rurali di Kenya e Uganda.

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TERZO BOLLETTINO


Impianto sottocutaneo PrEP efficace forse per più di un anno.

Un impianto sottocutaneo contenente un nuovo antiretrovirale potrebbe garantire livelli di farmaco sufficienti a prevenire l’infezione da HIV per oltre un anno, ha detto il dott. Randolph Matthews alla 10° Conferenza sull’HIV dell’International AIDS Society a Città del Messico.
Il farmaco in questione, l’islatravir – precedentemente noto come MK-8591 – è un inibitore nucleosidico della traslocazione della trascrittasi inversa (NRTTI) con un’emivita estremamente lunga, dunque molto adatto alle formulazioni a lunga durata d’azione. È attualmente allo studio anche in formulazione orale per il trattamento dell’HIV.


Dolutegravir associato ad aumento di peso in due studi africani.
Due ampie sperimentazioni cliniche condotte nell’Africa sub-sahariana hanno individuato un’associazione tra assunzione di dolutegravir e aumento di peso, associazione che si fa particolarmente pronunciata quando il dolutegravir è assunto in combinazione con la nuova formulazione del tenofovir: lo ha riferito a IAS 2019 la dott.ssa Michelle Moorhouse del Wits Reproductive Health Institute di Johannesburg.
Lo studio NAMSAL, condotto in Camerun, ha randomizzato 613 adulti per assumere la vecchia formulazione del tenofovir (tenofovir disoproxil fumarato, o TDF), lamivudina e dolutegravir oppure tenofovir, lamivudina ed efavirenz.

L’OMS avalla la PrEP on demand per maschi gay.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha emanato raccomandazioni aggiornate per la profilassi pre-esposizione (PrEP) che contemplano anche la cosiddetta PrEP ‘on demand’ (ossia l’assunzione di PrEP circoscritta al periodo in cui si prevede di avere rapporti) come valida opzione di prevenzione per i maschi che fanno sesso con altri maschi. La pubblicazione di queste nuove raccomandazioni è stata annunciata questa settimana a IAS 2019.

Due terzi delle trasmissioni HIV dovute agli uomini, rivela lo studio PopART.
Per ridurre la trasmissione HIV è necessario che nei programmi di test e trattamento universale venga data priorità a coinvolgere i giovani: è quanto emerge da un’analisi del trial di prevenzione dell’HIV PopART presentata a IAS 2019.
PopART è un trial con randomizzazione cluster mirato a valutare l’impatto di una strategia di ‘test-and-treat’ universale sull’incidenza HIV, condotto in varie comunità dello Zambia e del KwaZulu-Natal, in Sudafrica. Queste comunità sono state randomizzate per ricevere i servizi standard per test e trattamento oppure l’offerta porta-a-porta del test HIV e l’aggancio alle cure per iniziare immediatamente il trattamento.

Il Sudafrica risparmia 326 milioni di dollari sul dolutegravir.
La sanità pubblica sudafricana risparmierà 326 milioni di dollari americani nel corso dei prossimi tre anni in seguito a una competitiva gara d’appalto che ha fatto scendere il prezzo di una combinazione fissa di tenofovir, lamivudina e dolutegravir a soli 65 dollari a persona all’anno. Grazie a questo risparmio il paese potrà garantire il trattamento a circa due milioni di persone in più, ha spiegato a IAS 2019 Herbert Musariri della Clinton Health Access Initiative.
Il Sudafrica ha il più ampio programma per il trattamento HIV al mondo: oltre 4,7 milioni di persone già ricevono una terapia antiretrovirale, in gran parte attraverso la sanità pubblica, il che rende il governo sudafricano il più grande fornitore di antiretrovirali al mondo.

Sudafrica, insufficienti i servizi di riduzione del danno per i consumatori di droghe per via iniettiva.
Nelle cinque citta più popolate del Sudafrica (Città del Capo, Durban, Johannesburg, Pretoria e Port Elizabeth) è troppo scarsa la copertura dei servizi di riduzione del danno, ha denunciato il dott. Andrew Scheibe di TB HIV Care a IAS 2019.
Il Sudafrica è interessato da numerose rotte del traffico di sostanze stupefacenti assunte per via iniettiva, e nel corso degli ultimi due decenni il loro consumo è aumentato. Delle 75.000 persone, secondo le stime, che assumono droghe iniettive in Sudafrica, una percentuale compresa tra il 14 e il 21% è HIV-positivo.

Test fai-da-te non accurati nel rilevare la carica virale in persone in trattamento HIV.
Con i cosiddetti test HIV fai-da-te (o test a domicilio) si hanno spesso falsi negativi quando a farli sono persone con infezione da HIV diagnosticata già in terapia antiretrovirale, e di questo si dovrebbe tenere debito conto nella comunicazione riguardante questo tipo di diagnostica: è quanto rilevato da uno studio condotto in Sudafrica e presentato a IAS 2019.
Nei programmi di offerta del test HIV è stato osservato che un significativo numero di persone con infezione già diagnosticata eseguono di nuovo il test fai-da-te: questo talvolta avviene perché stanno cercando di riprendere in mano il proprio percorso di cura, ma molto più spesso è perché dubitano della prima diagnosi.

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