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    Ambiente e salute, Blog — Dicembre 21, 2015 9:50 am

    Comunicato stampa della Sezione provinciale di Alessandria di Medicina Democratica sulla sentenza Solvay. Ingiusta, deludente e preoccupante sentenza. Opportunamente collocata fra le tante (Eternit, Thyssenkrupp, Bussi, ecc.) nel nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” a definire che “non esiste giustizia in campo ambientale”, con tanta pace per innumerevoli comunità italiane che proprio dalla Magistratura di Alessandria attendevano una coraggiosa inversione di tendenza ai processi che hanno scandalizzato l’universo ecologista per la loro sostanziale impunità tramite la derubricazione dei reati dal pesante dolo alla lieve colpa e le prescrizioni, per non dire dire delle assoluzioni. Vittime della sentenza: le parti civili morte e ammalate, gli abitanti inquinati del territorio, il mondo ambientalista disarmato. Vittima la Giustizia insomma, che, per essere “uguale per tutti” dovrebbe, per citare Guariniello, cercare di fare il bene per i più deboli.

    Ambiente Delitto perfetto

    Pubblicato da franco.cilenti

    Essendo uno dei pochi in Italia imperniato sul reato di dolo ambientale, potrebbe aver fatto scuola proprio per i processi dolenti Eternit e Ilva, eppure noi non riveliamo la sentenza del processo Solvay-Montedison in Corte di Assise di Alessandria per non anticipare il finale a chi vorrà leggere come fossero un romanzo le cronache delle udienze: abbiamo mantenuto integra dal blog, a costo di incongruenze, la freschezza tipica di un diario, speriamo coinvolgente. A tratti farsa, a tratti dramma, centinaia di personaggi, in carne e ossa o evocati, infatti affollano l’aula giudiziaria per anni. La prima ragione della scelta editoriale, invece, è che questo processo si colloca in una fase storica caratterizzata dalla crisi dei Movimenti ecopacifisti in parallelo a sentenze che hanno scandalizzato il mondo ecologista e aperto in Italia un vasto dibattito sulla Giustizia in materia ambientale culminato con la Legge sui delitti contro l’ambiente, peraltro a sua volta criticata.  In questo inquietante contesto ha assunto perciò importanza storica e giuridica la sentenza di Alessandria quale possibile affermazione di una inversione di tendenza ai verdetti sui disastri ambientali assolutori per effetto della derubricazione del pesante reato di dolo al lieve reato di colpa, ovvero delle prescrizioni: dal 2004 al 2013 sono stati prescritti 80 mila reati ambientali, per 220 miliardi di danni che nessuno pagherà.

    Se del libro il processo Solvay è il nucleo centrale, la sezione che necessariamente lo precede riguarda i Movimenti popolari. Il cenno obbligato al precursore di tutti i fallimenti: quello del Movimento operaio negli anni ’80.   L’analisi dello stato di salute dei Movimenti ecopacifisti prima e dopo i referendum 2011. La tesi della loro sconfitta epocale per responsabilità soprattutto del Forum per l’acqua pubblica che, all’indomani della straordinaria vittoria referendaria, aveva tutte le carte in mano (dimensione, autorevolezza e soldi dei rimborsi elettorali) per attivare finalmente il processo di unificazione dei Movimenti. Rifiutando di sciogliersi nei Movimenti, soprattutto con Notav Valsusa, ha dissolto un immenso ma disperso patrimonio civile composto da mille vertenze sul territorio, una forza politica straordinaria potenzialmente in grado di farsi Soggetto politico di governo nazionale dei Beni Comuni. Una occasione storica irripetibile: la vittoria clamorosa è stata irrimediabilmente buttata nel cesso per egoismi e incapacità di analisi strategica di alcuni burocrati. Tesi dagli stessi assai contestata.

    Salvo alcune enclave giudiziarie ancora da espugnare, la Giustizia si è prontamente adeguata al nuovo clima politico e sociale. In più sono subentrate leggi ecoreati e responsabilità civile magistrati, insieme a decreti ad hoc, sblocca Italia.  Nelle rimanenti sezioni del libro, a sostegno dell’altra tesi che “non esiste una via giudiziaria all’ambiente salubre” supplente delle lotte popolari dentro e fuori le fabbriche di morte, abbiamo dunque pescato nella vasta casistica processuale sia penale che amministrativa: Montedison Porto Marghera, TyssenKrupp Torino, Eternit Casale Monferrato, Tav Muggello, Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, Stoppani Cogoleto, Montedison Bussi, Ferrovie Viareggio, Enel Porto Vesme, Tirreno Power Vado Ligure, Enel Porto Tolle, Terra dei fuochi, Ilva Taranto, Michelin Spinetta Marengo, Fabbricazioni Nucleari Bosco Marengo, Pirelli Milano, Enel Turbigo, Ansaldo Tosi Legnano, Fincantieri Palermo, Grandi Navi Venezia, Triv, Olivetti, Mose  eccetera). E abbiamo scelto quale emblematico epicentro giudiziario Alessandria, che non si è fatta mancare nulla: amianto, nucleare, chimica, tav, smog; quasi a voler  smentire l’abusata definizione del concittadino Umberto Eco, “Nulla di nuovo tra il Tanaro e il Bormida”, che irride il motto papalino sullo stemma del municipio “Deprimit elatos levat Alexandria stratos”, Alessandria umilia i superbi ed esalta gli umili. La sentenza Solvay avrà confermato il luogo comune dell’autorevole semiologo oppure la dedica donata nove secoli prima dall’autoritario papa Alessandro III ?

    Lino Balza

    Medicina Democratica – sezione di Alessandria

    http://medicinademocraticaalessandria.blogspot.it

    PUOI RICHIEDERE GRATUITAMENTE IL LIBRO INVIANDO L’INDIRIZZO POSTALE linobalzamedicinadem@gmail.com

    Comunicato stampa del 14 dicembre:

    Deludente e preoccupante la sentenza Solvay di Spinetta Marengo

    E’ giustamente collocata fra le tante nel libro “Ambiente Delitto Perfetto”. Cosa potevi aspettarti di più da Alessandria rispetto alla consolidata giustizia in materia ambientale in Italia? Nulla. Nulla di nuovo tra Tanaro e Bormida: confermerebbe Umberto Eco.

    La sentenza del processo Solvay di Spinetta Marengo è deludente e preoccupante. Deludente per le parti civili vittime dell’ecocidio che esigeva condanne e risarcimenti severi. Preoccupante per gli abitanti della Fraschetta, consapevoli che soltanto una costosissima bonifica del territorio potrà scongiurare un futuro di indagini epidemiologiche con sempre più morti e malattie. Deludente e preoccupante anche per le innumerevoli comunità italiane che proprio dalla Magistratura di Alessandria attendevano una coraggiosa inversione di tendenza alle sentenze (Eternit, Thyssenkrupp, Bussi, ecc.) che hanno scandalizzato l’universo ecologista e aperto un vasto dibattito sulla Giustizia in materia ambientale per la loro sostanziale impunità tramite la derubricazione dei reati dal pesante dolo alla lieve colpa e le prescrizioni, per non dire delle assoluzioni. Tutte le aspettative, deluse ad Alessandria, ruotavano attorno all’ormai famoso articolo 439 del codice penale che condanna la consapevolezza del delitto contro la collettività, il dolo appunto: “Chiunque avvelena acque destinate all’alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per consumo, è punito con la reclusione non inferiore a…”. Da 10 a 18 anni ha chiesto il Pubblico Ministero per gli 8 imputati. E non un paio di anni, quasi prescritti, come…per aver attraversato con il rosso. Sono infatti almeno 21 le sostanze tossiche e cancerogene prima scaricate di nascosto in falda e poi addirittura omesse di bonifica. Una bonifica che necessiterebbe un risarcimento miliardario.  Gli occhi del mondo penale e ambientalista sono rimasti per 7 anni puntati sul tribunale di Alessandria, 3 anni in Corte di Assise, dove la battaglia in campo dottrinale è stata esaltata dagli enormi interessi economici in gioco, in vista di una sentenza di possibile portata storica in campo giudiziario. In questi 7 anni, invece, gli occhi delle vittime hanno pianto testimoniando in aula e non pochi si sono nel frattempo spenti in attesa di giustizia. Noi, che in tribunale ci siamo battuti più di ogni altro, possiamo dire che oggi i più deboli hanno ottenuto giustizia? Non possiamo. Lo lasciamo dire agli avvocati, come ai politici che alle elezioni vincono tutti. Nell’aula campeggia la fatidica scritta “La legge è uguale per tutti” che altrimenti interpretò Raffaele Guariniello: “Sono stato nella Magistratura per decenni e ho cercato di fare il bene dei più deboli”.

      Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria

     

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    Autore: franco.cilenti
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