La falsa retorica dei vaccini

Scardinare la nazionalizzazione della sanità e della industria educativa erano tra i primi obiettivi del neoliberismo, ben prima che prendessero il sopravvento le teorie economiche dei Chicago Boys.

La distruzione dello stato sociale, la lenta erosione dei diritti sociali erano i presupposti indispensabili per indebolire il ruolo dello Stato e la sua iniziativa in campo economico e sociale per favorire invece processi di privatizzazioni e i cosiddetti bonus.

Dietro allo scambio diseguale tra salario e bonus si cela una insidiosa campagna ideologica che mira alla distruzione del welfare, di sanità e istruzione pubblica.

Non a caso Friedman preconizzava la distruzione dello stato sociale per sostenere invece le beneficenze private. Quanto accaduto per decenni con le Fondazioni private e il loro progressivo e inesorabile ingresso nelle università americane e inglesi è avvenuto anche nel nostro paese con borse di studio e corsi universitari nati dal nulla e finanziati da blocchi di potere economico e finanziario che hanno stravolto l’insegnamento pubblico piegandolo alle esisgenze di impresa. E’ accaduto,ad esempio, con l’ingresso delle multinazionali produttrici di armi che hanno costruito dal nulla un sistema di finanziamento degli atenei e nuovi corsi universitari.

Qualcosa di simile è avvenuto anche in sanità con la ricerca ormai avulsa da gran parte delle strutture pubbliche, eccezion fatta per quelle di eccellenza, nonostante sia proprio il pubblico a contribuire alla riuscita di percorsi di ricerca dei quali beneficiano tuttavia le aziende private vantando il diritto di autore e la gestione industriale\commercializzazione dei prodotti farmaceutici che, quotati in Borsa, producono inimmaginabili profitti.

Se guardiamo al numero dei ricercatori universitari si capisce bene quanto poco sia stato fatto per la ricerca pubblica da 40 anni ad oggi.

In Cina stanno mettendo a punto almeno 5 vaccini anticovid, in Occidente poco o nulla ne sappiamo mentre ogni giorno veniamo rassicurati sulla assenza di effetti collaterali dei vaccini prodotti nei paesi a capitalismo avanzato e prossimi all’utilizzo.

Mentre si smantellava la sanità pubblica, mentre gli ospedali erano al collasso per mancanza di personale e di investimenti, in Italia si è scatenato uno pseudo dibattito sui vaccini, sulla loro utilità ed efficacia.

Con le dovute distinzioni, qualcosa di simile è accaduto con la medicina alternativa rispetto a quella tradizionale, abbiamo perso di vista le finalità delle cure diventando fautori di alcune cure delle quali poco o nulla sappiamo, ideologicamente influenzati da campagne mediatiche sapientemente costruite.

La ricerca è stato spesso soffocata e limitata perchè non studiasse nuove cure per malattie diffuse contro le quali si utilizzano alcuni medicinali di ampio uso (e quotati in Borsa), anche questa realtà è stata spesso taciuta.

Sarebbe stata di grande aiuto l’università e la ricerca pubblica, avrebbero potuto svolgere un ruolo determinante nel dibattito culturale se non avessimo indebolito, a colpi di spending review e privatizzazioni, il ruolo e la funzione della medicina e piu’ in generale del pubblico.

Le campagne internazionali di vaccinazione hanno debellato malattie mortali e alllungata la vita media , è evidente che dietro a queste iniziative si nascondano anche interessi economici colossali destinati a favorire alcune case farmaceutiche ma da qui a rifiutare i vaccini corre grande differenza.

Il ragionamento non puo’ quindi ridursi tra favorevoli e contrari alle vaccinazioni o men che mai rivendicare la libertà dell’individuo nella scelta di sottoporsi a vaccini, la libertà di scelta contro la presunta dittatura sanitaria.

Un diritto inalienabile dovrebbe riguardare la cura e la prevenzione da malattie, non pensare alla sanità compatibilmente con interessi economici e i criteri di spesa delle politiche di austerità. Per decenni ogni intervento sociale pubblico è stato piegato alla logica della convenienza economica, del profitto e dei mercati azionari, lo stesso varrà anche nel caso dei vaccini.

Detto cio’ pensiamo sia importante vaccinarsi, tuttavia la prevenzione in campo sanitario dovrebbe valere non solo per il Covid ma per ogni altra patologia\malattia, dovremmo spendere fondi per prevenire i tumori, per la medicina del lavoro, per mettere al bando produzioni nocive all’umanità e all’ambiente senza cadere nell’equivoco liberista della compatibilità delle scelte politiche e del corpo legislativo con la tenuta del sistema capitalistico.

La salute pubblica si salvaguarda anche con la immunizzazione e la prevenzione, con adeguati stili di vita e di alimentazione, nel mondo si muore per stress collegato al lavoro, per infortuni nei luoghi di lavoro, eppure ben poco viene fatto per prevenire queste stragi perchè le scelte da operare sarebbero in contraddizione con la tenuta del sistema capitalistico.

Senza volere fare di ogni erba un fascio, il monitoraggio della salute pubblica dovrebbe avvenire 365 all’anno riguardando non solo i paesi economicamente piu’ forti, non a caso numerose malattie debellate in Occidente continuano a mietere migliaia di morti in altre aree del mondo senza che gli organismi internazionali di sanità si siano posti alcun problema.

Il sistema di segnalazione e raccolta dei dati relativi ai vaccini e alle cure dovrebbe essere in mano pubblica per sottrarsi alla perniciosa valutazione di Fondazioni e soggetti privati che sovente sono parte interessata controllando le industrie farmaceutiche e le stesse Facoltà universitarie, finanziando lobby politiche e parlamentari. La pandemia poteva essere l’occasione per restituire credibilità e forza alla sanità pubblica ma le scelte operate sono state del tutto inefficaci, anzi sovente abbiamo pensato che il depotenziamento del pubblico restasse tra gli obiettivi da perseguire anche dinanzi alla assenza del privato nella lotta al covid.

La campagna ideologica dei vaccini, tra fautori e contrari, nasconde una realtà ben piu’ complessa ad occultare il depotenziamento della sanità pubblica e della stessa prevenzione, per decenni è stato scientemente indebolito il ruolo di controllo e di indirizzo del pubblico, anzi ormai a gestire welfare e sanità pubblica troviamo , in maniera piu’ o meno occulta, soggetti privati tra Fondazioni e professori universitari per i quali dovrebbe esserci un rapporto esclusivo con il settore pubblico.

Il monitoraggio della sanità, come del resto dei vaccini e delle cure, dovrebbe essere ad esclusivo appannaggio del pubblico al pari della prevenzione e della cura ripensando un sistema sanitario che negli ultimi 40 anni è stato depotenziato dalle politiche di austerità.

Per queste ragioni è fuorviante il dibattito in corso tra fautori e negazionisti dei vaccini o delle regole di distanziamento sociale, sono ben altre le questioni sulle quali dibattere. E l’arrivo di vaccini, augurandosi della loro efficacia in funzione anti pandemica, non siano da alibi per occultare le responsabilità nella strage da covid, 70 mila morti solo in Italia ormai milioni nel mondo.

Federico Giusti

27/12/2020 http://www.controlacrisi.org

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