Morti sul lavoro. Lettera di Carlo Soricelli al Presidente dell’INAIL

All’attenzione del Presidente dell’INAIL Massimo De Felice e p.c al Presidente Napolitano e al Primo Ministro Renzi.

 

Egr. Sig. Presidente De Felice, nell’ articolo dell’Espresso on line a firma di Miche Azzu mi sono sentito offeso come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro dalla risposta che ha dato un dirigente dell’INAIL che commentando i dati dell’Osservatorio, dice che le morti sui luoghi di lavoro che indichiamo  sono “presumibili” . Gli rispondo che sono persone vere in carne ed ossa che muoiono mentre lavorano, e per togliere ogni dubbio di confrontare i dati, per poi vedere se è vero quello che l’Osservatorio scrive da anni. Praticamente, fin dall’apertura nel gennaio 2008,  mi ero accorto, registrando i morti che i dati dell’Istituto erano parziali, e che le morti sul lavoro erano molte di più di quelle che l’INAIL diramava attraverso i media. L’INAIL dica chiaramente ai cittadini italiani con un comunicato che monitora solo i propri assicurati, e che tantissime categorie non lo sono, come non lo sono i lavoratori in nero.  Le morti registrate sono persone VERE che meritano rispetto da parte di tutti. Su queste tragedie occorrono  interventi mirati perchè la realtà è molto diversa da come appare, o da come si vuol fare apparire. Da quando ho aperto l’Osservatorio le morti non sono praticamente mai calate se si guarda il fenomeno nella sua interezza. Muoiono soprattutto agricoltori schiacciati dal trattore di tutte le età (47 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti così orribilmente), edili e lavoratori dei Servizi . Credo che sia moralmente corretto che questo Istituto dello Stato, che spende centinaia di milioni di euro per la Sicurezza, a mio parere senza aver ottenuto finora nessun risultato, almeno da quando ho aperto l’Osservatorio,  presti attenzione anche alle morti che non sono solo tra i propri assicurati, Che il Potere Legislativo si occupi finalmente del triste fenomeno nella sua interezza. Che a tutti i lavoratori, qualunque lavoro svolgono, abbiano un’assicurazione simile. E sopratutto di assicurare alle Partite Iva individuali, che spesso nascondono un lavoro dipendente a tutti gli effetti, la stessa copertura assicurativa, anche in caso di morte o d’infortunio grave. Almeno su questo aspetto non ci siano lavoratori di serie A e di serie B.

 Carlo Soricelli

Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

3/5/2014

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *