PANDEMIA. E’ ora della guerra di classe

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Ho sempre pensato, e oggi ne sono sempre più convinto, che la politica sia una cosa seria, che non si improvvisa e che per certi ruoli devi avere una visione dello Stato, ma soprattutto un fine politico preciso ossia rispondere alle esigenze sociali e agli interessi della popolazione, in quel ruolo essere medico può aiutare, ma non è indispensabile non devi dare cure sanitarie o fare interventi chirurgici, devi invece nella mia visione complessiva dello Stato lavorare ad una Sanità totalmente pubblica, universale e gratuita in tutte le sue forme di esigibilità del diritto alla salute.

Questo è quello che ho cercato di fare e quando è scoppiata la pandemia, a chi mi chiedeva cosa avrei fatto io ho sempre risposto, essendone tutt’ora convinto, che la gestione politica della pandemia è stata sbagliata e fallimentare sin dall’inizio, che avrei immediatamente riaccentrato nazionalmente la gestione politica complessiva, che avrei indicato nei vaccini la via di tutela dei soggetti più fragili e degli anziani, che soprattutto avrei potenziato la medicina territoriale di base, con cure che già esistevano (i ceppi sars sono noti dal 2003 quando scoppiò l’aviaria) e tracciamenti domiciliari gratuiti, avrei potenziato immediatamente e permanentemente le strutture ospedaliere e assunto personale necessario, avrei riconcentrato la Ricerca in mano pubblica, avrei in sostanza fatto una strada opposta (del tipo di quella cubana ) rispetto all’affidamento totale e senza condizioni, come invece è avvenuto, a big pharma e alla sua inesauribile voglia di speculare sulle malattie.

Oggi, alla luce del fallimento politico delle scelte fatte dai governi Conte e Draghi, di cui ovviamente chi sta al potere non vuole sentir parlare negando una imbarazzante evidenza, vorrei che almeno nella sinistra ancora reale per quel po’ che esiste nel paese si aprisse una seria riflessione su cosa sono stati questi due anni e quali disastri, non solo in termini di vite umane perse ma anche, di stato sociale distrutto sotto ogni profilo. Chi nega il fallimento, o non capisce o è in malafede. Il 15 ottobre, giorno in cui è entrato in vigore l’obbligo del Pass nei luoghi di lavoro, c’erano poco più di 2400 positivi al virus, ieri 29 dicembre i positivi erano quasi 100000, nel mezzo di questo trionfo c’erano le narrazioni per cui il pass “dava la certezza di stare in ambienti non contagiosi”, che i cittadini erano immunizzati e che quindi potevano fare quello che volevano senza alcun riguardo e precauzione, fino ad arrivare all’ultimo decreto per cui siccome, non si è fatto nulla per migliorare la situazione ricettiva e organizzativa sanitaria in cui processare un milione di tamponi, è alla lunga insostenibile, ( in Cina li fanno in mezz’ora) allora sapete che si fa? Si toglie una parte di quel tracciamento, che già era fatto male, così si sistemano i conti e i dati del contagio se non altro caleranno, con le ovvie e stucchevoli voci servili dei media che canteranno le gesta divine del “sommo” Draghi.

Intanto, ancora per un po’, potremmo prendercela con chi, non commettendo alcun reato vista l’inesistenza di una legge d’obbligo vaccinale ai sensi dell’art.32 della Costituzione, si ostina a non vaccinarsi ed è untore e capro espiatorio di ogni nefandezza sulla terra, compreso inondazioni, tsunami e terremoti. Ma a parte le balle raccontate coscientemente sui vaccini, e non mi riferisco alla innegabile riduzione del danno verso la malattia più grave, ma al fatto che prima erano la soluzione alla pandemia con una efficacia del 96%, poi davano almeno l’immunità dal prendere e trasmettere il virus, poi duravano 9 mesi, pardon 6 mesi, poi dopo 4 (in altre parti di Europa 3), quindi meglio fare il Booster (richiamo) e già alcuni, tra cui il primo consulente del ministro, parlano della 4 dose, senza contare che nel frattempo hanno aperto le vaccinazioni nei bambini tra 5 e 11 anni ( che in due anni di pandemia anno avuto in questa fascia di età purtroppo 16 decessi ma con pluripatologie gravi) e vogliono percorre strada analoga per bambini sotto i 5 anni.

Le domande che mi pongo e vi pongo sin dall’inizio sono: ma davvero si pensa di andare avanti così, a vaccinare le intere popolazioni ogni 4 mesi, il tutto senza evidenze scientifiche, anzi con medici scienziati israeliani che bloccano la 4 dose già ordinata dal governo, perché dicono potrebbe mettere in crisi l’intero sistema immunitario di ogni soggetto che la riceve?

Perché non si è fatto nulla sul fronte dell’organizzazione sanitaria e della produzione e somministrazione delle cure a partire da quelle domiciliari, per privilegiare esclusivamente i vaccini?

Perché non si è detto la verità sulla efficacia, la durata e l’immunizzazione reale dei vaccini?

Perché non si è fatto un monitoraggio di farmaco sorveglianza “attiva” anziché passiva creando se non altro una nebbia fitta – fitta sugli eventi avversi possibili?

Perché una volta fatto fuori Astrazeneca, abbiamo nella sostanza dovuto accedere solo a vaccini Pzifer e Moderna a tecnologia mRNA (mai sperimentati sulla specie umana) totalmente nelle mani statunitensi senza poter usufruire di altri vaccini a tecnologia sperimentata e tradizionale come il russo, cinese o cubano?

Perché dopo le chiusure forzate delle attività nel 2020 (fatta eccezione per i desiderata di confindustria) oggi è prioritario il fine economico su quello della salute?

Perché si protrae la distrazione di massa pompando e alimentando odio sociale attraverso la pandemia, quando questa oramai sta andando verso l’endemia e quindi si dovrebbe affrontare in altro modo?

C’è un nesso e io dico di si, tra la narrazione attuale e il fatto che stiamo andando a rotta di collo verso un disastro sociale senza precedenti fatto da : disoccupazione di massa, perdita di migliaia di posti di lavoro, ulteriore precarietà e insicurezza giovanile, riduzione del potere di acquisto, salari e pensioni da fame, sfratti esecutivi, perdita dei servizi pubblici essenziali verso la privatizzazione, caro vita insopportabile e perdita definitiva della democrazia rappresentativa verso un sistema oligarca e tecnocratico ?

Personalmente a queste domande rispondo che si non solo c’è un nesso, ma anche una scelta politica espansiva e criminale ultraliberista, che si il sistema capitalistico qui da noi, ha trovato una flebile resistenza (a volte confusa ed inquinata, anche per nostre responsabilità aventiniane) per mettere in atto una riorganizzazione senza precedenti e che, soprattutto nel mondo del lavoro, della scuola e della vita sociale, ha potuto distruggere diritti fondamentali come quelli del lavoro, della retribuzione, dello studio e alla esistenza stessa.

Un domani, oramai prossimo (vedi clima) una qualsiasi emergenza esistenziale potrà tradursi in coercizioni dei diritti e delle libertà, così come testato in questi due anni.
Abbiamo perso tempo e alimentato il conflitto nelle nostre stesse comunità, per la gioia dei padroni e del capitale che fa ciò che vuole senza sforzo e conflitti contro di loro: Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur ! Adesso si deve invertire la rotta e a tutti i nemici di classe, senza sconti, va fatta la guerra se non vogliamo restare in catene.

Marco Nesci

Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

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