Buon anno a un’altra Italia

Care compagne e cari compagni,

nell’augurarvi un 2022 di salute, diritti, solidarietà, pace sento il dovere di ricordare che nel nuovo anno ci sarà bisogno soprattutto di lotta.

Il 2021 si è chiuso con una recrudescenza della pandemia e le misure sbagliate di un governo che non ha investito per il rilancio della sanità pubblica né per affrontare il sovraffollamento di scuole e trasporto pubblico.

La variante Omicron dimostra che eravamo stati facili profeti con la campagna ‘Nessun profitto sulla pandemia’ nel rivendicare la moratoria sui brevetti per dare accesso ai vaccini in tutto il mondo. I governi dell’Unione Europea portano la responsabilità dell’apartheid vaccinale continuando a difendere con il loro veto il monopolio di poche multinazionali in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio.

Durante la pandemia è cresciuta la povertà in tutto il mondo ma i 10 miliardari più ricchi hanno aumentato la propria ricchezza di più di 400 miliardi di dollari mentree gli stati gli garantiscono di pagare meno tasse della classe lavoratrice.

Il governo Draghi ci regala una manovra ingiusta che restituisce poco o nulla a lavoratrici e lavoratori che subiscono la beffa dell’Irpef e anche l’innalzamento dell’età pensionabile. mentre con il PNRR si destinano enormi risorse alle grandi imprese. Nessuna misura seria contro le delocalizzazioni, i bassi salari, la precarizzazione del lavoro e per l’estensione della platea del reddito di cittadinanza, per il diritto all’abitare. Nessun rilancio del pubblico anzi l’assalto privatizzatore ai servizi pubblici e all’acqua. Non ci eravamo sbagliati nel dire fin dall’inizio “Draghi? No, grazie” e lo ribadiamo ora che il banchiere si autocandida alla Presidenza della Repubblica. Si tratterebbe dell’ennesimo passo del progressivo svuotamento della democrazia costituzionale da parte di forze politiche e poteri economici e mediatici che hanno innalzato al ruolo di “salvatore della patria” il protagonista delle privatizzazioni e del terrorismo della troika contro la Grecia di Tsipras.

Con l’anno nuovo scatta un enorme aumento delle bollette dell’energia elettrica +55% e del gas +48% che è conseguenza delle fallimentari ‘riforme’ neoliberiste che negli anni ’90 hanno privatizzato il settore e liberalizzato il mercato energetico eliminando il controllo pubblico sulle tariffe.

La Cop26 di Glasgow si è conclusa con un fallimento e nel 2021 registriamo l’aumento delle emissioni climalteranti. Il capitalismo produce catastrofi mentre tingendosi di verde cerca nuove occasioni di profitto per la finanza e le grandi imprese. Il ministro della finzione ecologica, in linea con la Commissione Europea, ci propone il ritorno al nucleare e il rilancio delle trivellazioni.

Le spese militari aumentano nel nostro paese e nel resto della NATO, con gli USA che superano ogni record della storia e finanziano persino i viaggi spaziali dei miliardari, mentre si chiudono le frontiere dell’Europa col filo spinato a chi fugge dai paesi devastati dalle guerre dell’Occidente e l’Italia attua miglia di respingimenti illegali in mare.

Nell’archiviare il 2021 non dimentichiamo però le tante lotte e resistenze in Italia e in tutto il pianeta. Una critica radicale del capitalismo caratterizza i movimenti a livello internazionale, dal femminismo all’ambientalismo. E nel mondo del lavoro la lotta contro le delocalizzazioni – soprattutto grazie alla straordinaria esperienza della GKN – ha assunto un carattere politico con la rivendicazione di una legge e di un piano per non restare impotenti di fronte alla spietatezza delle multinazionali e dei fondi speculativi. Lo sciopero generale del 16 dicembre di Cgil e Uil – dopo quello dei sindacati di base dell’11 ottobre – ha rimesso al centro precarietà, fisco, pensioni. Il coro unanime contro lo sciopero generale evidenzia l’ineludibilità della ricostruzione di una forza politica delle classi lavoratrici oggi espulse dal terreno della rappresentanza.

Si tratta di segnali positivi che vanno valorizzati. La convergenza delle lotte e dei movimenti è necessaria per costruire un’efficace opposizione sociale al governo e un’alternativa ai poli politici esistenti.

Nell’anno che si è concluso abbiamo tenuto il congresso del nostro partito, per la prima volta unitario nel trentennale della nascita, e le tesi approvate costituiscono un terreno ora di impegno comune nell’iniziativa politica e sociale. Ci siamo ripromessi di proseguire sulla strada della Rifondazione Comunista, per un comunismo democratico, libertario, verde, femminista del XXI secolo. Lo facciamo tra tante difficoltà, compresa la nostra invisibilità sui media che dovrebbe indignare qualsiasi democratico.

Vanno ringraziate/i tutte le compagne e i compagni che ci hanno consentito di essere il quarto partito per indicazioni delle cittadine e dei cittadini nel 2×1000. Al momento non sappiamo ancora se ci sarà riconosciuto anche per il 2022. A inizio anno non posso che invitare tutte e tutti a una SOTTOSCRIZIONE PER IL NOSTRO PARTITO (o a fare un rid). L’autofinanziamento è condizione imprescindibile per andare ‘in direzione ostinata e contraria’ facendo politica pulita e non al servizio dai poteri economici.

Sappiamo di non essere autosufficienti e, come insegnava la compagna Lidia Menapace, non abbiamo una concezione “monoteista” del partito. Siamo chiamati in questa fase drammatica per la sinistra e le classi lavoratrici nel nostro paese a contribuire alla costruzione di un progetto largo e unitario di aggregazione coinvolgendo le altre soggettività politiche e le tante esperienze della sinistra sociale e dei movimenti.

Si tratta di un compito difficile ma indispensabile. Non possiamo rassegnarci alla frammentazione e all’attuale debolezza della sinistra nel nostro paese.

Dal Cile a fine anno ci è arrivato il grande regalo della vittoria della coalizione della sinistra, frutto della convergenza del Frente Amplio e del Partito Comunista Cileno con i movimenti sociali. Questa vittoria è arrivata dopo un ciclo di lotte e rivolta sociale di studenti, femministe, settori popolari che hanno messo in discussione il modello neoliberista imposto negli anni di Pinochet e conservato anche dai governi di centrosinistra.

Care compagne e cari compagni,

Buon 2022, buona lotta per il diritto alla salute, l’attuazione della Costituzione, la pace, l’ambiente, un lavoro e un reddito per tutte e tutti, per un’alternativa ecosocialista e femminista.

Maurizio Acerbo

Segretario nazionale di Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

1/1/2022

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *