AMIANTO E TERREMOTO

Collapsed houses are seen following an earthquake in Pescara del Tronto, central Italy, August 26, 2016. REUTERS/Max Rossi

Il Terremoto che si è verificato nel centro Italia qualche giorno fa che ci ha fatto contare oltre 250 morti, molti altri feriti e una distruzione quasi totale di numerosi paesi ha mostrato ancora una volta, come già molti hanno osservato, che per l’Italia nonostante le leggi e la cultura scientifica presente, la prevenzione è una chimera. Poi piangiamo i morti.

Vi è stata e vi è una grande solidarietà nei confronti delle comunità colpite; le istituzioni si sono mosse si è capito che è necessario intervenire subito, che per recuperare per quanto possibili i danni e ricostruire è necessario che:

  • La popolazione non va allontana dalla propria terra
  • La popolazione deve essere coinvolta in tutte le scelte che la riguardano

Un tema che appare secondario di fronte al disastro generato dal terremoto è quello della presenza di amianto che in quantità grandi o piccole, secondo le peculiarità delle costruzioni, può contaminare i soccorritori per primi e i cittadini che stazionano nelle vicinanze dei paesi distrutti. L’esposizione all’amianto, sappiamo bene, produce danni anche a grande distanza di tempo. In particolare l’amianto ridotto in polvere è pericolosissimo. Non pratichiamo l’incuria della mancata prevenzione, non avendo pensato che in zona sismica si possono manifestare dei terremoti, ma agiamo da subito con tutte le precauzioni per evitare la contaminazione.

Ci rivolgiamo alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, ai sindaci dei territori devastati e tramite loro a tutti i volontari che si sono adoperati e continuano a farlo in questo doloroso frangente. Consideriamo la presenza di amianto  che il terremoto ha reso pericoloso. Attuiamo tutte le possibili misure di prevenzione a partire dall’informazione alle persone che in qualunque modo sono coinvolte e preoccupiamoci altresì dei luoghi in cui i materiali di risulta verranno scaricati.

Associazione Italiana Esposti Amianto

Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute

Milano, 28 agosto 2016

NOTE

Dal rapporto “L’amianto nella regione Lazio” redatto nel giugno 2013, dal dottor Fulvio Cavariani direttore del laboratorio di igiene industriale – Centro Regionale Anianto (CRA), dipartimento di prevenzione AUSL Viterbo, in collaborazione con l’ingegner Federico Brizi, il dottor Gabriele Castri, il dottor Marco di Francesco ed il Team Mappatura CRA, risulta che i tetti in cemento amianto presenti nel reatino, ad esclusione del capoluogo di provincia, in zone simili all’area terremotata, hanno una media di circa 17,5 tonnellate a chilometro quadrato. I dati sono stati ottenuti nel corso della seconda campagna per la realizzazione di una mappatura di coperture in cemento amianto in aree campione della regione Lazio, con metodologia di telerilevamento satellitare, messe a punto in particolare dal CAAM (Centro di Ateneo di Archeometria e Microanalisi) dell’università degli studi “G. d’Annunzio” di Chieti – con il quale la AUSL di Viterbo tramite il Centro Regionale Amianto (CRA) ha stipulato un accordo di ricerca ­, per la realizzazione di una mappatura di coperture in cemento amianto in aree campione della Regione Lazio. L’attività ha previsto l’acquisizione di immagini satellitari multispettrali in zone fortemente antropizzate preventivamente selezionate, con la successiva elaborazione dei dati per l’estrazione dei tematismi in ambito GIS. Si è potuto così ottenere mappe georeferenziate con identificate e quantificate le coperture in cemento amianto.

L’estensione dei territori comunali interessati dal sisma, sempre meno Rieti, è di 962,24 chilometri quadrati. Pertanto i tetti in cemento amianto hanno un peso superiore a 16.826 tonnellate. Considerato che l’impasto per le lastre in cemento­amianto contiene dal 10 al 16% di crisotilo più modeste percentuali di crocidolite e amosite, il crisotilo presente nei tetti varia da 1.682.637 a 2.692.219 chilogrammi. Considerando che l’USEPA per la MOCF ha proposto il limite di 3 x 105 fibre/mg in base al fattore di conversione da numero di fibre a peso, ne consegue che nei tetti delle zone terremotate ci sono dalle 5 x 1017 alle 8 x 1017 fibre di crisotilo presenti, per esteso i numeri sono: 504.791.104.000.000.000; 807.665.766.400.000.000; dalle 5 alle 8 centinaia di milioni di miliardi di fibre. Quantitativo calcolato considerando solamente i tetti. L’amianto è stato aggiunto al cemento anche per: le canne fumarie; gli scarichi fognari; gli acquedotti. È stato utilizzato nella composizione del linoleum e peggio ancora nelle colle per farlo aderire al pavimento. Più un’altra infinità di prodotti. Pertanto il personale operante in zona è esposto ad una altissima probabilità di inalare le fibre del minerale killer. Sopratutto chi lavora direttamente sulle macerie deve proteggere le vie respiratorie adottando tutti i dispositivi di protezione individuale imposti dalla legge per chi manipola l’amianto.

 

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