Autonomia differenziata contro la salute e le condizioni sociali delle donne

Autonomia differenziata e donne: nessun problema? La domanda è retorica, naturalmente. Oltre agli effetti devastanti che colpirebbero tutte e tutti, se l’autonomia differenziata dovesse diventare legge, le donne vedrebbero ulteriori restrizioni relative all’affermazione dei propri diritti. E ostacoli aggiuntivi sul cammino della conquista di un pieno riconoscimento della propria funzione all’interno della società.

Due esempi su tutti: interruzione di gravidanza e asili nido che faranno registrare un arretramento considerevole rispetto alle condizioni di vita. La potestà legislativa esclusiva in materia di sanità (che vuol dire la possibilità di legiferare in maniera autonoma da parte della Regione) andrà a colpire l’esercizio del diritto ad una maternità consapevole, che già negli ultimi anni ha fatto registrare violazioni palesi rispetto alle conquiste della 194/78.

Il diritto al lavoro femminile, su cui già oggi tanto ci sarebbe da fare e da pretendere, verrà ulteriormente ostacolato dalla ulteriore limitazione dei servizi pubblici (in primis, gli asili nido; ma tutto il sistema scolastico nella sua interezza); al Sud, inchiodato alla spesa storica, le prospettive di sviluppo e di emancipazione saranno sempre più limitate; al Nord, i servizi per l’infanzia – come tutti i servizi sociali – verranno ulteriormente sottoposti al processo di privatizzazione.

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https://www.youtube.com/live/1LNi-SHwe60?si=UnC2hxh0S0_I39N2

15/2/2024

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