Canale di Sicilia, le testimonianze dei superstiti: “Eravamo in 950”.

“Eravamo in 950. C’erano anche duecento donne e 50 bambini con noi. In molti erano chiusi nella stiva”. Le prime testimonianze delle poche decine di sopravvissuti sulla nuova tragedia nel canale di Sicilia vicino alle coste libiche sono peggiori di quanto ci si aspettava. Sono morti come topi in gabbia. Sono andati giù, in fondo al mare, senza neanche poter provare a salvarsi, ad aggrapparsi ad un pezzo di legno, al braccio di qualcuno.
Per il premier greco Alexis Tsiprs, “i Paesi del sud Europa devono coordinare delle proposte per prevenire simili tragedie, serve solidarietà da parte europea. “I nostri mari non possono diventare dei contenitori di cadaveri”. Tsipras appoggia la proposta di Renzi che ha chiesto un vertice europeo straordinario entro la settimana dopo l’ennesima tragedia del mare. Il segretario del Prc Paolo Ferrero ha sottolineato in una sua dichiarazione che quanto avvenuto nel Canale di Sicilia è “frutto della cosiddetta guerra umanitaria in Libia”, e che a questo punto è sempre più urgente aprire un corridoio che consenta di raggiungere l’Europa ai profughi libici.

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), nel 2014 sono stati 219.000 rifugiati e migranti che hanno attraversato il Mediterraneo. Più o meno nello stesso periodo (da ottobre 2013 al novembre 2014), durante l’operazione Mare Nostrum, ci sono state circa 3.500 vittime. Dall’inizio del 2015, sempre dati Unhcr, sono già circa 31.500 le persone che hanno intrapreso traversate marittime per raggiungere Italia e Grecia, rispettivamente il primo e il secondo principale paese di arrivo, e i numeri stanno crescendo ulteriormente.

Sulle coste italiane, secondo dati del Ministero dell’Interno, da gennaio 2015 sono sbarcati 23.556 migranti; erano stati 20.800 nello stesso periodo del 2014. Una crescita del 30%, che a fine anno potrebbe tradursi in un aumento di circa 200 mila persone sbarcate sulle coste italiane.

Aumenta anche il numero di chi non ce la fa: con il tragico naufragio avvenuto oggi in acque libiche, che avrebbe provocato la morte di circa 700 persone, sale a oltre 1.650-1.850 il bilancio dei morti stimati dall’inizio dell’anno. Due giorni fa, infatti, l’Unhcr stimava in 950 i morti da gennaio, ai quali vanno aggiunti i 700-900 che oggi sarebbero finiti in mare dopo che il loro barcone si è capovolto.

Fabio Sebastiani

20/4/2015 www.controlacrisi.org

Ecco alcuni precedenti:

– 13 aprile 2015: Un barcone si capovolge a circa 80 miglia dalle coste della Libia. Nove i morti e 144 i migranti portati in salvo.

– 4 marzo 2015: un barcone si rovescia nel Canale di Sicilia e sono 10 le vittime accertate

– 11 febbraio 2015: Ventinove migranti muoiono assiderati in un naufragio a cento miglia da Lampedusa. L’imbarcazione era partita dalla spiaggia di Tripoli con altri tre gommoni con a bordo almeno cento persone su ogni mezzo. I superstiti parlano di centinaia di vittime oltre a quelle recuperate. 19 luglio 2014: Tragedia a largo di Lampedusa. Diciotto profughi muoiono asfissiati nella stiva di un barcone a circa 80 miglia dall’isola.

– 29 giugno 2014: Un barcone con a bordo circa 600 migranti e 45 cadaveri viene soccorso dalla Marina militare.

– 3 ottobre 2013: Al largo delle coste di Lampedusa si consuma una vera e proprio strage: in un naufragio muoiono 366 migranti.

– 30 settembre 2013: Tredici migranti muoiono in uno sbarco sulla spiaggia di Sampieri, a Scicli, nel tentativo di raggiungere la costa. Presi a cinghiate i migranti, tutti uomini, erano stati costretti dagli scafisti a buttarsi in mare. Gli immigrati, circa 200, avevano raggiunto la costa ragusana a bordo di un peschereccio che si è arenato a pochi metri dalla riva. 10 agosto 2013: Sei migranti muoiono sulla spiaggia del lungomare della Plaia di Catania, nei pressi del ‘Lido Verde’, annegando, proprio nel tentativo di raggiungere la riva. Sull’imbarcazione arenatasi a circa 15 metri dalla riva, viaggiavano oltre 100 extracomunitari, soccorsi dalle forze dell’ordine e dalla guardia costiera e trasferiti nel porto di Catania per l’identificazione e i soccorsi.

– 11 ottobre 2012: Trentaquattro migranti, tra cui sette bambini e undici donne, sono le vittime di un naufragio a 70 miglia da Lampedusa. Il barcone su cui viaggiano si capovolge mentre i migranti si muovono per farsi notare da un elicottero in ricognizione. Circa 206 migranti vengono invece portati in salvo dalla Marina Militare.

– 1 agosto 2011: Venticinque profughi, tutti uomini e non ancora trentenni, muoiono asfissiati nella stiva di un barcone partito dalle coste libiche verso Lampedusa. I cadaveri vengono scoperti dagli uomini della Guardia costiera una volta terminato il trasbordo degli extracomunitari.

– 19 maggio 2011: Tragedia sfiorata per oltre 400 profughi partiti dalla Libia. A bordo del barcone in legno, a circa 20 miglia dalla costa di Lampedusa, si sviluppa un principio di incendio, spento solo grazie all’intervento di 4 finanzieri saliti a bordo prima di effettuare il trasbordo dei migranti.

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