Caso Cronassial,un farmaco redditizio e uno scandalo da Nobel

Versione interattiva https://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-marzo-2024/

Archivio https://www.lavoroesalute.org/

La potenziale chiusura del centro Ebri e la copertura dei finanziamenti

In questi mesi è salita alla ribalta la notizia sul centro Ebri (European Brain Research Institute) di Roma – all’istituto di ricerca fondato e voluto da Rita Levi Montalcini – che con la sua attività ha permesso di aumentare le conoscenze sul cervello e sui meccanismi di molte malattie neurologiche e dei disturbi dello spettro autistico. “Per la prima volta, dopo oltre dieci anni, il contributo per i costi strutturali che la Fondazione Ebri Rita Levi-Montalcini riceve fin dal 2012 attraverso la Legge di Bilancio non è stato rinnovato”, osservava il presidente della Fondazione, Antonino Cattaneo. Di conseguenza l’Istituto “dovrà chiudere”, aggiunge. “È una decisione grave, della quale il Governo deve assumersi la responsabilità”, dice ancora il presidente.

Il suo presidente, Antonino Cattaneo, ha spiegato che la decisione del governo Meloni “determina l’impossibilità di proseguire le ricerche e di sostenere i costi strutturali e l’implementazione e manutenzione dei laboratori e delle sofisticate apparecchiature. Sono costi che non possono essere coperti dai finanziamenti, in larga parte internazionali, per progetti di ricerca competitivi vinti dalle ricercatrici e dai ricercatori”. Ai primi di gennaio è arrivata la notizia che il finanziamento dell’Ebri, per il 2024, sarà coperto con risorse del ministero per l’Università e la Ricerca e, per il futuro, ci sarà l’impegno della Ministra Anna Maria Bernini a trovare una soluzione, nella prospettiva di un finanziamento strutturale. Ciò è avvenuto soprattutto per il lustro che ha avuto Rita Levi Montalcini, neurologa italiana vincitrice del Premio Nobel per la Medicina nel 1986 per la scoperta del Nerve Growth Factor (NGF), piccola proteina espressa naturalmente dal cervello coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso nei vertebrati, che supporta e favorisce la crescita e la sopravvivenza dei neuroni. La sua ricerca è stata di fondamentale importanza per la comprensione della crescita delle cellule e degli organi e svolge un ruolo significativo nella comprensione del cancro e di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. Eppure luci ed ombre hanno avvolto la figura dell’illustre scienziata spesso non nel migliore dei modi.

Cronassial, un farmaco che non funziona

Le malattie del sistema nervoso sono fra le più difficili da curare, e per molte di loro non c’è ancora una terapia risolutiva. Quelle degenerative, come il morbo di Alzheimer o quello di Parkinson, comportano la morte progressiva dei neuroni e non possono ancora essere fermate, né esistono metodi per sostituire le cellule che muoiono. Rita Levi Montalcini è stata il personaggio più rappresentativo delle neuroscienze italiane. Gli studi della scienziata, deceduta il 30 dicembre 2012 all’età di 103 anni, si sono concentrati sui meccanismi che determinano la sopravvivenza e la morte delle cellule nervose, in seguito a traumi e malattie o per via dell’invecchiamento. Legato al nome della scienziata italiana vi è uno dei casi più controversi della storia dell’industria farmaceutica, il caso Cronassial.

Nel 1975 Francesco Della Valle, gestore della Fidia, piccola azienda farmaceutica di Abano (Padova) ottiene da Duilio Poggiolini, il corrotto dirigente del ministero della Sanità (sarà in seguito condannato, insieme alla moglie complice), la registrazione di un farmaco spacciato come miracoloso, il Cronassial. Nello stesso anno la casa farmaceutica chiede alla neurologa italiana di fama internazionale di farle da testimonial e, in cambio, la casa farmaceutica Fidia, sotto l’egida del responsabile Della Valle, versa 50 milioni di lire per le ricerche della studiosa, allora in cerca di donazioni per la Fondazione Levi. Nel 1975 la Fidia ottiene la registrazione del farmaco, un estratto di cervello bovino, pubblicizzato come curativo delle “neuropatie periferiche di natura dismetabolica o di altra origine anche decorrenti con manifestazioni infettive tossiche o traumatiche causate da malattie generali”. Nonostante ciò, Il farmaco non ha mai superato i test scientifici imposti dalla normativa e si rivelerà, nelle miglior delle ipotesi, un placebo e, nelle peggiori, addirittura dannoso.

Nel 1986 Levi Montalcini riceve, insieme a Stanley Cohen, il Nobel per la scoperta dell’NGF. Nel suo discorso di ringraziamento dinanzi alla stampa mondiale, la scienziata italiana si rivolge riconoscente “agli amici della Fidia” che l’hanno aiutata nelle sue ricerche. Per Fidia e il suo Cronassial è un trionfo e viene riconosciuto come il «farmaco dei miracoli» con la motivazione che fosse in grado di «fermare l’invecchiamento delle cellule» e «aiutare la concentrazione» alimentando il cervello. «La scienziata – dichiararono ad “Espansione” i ricercatori della Fidia – segue le indagini di laboratorio e ne esamina i risultati», mentre il materiale promozionale dell’azienda rimarca il madrinaggio dell’illustre scienziata, che assurge, nei fatti se non nelle intenzioni, a capofila dei garanti scientifici della Fidia. Negli anni Ottanta, in tutte le farmacie italiane, il Cronassial diventa uno dei farmaci più venduti in Italia e, nei momenti di massima incidenza, sul fatturato arriva all’82%. Le strategie di marketing di Francesco Della Valle inducono i medici a prescriverlo come panacea a tutti i mali, diventando così uno dei 10 farmaci più venduti in Italia con fatturati da capogiro. La Fidia, che nel 1968 all’arrivo di Della Valle fatturava 600milioni, balza a 420 miliardi e si colloca al quarto posto nella classifica delle industrie farmaceutiche.

Dalla scoperta internazionale alla truffa

L’interesse internazionale si sgonfiò subito, configurandosi anzi come allarme sanitario a seguito di test clinici ed esami di laboratorio che alcune case farmaceutiche tedesche, interessate alla produzione del farmaco, eseguirono, giungendo alla conclusione che il Cronassial non solo non poteva mantenere ciò che prometteva dal punto di vista medico, ma era potenzialmente dannoso per la salute dei pazienti. 

La casa farmaceutica tedesca “Dr. Madaus” entra in rapporti con la Fidia e tenta di introdurre sul mercato tedesco il farmaco miracoloso, ma nel 1983 l’Ufficio di Sanità tedesco nega il permesso perché il medicinale – un estratto di cervello di bovino e sale – non risponde alla qualità delle buone regole farmaceutiche e c’è il sospetto che provochi effetti dannosi. Nel 1986 in Germania arriva il Cronassial, ma due anni dopo il Prof. Peter Berlit, neurologo di Mannhein, denunciò che dopo il trattamento con il farmaco miracoloso della Fidia, almeno cinque pazienti risultarono affetti dalla sindrome di Guillain Barrè Strohl, una gravissima patologia neurologica che paralizza gli arti e uccide un paziente su dieci.

Il Cronassial viene così bandito dal mercato tedesco e, l’anno dopo, in Gran Bretagna viene vietano. In Inghilterra intanto si verificano 17 casi, di cui tre mortali, di danni imputabili al farmaco. 
In seguito il farmaco sarà bandito anche dalla Spagna (per la Guillain-Barré) e in altri mercati, mentre negli Stati Uniti non otterrà mai la registrazione.

I padroni della Fidia – misteriosi individui di una società anonima con sede a Mendrisio, in Svizzera –

cacciano Della Valle che nel frattempo fonda una microazienda, la Lifegroup. Levi Montalcini, che in tutto questo tempo non si è mai espressa sulle vicende che hanno coinvolto il Cronassial, dichiara: « ». L’anziana premio Nobel dirotta la propria collaborazione con la nuova azienda di Della Valle.

Il Cronassial in Italia, le dichiarazioni di Poggiolini e il ruolo della Montalcini

Mentre negli altri Paesi o si rifiuta il farmaco o lo si ritira, in Italia solo dopo diversi anni si proibisce ai medici generali di prescrivere la confezione da 100 mg. Il Ministro Costa in seguito approverà la sospensione, mentre il Consiglio Superiore di Sanità lo riabiliterà. Nel frattempo il farmaco viene fustigato anche dal British Medical Journal, una delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali del settore, e le sue vendite crollarono del 95% finché persino l’Italia, nonostante le resistenze di Poggiolini, fu costretta a metterlo fuori legge. In Italia viene ritirato soltanto nel 1994, quando il Ministero della Sanità ne ammise la «scarsa efficacia» e addirittura la pericolosità. Stampa e comunità scientifica internazionale spararono a zero contro «un farmaco in cerca di patologia», come lo battezzò Daniele Coen, ricercatore dell’Istituto Negri di Milano. Furono stigmatizzate le astuzie di Della Valle, la complicità dei medici prescrittori e dei funzionari prezzolati al ministero della Sanità.

Nel frattempo però migliaia di persone erano già state curate con il Cronassial, come cavie destinate a fornire nuovi dati per la ricerca medico-scientifica. Quando durante la trasmissione Report (2004) alla Montalcini fu chiesto conto del fatto che fosse stata la «madrina e promotrice» di un farmaco tanto pericoloso, la risposta della Premio Nobel fu «Non posso commentare», cui seguì il fuori onda «Sono domande che non mi vanno tanto». Quando le si ricordava la vicenda, Levi Montalcini rispondeva: “Certo, non nascondo che mi importunava vedere talvolta il mio nome legato a quello della Fidia. Ma pensavo che fosse il prezzo da pagare, non me ne importava niente pur di avere qualche aiuto per la ricerca. Se impediamo all’industria di aiutare il laboratorio, noi moriamo”.

Dietro la vendita dei farmaci e dei prodotti medico-sanitari c’è Big Pharma con i suoi guadagni stratosferici, ma anche le false prescrizioni di medici che vendono la loro professione al prezzo di sponsorizzazioni, viaggi e benefit. La Fidia viene coinvolta nei primi anni Novanta nella Tangentopoli della corruzione, a seguito delle rivelazioni di Giovanni Marone, portaborse di Francesco De Lorenzo, allora Ministro della Sanità.

Nel 1994, in seguito alle dichiarazioni di Duilio Poggiolini, che stanco di trascinare la sua vita in una cella, inseguito da una valanga di accuse e da una salva di ordini d’arresto, si decise a vuotare il sacco svelando i segreti più nascosti della “Spectre” sanitaria internazionale. Dietro le quinte del sistema farmaceutico internazionale, spiegava, i tentacoli arrivano in ogni angolo del mondo, giungendo perfino a condizionare l’assegnazione dei Premi Nobel. Secondo le dichiarazioni di Poggiolini, all’epoca direttore della Farmacosorveglianza (ente subordinato al Ministero della Salute che coordina l’attività di controllo nell’ambito della produzione, distribuzione, detenzione e fornitura di farmaci veterinari), il progetto scientifico legato al Cronassial ebbe come sponsor politico il senatore Giulio Andreotti (1919-2013), e usufruì della supervisione – e del convinto supporto – della ricercatrice Rita Levi di Montalcini (1909-2012).

Il fatto che la Montalcini fosse coinvolta nel progetto Cronassial portò ad un attacco della Stampa internazionale che sollevò dubbi e accuse, ipotizzando addirittura che il Nobel «le era stato assegnato dietro pressioni miliardarie dei vertici Fidia sulla Fondazione svedese» (cfr. Sotto inchiesta il «Cronassial», medicina a base di cervello bovino, La Nuova Sardegna, archivio, 25/02/2001). Il “Re Mida della Sanità” italiana, infatti raccontò ai giudici che il Nobel conquistato da Rita Levi Montalcini nel 1986 sarebbe il frutto di una manovra ordita dalla Fidia Farmaceutica, la multinazionale produttrice del Cronassial che finanziava le ricerche della Montalcini. L’industria, come sostiene Poggiolini, avrebbe investito 14 miliardi per strappare il prestigioso alloro. Una parte di questa somma sarebbe finita all’Accademia Reale delle Scienze di Stoccolma, cui spetta il compito di scegliere i vincitori del premio. Un’altra, invece, sarebbe stata riservata all’illustre ricercatrice per sovvenzionarne gli studi. L’obiettivo di una spesa così ingente era l’immenso ritorno pubblicitario che si può ottenere dal prestigioso riconoscimento scientifico. «Mi confidò tutto il dottor Della Valle, allora amministratore delegato della Fidia Farmaceutica»

  • disse Poggiolini disse ai giudici. Nel carcere di Poggioreale, Ennio Arengi, già legale rappresentante della Fidia Spa, confessò in cinque ore di interrogatorio di aver vanamente offerto denaro al professor Poggiolini per salvare il Cronassial. Arengi racconta dei rapporti esistenti tra la Fidia e la Premio Nobel Rita Levi Montalcini e di quelli tra la casa farmaceutica, il senatore a vita Giulio Andreotti e il cardinale Fiorenzo Angelini soprannominato “Sua Sanità”.

Mucca Pazza, la lunga ombra del Cronassial

Come suggerisce uno studio pubblicato su Nature, sembrano confermate le analogie di trasmissione dell’Alzheimer e del morbo di Creutzfeldt-Jacob, nota anche come “morbo della mucca pazza”. Secondo i ricercatori britannici autori dello studio, l’Alzheimer sarebbe teoricamente trasmissibile da una persona all’altra attraverso il trasferimento di aggregati di sostanza beta-amiloide come avviene con i prioni del morbo della mucca pazza e come si suppone possa essere avvenuto, ad esempio, a partire dagli anni Cinquanta, quando si curavano le malattie della crescita usando la somatotropina, l’ormone della crescita, appunto, ottenuto dalla ghiandola pituitaria di persone decedute e probabilmente contaminato da placche di sostanza amiloide. I ricercatori britannici, infatti, hanno riferito che quattro pazienti di mezza età che avevano ricevuto iniezioni di ormone della crescita 30 anni fa, e successivamente morti di malattia di Creutzfeldt-Jakob, presentavano anche diffusi depositi di sostanza beta-amiloide nel cervello: una delle principali caratteristiche patologiche della malattia di Alzheimer. Gli scienziati ritengono che la sostanza amiloide, insieme ad un’altra proteina “misfolded” sia stata trasmessa in forma “semi” con le iniezioni di ormone della crescita contaminate.

Questi “semi”, una volta depositatisi nel cervello, si sarebbero poi auto-replicati a dismisura crescendo fino a causare molti anni dopo i danni cerebrali tipici dell’Alzheimer, allo stesso modo in cui si comporterebbero i prioni per la malattia di Creutzfeldt-Jakob. Per qualcuno che se ne ricorda, leggendo questo studio, subito è tornato alla mente il sospetto che un altro farmaco prescritto diffusamente in Italia ed Europa, a partire dal 1975 e fino al 1990, abbia potuto, a sua volta, veicolare “altri semi” responsabili delle devastanti infiltrazioni del cervello alla base delle malattie neuro-degenerative lente umane. Il farmaco in questione è proprio il Cronassial che, non a caso, è un farmaco a base di gangliosidi ottenuti da estratti di cervello bovino prodotto dalla Fidia, che fu registrato “avventurosamente” in Italia e in diversi altri paesi ma non negli Stati Uniti, per la cura di una serie indefinita di sindromi. Come scrisse il giornalista e veterinario Oscar Grazioli: “La sindrome di Creufeldt-Jacob (mucca pazza) nell’uomo ha una incubazione lunghissima. Le cavie sono solo cani, gatti e topi o anche uomini, come voi e come me? Come mai la Fidia nel 1999 invia lettera a persone sane affinché si sottopongano a pagamento (1.200.000 lire) per la sperimentazione di un nuovo farmaco l’AGF2 che dovrebbe contrastare gli effetti dell’ictus cerebrale, ma che non si può escludere abbia conseguenze negative ed effetti indesiderati, nonostante la precedente sperimentazione sugli animali? La morale che si ottiene la questa storia è che la sperimentazione animale non serve a nulla e che le vere cavie siamo noi. L’industria farmaceutica, come qualsiasi industria siderurgica, mira al profitto. Bisogna cambiare strada, ma è necessario trovare uomini che abbiano coraggio, merce rara”.

Bibliografia

29/2/2024

Lorenzo Poli

Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

Versione interattiva https://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-marzo-2024/

Archivio https://www.lavoroesalute.org/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *