Chiudere Ponte Galaria e tutti i ccpprr

Esposto inviato a:
Procura della Repubblica di Roma
Sindaco di Roma
Ordine dei medici di Roma
Ministro dell’Interno
Oggetto: trattamenti farmacologici , rischi fisici, rischi biologici, rischi suicidari nel CPR di Ponte Galeria
(Roma)

Premesso doverosamente, per ragioni di chiarezza, che la associazione che presiedo ritiene la esistenza
stessa dei CCPPRR una realtà ed una prassi in contrasto con la Costituzione repubblicana e dando per
acquisito tuttavia che sarebbe incongruo porre alla attenzione dei destinatari di questa missiva la
problematica della “chiusura” dei CCPPRR che rimane evidentemente di competenza dei decisori politici
parlamentari e della Corte costituzionale, ci pare tuttavia doveroso porre quantomeno alcune questioni
nella ottica della “riduzione del danno” ; le questioni ci paiono di rilevanza sanitaria, giuridica ed anche
etica; il Sindaco di Roma ha già ricevuto una nostra comunicazione su temi che riproponiamo in maniera
articolata ancora oggi; non abbiamo ricevuto tuttavia alcuna risposta né dal sindaco di Roma né da altri
sindaci di comuni sede di cpr :
le questioni:

  • Numerosi elementi indicano che nei CCPPRR avvenga un uso incongruo di psicofarmaci ; riscontri
    puntuali e indagini rese pubbliche evidenziano che si vada spesso oltre il cosiddetto “uso
    terapeutico” per sconfinare in una prassi che la letteratura scientifica definisce “contenzione
    chimica” ; risulta anche somministrazione di tranquillanti ex novo a persona che non aveva mai
    usato il farmaco in precedenza col rischio concreto di indurre ( dopo tre settimane di
    somministrazione) una dipendenza che la persona poi uscita dal cpr non è stata aiutata a superare;
    sono emerse notizie relative a somministrazione sia di tranquillanti minori che maggiori
    (neurolettici) che infine di farmaci antiepilettici in assenza di diagnosi di epilessia quindi
    somministrati per fini sedativi e di “controllo” dell’umore ; la stessa incongruenza pare evidente,
    almeno per alcune persone, per i neurolettici (antipsicotici in assenza di diagnosi di psicosi)
  • Che vi sia somministrazione di psicofarmaci superiore o di molto superiore al gruppo di controllo
    esterno è fatto evidente anche in contesti carcerari (vedi comunicazione al congresso AIE , Catania
    2019) diversi dai ccpprr tuttavia la ratio della somministrazione di psicofarmaci (tra carcere e CPR)
    può essere differente; al momento non ci soffermeremo su questo
  • La importantissima indagine della rivista ALTRA ECONOMIA è stata un contributo fondamentale
    all’approfondimento della questione e andrebbe ulteriormente circostanziata con una valutazione
    tecnica ad personam e per gruppi omogenei di reclusi
  • In sostanza a fronte della RAGIONEVOLE IPOTESI DI TROVARCI DI FRONTE AD UN USO NON
    TERAPEUTICO DI PSICOFARMACI RITENIAMO CONGRUO A PARTIRE DA PONTE GALERIA MA PER TUTTI I CCPPRR CHE LA PROCURA ACQUISISCA TUTTE LE CARTELLE CLINICHE E COMMISSIONI AD UNA EQUIPE MEDICA MULTIDISCIPLINARE della Asl locale UNA VALUTAZIONE DI CONGRUITA’ TRA VALUTAZIONE CLINICA/DIAGNOSI/TRATTAMENTO PSICOFARMACOLOGICO E RISCHI/EFFETTI
    COLLATERALI CONNESSI
  • Occorre a nostro avviso chiarire e valutare le recondite “motivazioni”per le quali la ASL (in questo
    caso quella di Roma competente per territorio) non effettuano le due (almeno) visite semestrali
    previste dalla legge di riforma penitenziaria del 1975; le visite della Ausl dovranno riguardare non
    solo la congruità dell’uso degli psicofarmaci ma tutti i rischi , in primis evidentemente, anche
    quelli biologici presenti all’interno dei CCPPRR
    ; solo un esempio: chi controlla che sia stato
    effettuato il monitoraggio del rischio “legionellosi” ? ; non possiamo escludere che a Ponte Galeria
    questo rischio sia stato monitorato ma per quel che riguarda le carceri “normali” possiamo
    acquisire le informazioni con accesso agli atti delle visite della Asl ; a proposito di rischio biologico
    vanno approfondite le cause del decesso di una persona già dimessa dal CPR di Ponte Galeria e
    deceduta dopo poche settimane con una sintomatologia che può far pensare (considerati i tempi di
    latenza) ad una “polmonite da comunità” ; PUR TRATTANDOSI, AL MOMENTO DI MERA IPOTESI,
    TRA I RISCHI DA MONITORARE, DA PARTE DELLA SANITA’ PUBBLICA, VI E’ , COME GIA’ DETTO, E IN
    TERMINI DI URGENZA, ANCHE IL “RISCHIO BIOLOGICO”; ovviamente non vogliamo interferire (al
    momento stiamo valutando la opportunità di presentare istanza di costituzione di parte civile) con
    eventuali indagini in atto: poniamo “solo” un problema di equità di trattamento tra carcere e cpr
    nella consapevolezza che sia le carceri che i ccpprr si trovano in condizioni drammatiche riguardo
    la speranza di vita e di salute delle persone private della libertà ed ivi internate
  • Il recente evento luttuoso accaduto a Ponte Galeria riguardante il giovane ventiduenne Sylla
    Oussaa pone inoltre la esigenza urgente di monitorare anche il rischio suicidario che può essere
    certamente correlato con il sentimento di disperazione derivante da una carcerazione vissuta
    come ingiusta ( che questo vissuto non sia condiviso dai ministri del governo italiano attualmente
    in carica e anche da altri dei governi precedenti non attenua la costrittività e nocività psichica
    della misura) MA PUO’ ANCHE ESSERE FACILITATO E SLATENTIZZATO DA EFFETTI COLLATERALI DI ALCUNI PSICOFARMACI (Breggin) soprattutto poi se l’uso degli stessi non risponde a finalità
    terapeutiche e, in certi casi, neppure a chiare intenzioni terapeutiche
  • A latere e non in contrasto con i poteri di indagine della Procura della Repubblica , al SINDACO a cui
    abbiamo già inviato una missiva nel merito chiediamo di attivare una equipe di tecnici della Ausl
    che visiti ponte Galeria secondo la prassi delle visite semestrali previste per le strutture
    penitenziarie
    ; certo siamo a conoscenza della tendenza alla rimozione che diversi sindaci hanno
    mostrato sulla potenzialità insita nelle visite (almeno) semestrali previste dall’articolo 11 della legge
    di riforma carceraria 354/ 1975; tuttavia la rimozione fonda sul “nulla” vale a dire sulla ipotesi che il
    “cpr non è un carcere”; si tratta di posizione pilatesca e politicamente opportunista in quanto tutti
    gli osservatori (medici, sociologi, psicologi, giornalisti) hanno osservato, o per essere più precisi,
    hanno constatato, che “i ccpprr sono peggio del carcere” ; nei CCPPRR si è determinata infatti una
    condizione peggiore delle carceri italiane il che non necessita di ulteriori commenti
  • Certamente il fatto che in materia di CCPPRR abbia di recente “legiferato” (circolare Lamorgese) il
    ministero dell’interno pone un interrogativo sulla ripartizione di compiti nell’ambito del potere
    legislativo a fronte di uno slittamento del baricentro dalla sanità all’ordine pubblico; un lapsus
    istituzionale che fa tornare alla memoria delle norme di paesi europei ( esempio Spagna) che
    affidavano i “vecchi” manicomi al ministero che si occupava di “sicurezza” piuttosto che al
    ministero della sanità
  • Notifichiamo l’esposto anche all’Ordine dei medici di Roma nella previsione che la etica
    professionale possa aiutare a superare le rimozioni ; riteniamo infatti che la gestione “sanitaria” dei
    CCPPRR oggi confligga con i principi fondamentali della etica medica : primum non nocere.
  • In conclusione i CCPPRR si sono rivelati luoghi fortemente morbigeni ( torniamo sul concetto di
    “peggio delle carceri”) nei quali non esiste alcuna possibilità di garantire alle persone ristrette a
    stessa speranza di vita e di salute che deve essere garantita, per dovere etico e costituzionale, a
    tutti gli esseri umani .
    In attesa di cortese riscontro.

Vito Totire, medico del lavoro/psichiatra, presidente del Centro F.Lorusso via Polese 30 40122 Bologna

20/2/2024

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