Come funziona il racket del caporalato digitale
“Food delivery riders feeding pigeons at Piața Romană, Bucharest (2023)” by Chainwit. is licensed under CC BY-SA 4.0.
Nel sottobosco del food delivery italiano si è innestato un sistema parallelo che ha un nome preciso: caporalato digitale. Non servono piazze o furgoni, basta un account in affitto, un conto d’appoggio, una bici elettrica e, spesso, un posto letto: il “pacchetto” lo fornisce il caporale, che in cambio trattiene fino al 50% degli incassi giornalieri.
Il listino della filiera criminale circola su canali Telegram: profili già attivi venduti attorno ai 1.500 euro, patenti false, perfino software capaci di manipolare le app per scalare le priorità di consegna. Il risultato è che un lavoro pagato 2–4 euro a corsa si riduce, dopo la “gabella”, a circa 1,50 euro netti per il rider.
Nell’inchiesta condotta per Il Sole 24 Ore da Ivan Cimmarusti e Sara Monaci, si parla in particolare del meccanismo tra i circa 30mila rider che lavorano per Glovo e Deliveroo (piattaforme non accusate di complicità negli illeciti); Just Eat, che ha inquadrato i fattorini con contratti subordinati, risulta estranea a questa dinamica.
Il punto debole non è un ufficio corrotto, è la vulnerabilità sociale: migranti irregolari, spesso pakistani o bengalesi, arrivano in Italia con debiti fino a 15mila euro, diventando forza-lavoro perfetta per un caporalato che “fornisce, indirizza, monetizza”. Le reti sono spesso intra–comunitarie per lingua ed etnia, ma difficilmente operano senza sponde italiane: così, accanto alle piattaforme regolari, crescono intermediazioni d’ombra che ricordano le agenzie interinali—ma in chiave criminale.
Il quadro investigativo si sta allargando. I Carabinieri per la Tutela del Lavoro stanno raccogliendo verbali e dichiarazioni in più città; si aprono procedimenti in diverse procure, Milano inclusa. In molti territori la Cgil Nidil è la prima spia: sportelli che intercettano segnalazioni, mappature informali, tentativi di costruire fiducia dentro comunità dove parlare può costare caro.

Non mancano intimidazioni: “non avvicinatevi, non parlate, non collaborate”. Né manca la violenza: a Parma, un giovane pakistano è stato preso a bastonate da connazionali mentre filmava episodi di illegalità. A rendere ancora più inquietante il fenomeno c’è la mobilità organizzata: gruppi di rider che compaiono di colpo in una città—l’estate scorsa Cagliari—con account pronti, bici disponibili, alloggi temporanei. Troppo coordinato per essere casuale.
Sul fronte contrattuale, l’inchiesta ricostruisce perché il terreno sia fertile. L’accordo Assodelivery–UGL riconosce 10 euro lordi l’ora, ma quell’“ora” non coincide con i sessanta minuti dell’orologio: è il tempo stimato dall’algoritmo per completare la consegna. Se la piattaforma calcola 18 minuti, il compenso è 18/60 di quell’ora.
Così si arriva a poco più di 3 euro a consegna: una base già bassa su cui il caporale applica la sua tassa del 50%. È qui che il caporalato digitale “rientra dalla porta di servizio” dopo i grandi scandali di qualche anno fa: cambiano gli attori, il copione è lo stesso.
Le piattaforme rivendicano contromisure. Assodelivery afferma di condannare lo sfruttamento, di avere attivato dal 2021 protocolli per la legalità e modelli 231/2001, con un organismo di garanzia e procedure per raccogliere segnalazioni.
Deliveroo sottolinea l’introduzione del riconoscimento facciale nell’app per contrastare gli accessi irregolari. Sono risposte che fotografano il tentativo di alzare le difese tecnologiche; resta da capire se, da sole, possano spezzare una catena dove controllo degli account, housing, debiti di viaggio e minacce costruiscono dipendenza.
Cimmarusti e Monaci, in sostanza, mostrano che il caporalato digitale non è un’appendice folkloristica del delivery: è un’industria parallela che vive sull’asimmetria di potere tra chi non ha documenti, denaro o rete sociale e chi offre scorciatoie in cambio di metà del piatto. E mettono a fuoco il paradosso: in un ecosistema che si vanta di algoritmi e precisione, l’unica metrica davvero esatta, per troppi, resta la percentuale trattenuta dal caporale.

3/10/2025 https://diogenenotizie.com/










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