Con i lavoratori e le lavoratrici K-Flex

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Dal 24 gennaio 2017 le lavoratrici e i lavoratori della ISOLANTE K-FLEX di Roncello (MB) sono in sciopero e senza stipendio. Un lunga e durissima lotta. Una lunga e durissima vertenza sindacale.
Giorno e notte dal 24 gennaio i lavoratori e le lavoratrici K-FLEX sono davanti ai cancelli della fabbrica, in presidio permanente per impedire la de-localizzazione di impianti e produzione in Polonia, per bloccare gli annunciati 187 licenziamenti e contro la volontà aziendale di trasformare
l’attuale sito produttivo in una unità logistica-gestionale, con una cinquantina di lavoratori che poi potrebbero essere ulteriormente esternalizzati e licenziati.
K-FLEX di Roncello è una multinazionale brianzola leader mondiale in isolanti in gomma termici e acustici, presente in 60 Paesi con 27 società e 11 siti produttivi. Duemila lavoratori e 300 milioni di fatturato con un obiettivo annunciato di raggiungere i 500 entro il 2018. Dieci milioni di utile annuo.
Un’ azienda dunque in salute ed espansione che è ricorsa spesso agli straordinari e che adotta orari a ciclo continuo per utilizzare appieno gli impianti e per fare fronte alla richieste del mercato.
Un’ azienda che negli anni ha ricevuto ingenti contributi dallo Stato nella misura di 12 milioni di euro di finanziamento pubblico (1 milione di euro dei contributi ricevuti a fondo perduto) e 23 milioni di euro dalla Simest spa , una società dalla Cassa Depositi e Prestiti che è azionista di 5 aziende KFLEX in Asia in base alla L.100 del 1990. La Legge 80 del 2005 art. 1 comma 12 prevede che i progetti di finanziamento della SIMEST debbano prevedere il mantenimento sostanziale delle attività produttive in Italia.
Ora a fronte di ciò, questa eccellenza produttiva decide di delocalizzare dove la manodopera costa meno con il solo scopo di fare ulteriori profitti e senza farsi alcuno scrupolo del danno sociale ed economico che crea ai propri dipendenti e al tessuto produttivo del nostro territorio.
Il nostro territorio ha pagato un prezzo durissimo a questa crisi, alle speculazioni ed alle discutibili scelte industriali. L’intero territorio della Brianza è pieno di aziende piccole grandi o multinazionali, conosciute e sconosciute alle cronache che sono state tutte pesantemente toccate da processi di de-industrializzazione e de-localizzazione che hanno portato a chiusure, esuberi, licenziamenti e cassa integrazione. Numeri drammatici, resi ancora più drammatici perché dietro ad ogni numero troviamo un lavoratore, una lavoratrice e una famiglia.
Il territorio della Brianza si è trasformato in un vero deserto produttivo con un tessuto sociale in difficoltà ed in disgregazione. L’assenza di una politica industriale coerente nei diversi comparti produttivi; l’assenza di una legislazione che imponga alla aziende che ricevono contributi il mantenimento della produzione o almeno la restituzione di quanto ricevuto; la volontà imprenditoriale di spostare le produzioni dove la manodopera costa meno per fare maggiori profitti, generano atteggiamenti di arroganza di molti imprenditori ai diversi livelli che non si fanno scrupoli nel non rispetto delle regole.
E’ quanto avviene anche alla K-FLEX di fronte alle richiesta dei lavoratori e lavoratrici e ad accordi sindacali sottoscritti, la direzione ha alzato un muro, una chiusura completa, non partecipando ad alcuni incontri al MISE e presso la Regione Lombardia, mantenendo un atteggiamento arrogante e antisindacale.
Le Federazioni provinciali Monza-Brianza di Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e Possibile Monza e Brianza,

– pensano che sia sempre più necessario non spegnere i riflettori su questa ed altre crisi aziendali e che sia fondamentale rimettere al centro della discussione sociale e dell’agenda politica territoriale e nazionale il tema del lavoro e la sua dignità.

– Credono sia doveroso opporsi a leggi che permettono licenziamenti collettivi senza validi motivi e senza mettere in atto ammortizzatori sociali.
– Chiedono che il governo Nazionale e quello Regionale percorrano tutti i passi possibili affinché si riapra un tavolo di discussione e di trattativa con le parti sociali
– Chiedono che i Comuni del vimercatese mettano in atto politiche di sostegno verso le famiglie colpite dai licenziamenti
– Chiedono alle forze politiche democratiche e progressiste e ai propri rappresentati in Parlamento che si attivino da subito per mettere all’ordine del giorno la discussione di una legge contro le delocalizzazioni e che nelle procedure di finanziamento venga introdotto il principio che le aziende che ricevono soldi pubblici devono mantenere e sviluppare i livelli occupazionali in Italia anche oltre i termini di erogazione e restituzione dei finanziamenti e inoltre se delocalizzano devono restituire quanto ricevuto con sanzioni pesantissime economiche e amministrative tali da rendere questi percorsi insostenibili per un’impresa.
– Esprimono ancora una volta con forza tutta la propria solidarietà ai lavoratori ed alle lavoratrici di K-FLEX e li ringraziano per il grande insegnamento che stanno offrendo al mondo della politica, al tessuto sociale e ai lavoratori tutti nel resistere, nel rivendicare i
propri diritti e la propria dignità.
La lotta dei lavoratori della K-FLEX è la nostra lotta, i loro obiettivi sono i nostri obiettivi.
Il sito produttivo di Roncello non deve chiudere.
Roncello 27 aprile 2017
Federazione Provinciale Monza e Brianza Sinistra Italiana
Federazione Provinciale Monza e Brianza Rifondazione Comunista
Possibile Monza e Brianza

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