Cresce la domanda di uguaglianza

Il think tank di destra più importante del Canada ha diffuso parecchie castronerie nel corso degli anni, da un blog che accusava Mary Poppins di fare propaganda comunista a un rapporto annuale che utilizza vari tipi di stupidaggini metodologiche per gonfiare le tasse che la gente paga. Per questo motivo, inizialmente, c’erano buone ragioni per prendere con le pinze i titoli dei giornali sui nuovi sondaggi del Fraser institute (Fi) sulla questione del sostegno al socialismo. Ma i dati – commissionati da Fi sebbene condotti dalla società mainstream Leger – sono in realtà piuttosto interessanti, anche se l’inquadramento proposto dall’istituto è tipicamente reazionario.

Il sondaggio su un campione di quattromila intervistati in Canada, Stati uniti, Australia e Regno Unito ha fornito come dato principale il fatto che l’idea di socialismo trova un’accoglienza sorprendentemente calorosa in tutti e quattro i paesi, in particolare tra i giovani.

«Uno degli obiettivi prioritari di questo studio è comprendere meglio le percezioni e il sostegno al capitalismo e, soprattutto, al socialismo, nonché come gli atteggiamenti nei confronti del capitalismo e del socialismo differiscono tra i gruppi di età – scrivono gli autori – Forse il segnale più indicativo di ampio sostegno al socialismo tra gli intervistati è il fatto che tutti i gruppi di età in tutti e quattro i paesi hanno concordato, in varia misura, che una transizione al socialismo migliorerebbe l’economia e il benessere dei loro cittadini».

Tra gli intervistati più giovani, i risultati sono particolarmente notevoli:

Il sostegno al capitalismo tra le persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni è nella migliore delle ipotesi tiepido al di fuori degli Stati uniti… Il consenso al socialismo come sistema economico ideale è più forte tra le persone di età compresa tra 18 e 34 anni, indipendentemente dal paese. L’adesione totale (fortemente d’accordo e d’accordo) sul fatto che il socialismo è il sistema economico ideale tra le classi di età comprese tra 18 e 34 anni varia dal 43% negli Stati uniti al 53% nel Regno Unito.

Una domanda controversa riguarda cosa gli intervistati intendano effettivamente per «socialismo». A tal fine, Leger ha somministrato agli intervistati tre definizioni distinte: 1) «il governo che assume il controllo delle aziende e delle industrie in modo che lo stato piuttosto che i singoli controllino l’economia”; 2) «il governo fornisce più servizi alle persone»; 3) «il governo che fornisce un livello minimo di reddito garantito ai suoi cittadini».

La prima di queste, che il Fraser institute considera definizione tradizionale di socialismo, ha ottenuto meno del 50% in ogni fascia di età, mentre le definizioni due e tre sono state condivise molto più largamente dagli intervistati. La maggioranza in ogni fascia d’età e in tutti e quattro i paesi, infatti, ha considerato entrambe come sinonimo di socialismo (unica eccezione gli ultracinquantacinquenni negli Stati uniti a proposito della terza definizione). Altrove, i sondaggi hanno anche rilevato un forte sostegno della maggioranza a una tassa sul patrimonio in tutte le fasce di età.

Quindi cosa significa tutto ciò? Il rapporto di Fi è relativamente leggero sull’analisi, anche se un editoriale pubblicato in concomitanza con il sondaggio ipotizza che il «sostegno al ‘socialismo’ degli intervistati più giovani sia presumibilmente dovuto in parte alla loro mancanza di esperienza sul socialismo autentico e sulla miseria che ha imposto». Una lettura più accurata (e meno schierata ideologicamente) potrebbe essere che i giovani sono stati scarsamente favoriti dal capitalismo e sono quindi interessati alle possibili alternative, tendenza che è diventata particolarmente evidente nell’ultimo decennio.

In ogni caso, forse la conclusione più incoraggiante del sondaggio è che la parola «socialismo» mantiene ancora una connotazione positiva nei principali paesi di lingua inglese e rimane fortemente associata sia ai servizi sociali che alla ridistribuzione economica. Decenni di propaganda antisocialista, a quanto pare, hanno raggiunto solo parzialmente lo scopo di indebolire lo stato democratico o convincere la maggioranza delle persone che non si possa disturbare il mercato. I Programmi sociali di qualità, la redistribuzione della ricchezza e i servizi pubblici finanziati attraverso la tassazione progressiva rimangono tutte proposte popolari (la nazionalizzazione e la proprietà pubblica – due pilastri del socialismo tradizionale – sono state meno associate al socialismo, ma un inquadramento meno negativo avrebbe potuto produrre numeri diversi).

La demoscopia, ovviamente, non può essere trattata come destino, e l’opinione pubblica di per sé significa ben poco senza organizzazione politica. Ciò che questi numeri suggeriscono, tuttavia, è che esiste un terreno fertile per una strategia nettamente a sinistra della triangolazione centrista sostenuta dai liberali. Man mano che la disuguaglianza continua ad aumentare e i governi continuano ad abbracciare l’austerità, un partito o un movimento in grado di sostenere efficacemente politiche socialiste e mobilitare un numero sufficiente di persone sotto i quarant’anni troverà dietro di sé una potente aggregazione.

Luke Savage è redattore di JacobinMagda cui è tratto questo articolo. La traduzione è a cura della redazione.

3/3/2023 https://jacobinitalia.it

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