Disabili, lavoratori e cittadini di serie B.

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ll Decreto Legge n. 76/2013 garantisce il principio della parità di trattamento delle persone disabili e i datori di lavoro devono adottare accomodamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro per garantire alle persone con disabilità uguale trattamento rispetto a tutti gli altri colleghi

La domanda che ci poniamo da tempo è cosa sia stato fatto in questi anni al di là degli spots e ci riferiamo alla rimozione delle barriere architettoniche numerose e tali da impedire l’accesso di colleghi\e ad alcuni uffici

Ricordiamo che una sentenza della Corte Europea ha condannato l’Italia per non avere garantito parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro con una forte discriminazione verso i diversamente abili.
I settori pubblici hanno quindi fatto ben poco a sostegno della disabilità, basti ricordare che i concorsi per le categorie protette sono avvenuti con anni di ritardo e numerosi Enti sono tutt’ora inadempienti.

Il datore di lavoro deve quindi assumere i provvedimenti per assicurare pari opportunità ma su questo punto sono in grave ritardo i Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza.

Nonostante le condanne in sede Europea il legislatore italiano è ancora in ritardo e soprattutto all’atto pratico non sono stati stanziati fondi per l’adeguamento delle strutture e non si è affermata una cultura a tutela dei diversamente abili

Del resto il datore pubblico o privato non aveva l’obbligo di creare un posto ad hoc per il disabile ma era tenuto solo a cercare (non a trovare badate bene) questa soluzione ora con la norma antidiscriminazione le cose sono cambiate ma solo in teoria e le soluzioni organizzative, qualora non rappresentino un onere sproporzionato sono possibili e necessarie

Se allora la Corte di Giustizia UE, con la sentenza del 04/07/13, ha condannato l’Italia, quali sono i finanziamenti e le direttive atte a dare seguito a queste normative antidiscriminazione?
Ad oggi, come nello stile del Governo, tante parole e zero fatti e su questa strada si sono incamminati gli stessi enti pubblici, una ragione in piu’ per cambiare rotta e affermare scelte diverse dal passato

rls cobs pisa

6/10/2015

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