Dopo la distruzione della 180. Aumenta la richiesta di salute mentale; cosa sono psichiatria e psichiatrizzazione
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La richiesta di psichiatria, da parte di numerosi soggetti, tra cui le nuove generazioni, è andata aumentando. E’ quindi opportuno fare chiarezza su ciò che psichiatria e psichiatrizzazione siano.
- Sulla psichiatria
Il vocabolo “psichiatria” deriva dal greco antico ed è un termine composto: “Psiche” significa “Mente” o “Anima”; “Iatria” significa “Cura” o “Guarigione”. Psichiatria dunque significa pertanto: “Cura medica della mente umana”. Definire cosa è una “Malattia mentale” è di importanza cruciale. Per “Malattia mentale” si intende: “una marcata deviazione di una funzione mentale dal comportamento medio della popolazione generale, tale da invalidare il normale funzionamento sociale del soggetto che la manifesta”; in altri termini, la psichiatria studia e interviene medicalmente sulle cause mentali dei comportamenti di devianza sociale. Alcuni autori, come Thomas Szasz e Giorgio Antonucci, credono che la malattia mentale sia una invenzione di una “pseudoscienza”, piuttosto che una realtà oggettiva.
A differenza dei disturbi neurologici, studiati e curati dalla neurologia, la malattia mentale, non ha ne’ una causa ne’ un decorso assodati. Diversi autori ritengono che l’origine dei disturbi mentali vada cercata in una concomitanza di fattori genetici, ambientali, sociali e psicologici, e pertanto che per essere compresa e studiata la “malattia mentale” necessiti di un approccio multidisciplinare dove possano concorre a darne una spiegazione neurologi, genetisti, psicologi e sociologi. Negli ultimi decenni però, la psichiatria è andata sempre più incentrandosi sul paradigma biologico; allo stato attuale spesso, dissimula, disconosce negata tutte le cause della malattia mentale diverse dall’origine genetica. Il ruolo della società, dell’ambiente e della psicologia individuale e collettiva nell’insorgenza della malattia mentale sono così sempre più frequentemente negati dalla psichiatria praticata negli ospedali.
Nel determinare cosa sia la malattia mentale, concorrono anche il fattore storico, sociale e culturale. Per esempio, fino agli anni ’60 l’omosessualità era considerata una malattia mentale, e gli omosessuali erano internati nei manicomi e sottoposti a contenzione fisica ed elettroshock come tutti gli altre persone reputate “folli”. In alcune culture tradizionali, avere esperienza di allucinazioni, non è considerata una grave malattia mentale come in occidente, ma un dono degli Dei. Allo stesso modo, presso alcune culture credere lla telepatia è “normale” e non indice di malattia mentale come ritenuto in occidente. Cambiando usi e costumi della società e il momento storico, cambia il concetto di devianza, e quindi quello di malattia mentale oggetto dell’intervento psichiatrico.
Come strumento di controllo sociale, la psichiatria storicamente opera attraverso la segregazione, il contenimento chimico e fisico, l’isolamento e il lavaggio del cervello del deviante. La psichiatria accompagna la sua azione di trattamento del deviante con metodi spesso disumani: internamento in apposite strutture segreganti, contenimento meccanico e chimico, , isolamento, elettroshock, lobotomia, docce fredde, insulinoterapia, malarioterapia. Di tutte queste “terapie”, sono cadute in disuso solo le ultime tre: docce fredde, insulinoterapia e malarioterapia. Tutte le altre risultano attivamente in uso.
- Sulla psichiatrizzazione
Per “psichiatrizzazione della società” si intende la diffusione e l’ampliamento dell’uso delle pratiche psichiatriche in nuovi ambiti sociali, dove prima queste non erano applicate. E’ un fenomeno acuitosi in tutto l’occidente e in tutto il pianeta nel corso degli ultimi decenni.
In occidente, il numero di persone diagnosticate di malattia mentale è andato aumentando con il tempo, tanto che secondo alcuni autori, non v’è persona sul pianeta che, almeno una volta nella sua vita, non abbia sofferto di una “malattia mentale”. Il soggetto potenziale degli interventi psichiatrici è cosìindistinguibilmente diventata l’intera popolazione del globo terracqueo. Il motivo principale del fenomeno dell’impressionante aumento dei “malati di mente” si può cercare nei criteri con cui le malattie mentali sono definite nel manuale diagnostico dell’American Psychiatric Association, il DSM, manuale diagnostico globalmente accettato. Ad ogni nuova edizione del DSM, si trovano definite nuove malattie mentali, prima inesistenti, e i criteri con cui sono stabilite quelle vecchie si fanno via via inclusive di maggiori fette della popolazione. Altro fattore che può influire sull’aumento delle persone che, a norma del DSM, dovrebbero essere prese in cura dagli psichiatri, è l’inasprimento delle condizioni di vita della società occidentale. Per esempio, l’epidemia di ansia per le incertezze sul futuro tra i più giovani, o della depressione dovuta alla crisi economica in quelli un po’ meno giovani, sono esempi di questo fattore. All’aumento del numero dei potenziali “malati di mente” concorre anche l’appetito economico delle ditte farmaceutiche, interessate ad aumentare le applicazioni dei loro farmaci. Il fatturato legato alla somministrazione di psicofarmaci è di circa 200 miliardi di dollari all’anno: pari ai granelli di sabbia con cui può essere ricoperta una superficie pari a tre campi da calcio.
La soluzione del problema dell’ansia e della depressione, o delle altre “malattie mentali”, con la psichiatrizzazione, diventa così farmacologico, e non una riforma dei paradigmi su cui è basata la società contemporanea. Trattare farmacologicamente i disturbi mentali, dal punto di vista del capitale, è molto più economico che non varare riforme strutturali di natura economa, dell’organizzazione del lavoro, della scuola o della società in genere.
Oltre all’aumento dei nuovi pazienti psichiatrici dovuto alla espansione del numero di comportamenti umani trattati dalla psichiatria e all’invenzione di nuove malattie, o all’ampliamento dei criteri di inclusione in vecchie categorie psichiatriche, osserviamo che la psichiatrizzazione della società procede attraverso la colonizzazione spinta di nuovi territori sociali, primi fra tutti la scuola e il carcere.
Nella scuola, sono diventati oggetto di trattamento psichiatrico la vivacità degli studenti, ma anche quelli che una volta si sarebbero definiti “fallimenti dell’azione didattica”. Infatti i bambini vivaci e difficili da gestire in classe sono diagnosticati di una nuova malattia mentale, la “ADHD”; gli studenti che hanno problemi con la matematica, la grafia o la lettura, è diagnosticato un “Bisogno Educativo Speciale” e sono inviati a cura dal neuropsichiatra infantile e psichiatrizzati. Una soluzione umanamente molto dolorosa, ma che obbedisce alla razionalità economica del minimo costo economico per la soluzione del problema e alla massimizzazione del profitto.
Nelle carceri, il contenimento del detenuto è sempre più affidato ai farmaci e alla psichiatria. Sedare il detenuto chimicamente è più economico e sicuro e socialmente accettato che non affidarne la gestione ad un esercito di guardie armate.
Come osservava Huxley negli anni ’70 presentando suo libro di fantascienza “Il mondo nuovo”: “Grazie agli psicofarmaci entro pochi anni sarete tutti schiavi felici con il sorriso stampato sulle labbra”. Che Huxley avesse avuto ragione? Speriamo di no, ma questo dipende anche da noi stessi.
Luigi Gallini
E-Mail: cantodellesirene@gmail.com
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