Firenze, la conferenza sulla repressione nei luoghi di lavoro del sindacato di base.

L’obbiettivo della repressione è quello di negare ai lavoratori i diritti di cittadinanza e le libertà fondamentali per farne soggetti sociali sottomessi – non solo sotto il profilo economico – ma anche psicologico e culturale mediante il ricatto occupazionale favorito dalla crisi e dallo smantellamento delle tutele. Ieri a Firenze, nel saloncino Dlf si è tenuta la conferenza proprio sulla repressione aziendale nei luoghi di lavoro. Una discussione attraverso testimonianze dirette, utile ad individuare una prima strategia di risposta all’offensiva di Governo e imprenditori. 

Lunga e molto qualificata la lista dei lavoratori intervenuti: lavoratori dei Trasporti, della Sanità; della Scuola, degli appalti. Ed anche lavoratori colpiti o licenziati per la loro attività sindacale, fra cui: Riccardo Antonini (licenziato da Ferrovie dello Stato) Luis Manuel Seclèn Monsalve (licenziato da Esselunga), Edoardo Todaro (colpito dai provvedimenti di Poste italiane, Mara Malavenda e Salvatore Brucia che interverrano sulla situazione in Alfa Romeo e tanti altri. Tra gli altri sono intervenuti Giorgio Cremaschi, attivisti della “Cassa di solidarietà tra ferrovieri” e di “Assemblea 29 giugno” (realtà nata dopo la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009). Ad organizzare l’evento molte sigle del sindacalismo di base: CUB – CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE , CONFEDERAZIONE COBAS, SLAI COBAS, USI-AIT TOSCANA. Insieme alla rete toscana del Sindacato è un’altra cosa, area programmatica in Cgil.

Il convegno, che segue di una settimana l’iniziativa a Napoli contro i licenziamenti politici nelle fabbriche, si è infine soffermato sugli strumenti utili e necessari alla difesa dei lavoratori, tra tutti la cassa di solidarietà, strumento storico con il quale ogni singolo lavoratore si tassa mensilmente per sostenere colleghi e compagni licenziati , per spese processuali e il pagamento delle multe per “violazione” delle normative vigenti sullo sciopero

Il sindacato di base nel suo complesso dovrà decidere le modalità con le quali costruire la cassa per trasformarla da strumento di sostegno a una campagna di denuncia e di aggregazione, per garantire un sostegno materiale e allo stesso tempo promuovere una iniziativa politica nei luoghi di lavoro e nella società

La repressione colpisce duramente anche nei settori oggetto di privatizzazione (vedi Poste) e questo dato dovrebbe indurre a qualche riflessione sugli scenari dei prossimi anni. Ci sono settori ormai strategici come quelli del facchinaggio e degli areoporti dove negli ultimi anni migliaia sono stati i licenziamenti con tempi e ritmi lavorativi che ormai calpestano la salute e subordinano la sicurezza al raggiungimento del profitto anche se determina l’insorgere di patologie e malattie invalidanti.

La repressione colpisce duramente le avanguardie sindacali , sono decine i licenziati politici che pagano sulla loro pelle le mancate abiure e diserzioni dalle lotte, il rifiuto di piegarsi ai codici etici aziendali (sul modello americano costruiti ad arte per espellere la forza lavoro ribelle e riluttante a subire ricatti e prepotenze padronali), delegati che magari hanno anche familiari a carico con disabilità (ma per loro le tutele non valgono). Delegati e lavoratori colpiti sui luoghi di lavoro anche per avere partecipato a manifestazioni e lotte sociali, è il caso dei movimenti sociali, ambientali, in difesa del diritto all’abitare e alla salute.

Mentre distruggono lo statuto dei lavoratori , portando a compimento quel disegno padronale iniziato 30 anni e passa fa che ha agito con il tacito (e in molti casi palese) consenso delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative che di volta in volta hanno ceduto su tutto (dalla normativa sullo sciopero alla cassa integrazione, dal blocco dei contratti nel pubblico impiego all’innalzamento dell’età pensionabile, dalle regole sulla rappresentanza sindacale che sanciscono una sorta di nuovo fascismo fino alla costruzione di un sistema di governo del lavoro e della società che criminalizza e colpisce ogni forma di dissenso.

Fabrizio Salvatori

30/11/2014 www,controlacrisi.org

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