Il doppio standard di Washington: nomine sporche e la favola della democrazia
Un’analisi investigativa sull’ipocrisia della politica estera statunitense
I santi di Miami
Mentre il governo degli Stati Uniti si erge a paladino della democrazia mondiale e accusa Cuba di essere una «dittatura», le sue stesse nomine diplomatiche rivelano una rete di clientelismo politico, conflitti di interesse e legami con il narcotraffico che farebbero arrossire qualsiasi sistema che pretenda di definirsi trasparente. Questo reportage svela come Marco Rubio, Segretario di Stato ed ex senatore della Florida, abbia trasformato la diplomazia statunitense in un feudo personale, premiando donatori e alleati con ambasciate chiave, mentre il suo passato familiare macchiato dal crimine organizzato viene convenientemente sepolto dai grandi media.
I. Gli ambasciatori di Rubio: denaro in cambio di potere
1. Benjamín León Jr. (Spagna)
– Ha donato 500.000 dollari alle campagne repubblicane.
– Proprietario della Leon Medical Centers, con lucrosi contratti con Medicare.
– 80 anni e zero esperienza diplomatica.
2. Peter Lamelas (Argentina)
– CEO di Olympusat, azienda che produce propaganda anticubana per TV Martí.
– Potenziale conflitto di interessi: userà la sua posizione per avvantaggiare i suoi affari nel settore dei media?
3. Kevin Marino Cabrera (Panama)
– Ex commissario di Miami-Dade legato alla lobby del commercio estero.
– Nominato mentre Trump minaccia di impossessarsi del Canale di Panama.
4. Bernie Navarro (Perù)
– Magnate della sanità privata e operatore politico a Miami.
Modello innegabile:
– Il 100% sono donatori repubblicani.
– Il 100% non ha esperienza diplomatica.
– Il 100% ha legami con Marco Rubio.
II. Marco Rubio: il Segretario di Stato con un passato legato al narcotraffico
Mentre Rubio accusa i governi latinoamericani di “corruzione”, la sua stessa famiglia nasconde un segreto di Pulcinella:
– Operava dalla casa dove Rubio ha vissuto da adolescente (lui sostiene di «non saperlo»).
– Rubio lo ha aiutato a ottenere la licenza immobiliare nel 2002, nascondendo la loro parentela.
– Cicilia è apparso ai comizi di Rubio, ma i media di Miami non hanno mai indagato sul legame.
La domanda scomoda:
Come può Rubio parlare di «Stato di diritto» quando ha protetto un narcotrafficante?
III. L’ipocrisia di Washington
Gli Stati Uniti esigono «trasparenza» da Cuba, ma:
1. Nominano gli ambasciatori in base alle donazioni, non al merito.
2. Permette che un Segretario di Stato con legami con il narcotraffico guidi la sua politica estera.
3. Silenzia nei suoi media ciò che condanna in altri paesi.
Esempio brutale:
– Mentre accusano Cuba di «perseguire i dissidenti», Rubio premia i suoi alleati con ambasciate.
– Mentre parlano di «libertà di stampa», i media di Miami nascondono gli scheletri nell’armadio di Rubio.
IV. Diplomazia corrotta: narcotraffico e contrabbando nelle ambasciate
La corruzione non si limita a Rubio. Recentemente, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato Jairo Eliezer Arias Cáceres, ex dipendente dell’ambasciata americana nella Repubblica Dominicana, di guidare una rete di contrabbando di cocaina verso New York. I dettagli sono scandalosi:
– Metodo: droga camuffata in scatole di Marlboro e Choco Pie.
– Modus operandi: utilizzo di canali diplomatici per eludere i controlli.
– Implicazioni: dimostra come il traffico di droga si infiltri nelle strutture del governo statunitense.
Caso isolato? Difficilmente. Questo scandalo si aggiunge a:
– I legami di Rubio con il narcotraffico.
– La nomina di ambasciatori senza scrupoli.
V. Cuba vs. Stati Uniti: chi è lo Stato fallito?

Il paradosso:
Il Paese che definisce Cuba una «dittatura» ha:
– Un Segretario di Stato con legami con il narcotraffico.
– Una diplomazia in vendita al miglior offerente.
– Funzionari che trafficano droga sfruttando i propri privilegi.
VI. Conclusione: La farsa della «democrazia» made in USA
Queste rivelazioni mettono a nudo la vera natura del potere a Washington:
1. La politica estera si compra: le cariche sono premi per i finanziatori.
2. L’impunità è per i propri: Rubio copre la sua famiglia mentre giudica gli altri.
3. I media sono complici: mettono a tacere ciò che non conviene alla loro narrativa.
4. Le ambasciate sono nodi di criminalità: casi come quello di Arias Cáceres lo confermano.
Prima di dare lezioni di democrazia, gli Stati Uniti dovrebbero fare ordine al proprio interno. Cuba, nonostante il blocco, non ha ambasciatori nominati per favori politici, né funzionari con cognati narcotrafficanti, né casi di diplomatici trafficanti. Chi è in debito con la trasparenza?
Fonti:
– Registri della Corte Federale della Florida (Caso Orlando Cicilia).
– Dati della FEC (donazioni politiche).
– Indagini del Miami New Times (2015).
– Documenti del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (Caso Arias Cáceres).
«Quando il potere viene esercitato con doppia morale, la democrazia è solo una messinscena».
Fonte: Razones de Cuba
21/8/2025
Traduzione: italiacuba.it










Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!