In cifre: l’impatto del genocidio israeliano su Gaza dall’ottobre 2023

Gaza – Al-Mayadeen. Il 7 ottobre 2023, “Israele” ha lanciato una campagna genocida a Gaza, che ha causato la morte di centinaia di palestinesi ogni giorno. Una settimana dopo, sono iniziate le incursioni terrestri nel territorio, ponendo le basi per un’occupazione prolungata di 15 mesi. Si tratta della più lunga offensiva militare israeliana dall’occupazione del 1948.

Un movimento globale per Gaza si è mobilitato fin dai primi giorni del genocidio, suscitando critiche e contromisure senza precedenti all’assalto di “Israele”: proteste, intensi movimenti di boicottaggio, rottura delle relazioni diplomatiche ed economiche con l’occupazione israeliana e importanti sentenze di tribunali contro funzionari israeliani, tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Di conseguenza, dopo 15 mesi di sforzi e negoziati, il 15 gennaio è stato annunciato un accordo di cessate il fuoco.

Alla luce degli eventi, The Guardian ha fornito un quadro dell’impatto della guerra su Gaza e sulla sua popolazione.

Un numero astronomico di morti.

Dal 7 ottobre 2023, “Israele” ha ucciso quasi 47 mila palestinesi, la maggior parte dei quali sono civili, soprattutto donne e bambini, mentre più di 110 mila altri sono stati feriti. Secondo i dati del Guardian, il bilancio delle vittime rappresenta circa il 2% della popolazione di Gaza prima della guerra.

Tra le vittime della brutalità israeliana ci sono donne, bambini e anziani: le vittime più giovani sono neonati di poche ore, mentre la più anziana è un trisnonno di 101 anni.

Il Guardian, come altri giornali, ipotizza una grave sottostima del reale numero di morti a Gaza. Uno studio pubblicato da Lancet suggerisce che il conteggio ufficiale palestinese dei morti nella guerra israeliana contro Gaza potrebbe aver tralasciato ben il 41% delle vittime fino alla metà del 2024, a causa del collasso del sistema sanitario di Gaza.

I ricercatori hanno utilizzato una tecnica statistica nota come analisi di cattura-ricattura per stimare il bilancio delle vittime dell’assalto aereo e terrestre israeliano contro Gaza durante i primi nove mesi di guerra, dall’ottobre 2023 alla fine di giugno 2024.

Essi hanno stimato che 64.260 persone sono morte per lesioni traumatiche durante questo periodo, un numero superiore di circa il 41% rispetto al conteggio ufficiale del ministero della Salute palestinese a Gaza.

Domicicidio a Gaza.

La guerra di “Israele” ha attirato anche le accuse di domicicidio, che per definizione è “la distruzione pianificata e deliberata della casa di qualcuno, causando sofferenza a chi la abita”.

Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, a Gaza una casa su dieci è stata distrutta o danneggiata, mentre le infrastrutture civili, tra cui scuole, moschee, chiese e ospedali, sono state ripetutamente colpite e bombardate dalle forze di occupazione israeliane.

I cosiddetti ordini di evacuazione hanno interessato l’80% del territorio di Gaza, sfollando 1,9 milioni di persone – il 90% della popolazione – e molti sono stati costretti a trasferirsi più volte. Centinaia di migliaia di persone risiedono ora in rifugi e tendopoli sovraffollate, con scarse condizioni igienico-sanitarie e accesso limitato all’acqua potabile, mentre alcuni rifugi sono stati attaccati.

Distruzione di scuole.

Quasi tutti gli edifici scolastici di Gaza sono stati danneggiati o distrutti, lasciando 660 mila bambini in età scolare senza istruzione formale da oltre un anno. Uno studio condotto da accademici di Cambridge e dalle Nazioni Unite avverte che la guerra potrebbe ritardare l’istruzione fino a cinque anni e rischia di creare una generazione perduta di giovani traumatizzati.

Al 7 ottobre 2023, dei 564 edifici scolastici di Gaza, 534 sono stati danneggiati o distrutti e 12 sono segnalati come “probabilmente danneggiati”. Secondo l’UNICEF, le condizioni delle restanti 18 scuole sono attualmente sconosciute.

Le scuole gestite dall’UNRWA sono state convertite in rifugi di emergenza per gli sfollati. Nonostante siano chiaramente segnati sulle mappe, molti di questi rifugi sono stati bombardati, alcuni ripetutamente, con l’accusa di presenza di agenti di Hamas nei loro locali, accusa che è stata più volte smentita.

Attacchi agli ospedali.

Per tutta la durata della guerra, le forze di occupazione israeliane hanno ripetutamente bombardato e attaccato gli ospedali di Gaza, causando la morte di oltre 1.050 operatori sanitari, tra cui medici e infermieri, molti dei quali sono stati uccisi mentre erano in servizio. I medici sono stati anche sottoposti a detenzione e tortura, con almeno tre decessi segnalati durante la detenzione israeliana.

Alla fine del 2024, solo 17 dei 36 ospedali di Gaza erano parzialmente operativi, con 11 ospedali da campo in difficoltà a causa della limitazione degli aiuti e delle forniture mediche.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato 654 attacchi alle strutture sanitarie e una commissione delle Nazioni Unite ha considerato le azioni di “Israele” come crimini di guerra deliberati volti a distruggere il sistema sanitario di Gaza. Questa distruzione ha aggravato le sofferenze dei feriti, degli sfollati o delle persone colpite da malattie come le infezioni respiratorie (1,2 milioni di casi) e la diarrea acuta (570.000 casi), esacerbate dalle carenze di riparo, cibo e accesso all’acqua.

A dicembre, quasi tutti gli ospedali del nord della Striscia di Gaza sono stati messi fuori servizio, in particolare l’ospedale Kamal Adwan. Il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito che la chiusura dell’ospedale fa parte di una strategia israeliana “volta a evacuare completamente la Striscia di Gaza settentrionale dai civili”.

Malnutrizione e fame.
Nonostante l’estrema necessità di aiuti umanitari, “Israele” ha impedito in modo significativo gli sforzi di soccorso e le consegne nella Striscia di Gaza, manifestando tassi astronomici di fame e malnutrizione.

Nel gennaio 2024, gli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani hanno avvertito che ognuno dei 2,2 milioni di palestinesi a Gaza è alle prese con la fame e l’insicurezza alimentare.

A settembre, il direttore dell’UNICEF per la nutrizione e lo sviluppo infantile, Victor Aguayo, ha dichiarato: “Stimiamo che oltre 50.000 bambini soffrano di malnutrizione acuta e abbiano bisogno di cure salvavita, ora”.

I suoi commenti seguono gli avvertimenti delle agenzie alimentari delle Nazioni Unite, FAO e PAM, che hanno descritto la situazione a Gaza come “una delle più gravi crisi alimentari e nutrizionali della storia”.

La malnutrizione durante la gravidanza e l’infanzia compromette lo sviluppo mentale e fisico, lasciando molti bambini sopravvissuti alla guerra con conseguenze a vita dovute alla carenza di cibo, ha dichiarato il Guardian.

Tassi di ecocidio a Gaza.
Gaza ha perso almeno la metà della sua copertura arborea, con un’estesa contaminazione del suolo e dell’acqua e danni significativi ai terreni agricoli.

Questa distruzione, in gran parte attribuita agli attacchi israeliani alle aziende agricole e alle infrastrutture, avrà effetti duraturi sugli ecosistemi, sulla biodiversità, sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica, secondo ecologisti e accademici.

Nel marzo 2024, un’indagine di Forensic Architecture ha rilevato che circa il 40% della terra di Gaza destinata alla produzione alimentare era stata distrutta. Le immagini satellitari esaminate dal Guardian mostrano una diffusa devastazione delle fattorie e l’eliminazione di quasi la metà degli alberi dell’area.

Prima del 7 ottobre, le fattorie e i frutteti comprendevano circa 170 chilometri quadrati (65 miglia quadrate), pari al 47% della superficie totale di Gaza. Alla fine di febbraio, le stime di FA basate su dati satellitari indicavano che le operazioni militari israeliane avevano distrutto oltre 65 chilometri quadrati, pari al 38% di quella terra.

Oltre alle aree coltivate, l’infrastruttura agricola di Gaza comprendeva più di 7.500 serre, che svolgevano un ruolo cruciale nell’economia della regione. A questo proposito, l’analisi di FA ha suggerito che quasi un terzo di queste serre è stato distrutto, con distruzioni che vanno dal 90% nel nord di Gaza al 40% circa intorno a Khan Younis.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.

18/1/2925 https://www.infopal.it/

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