Kobane, oggi in piazza a Roma in appoggio e solidarietà con la resistenza curda. Perché il mondo sta ignorando la rivoluzione dei Curdi in Siria?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le poche e frammentate notizie che arrivano da Kobane parlano di un rovesciamento di fronte. L’Isis si sarebbe ritirato da quasi tutte le aree occupate. I Curdi sono sicuri che Kobane sarà “liberata presto”. Intanto cresce la solidarietà internazionale verso i guerriglieri curdi. Oggi è in programma una iniziativa a Roma, in piazza Argentina dalle 16 alle 19. Disarmare ISIS e isolare gli Stati che lo sostengono (Arabia Saudita, Qatar, Turchia); aprire immediatamente un corridoio al confine turco che consenta aiuti umanitari e rifornimenti alle forze di difesa kurde delle YPG/YPJ; .riconoscere l’autonomia democratica del Rojava (Kurdistan occidentale) in Siria, “esempio di autogoverno e convivenza pacifica fra popoli, religioni, culture diverse, contro il totalitarismo di ISIS”: sono questi gli obiettivi del presidio.
Pochi giorni fa a scendere in piazza è stata la rete di solidarietà di Torino, “per far sentire il proprio grido di rabbia e di amore per i resistenti di Kobane”. Centinaia di compagni e compagne insieme atanti giovani, donne, bambini, della comunità curda di Torino hanno risposto all’appello lanciato dalle diverse anime del movimento antagonista torinese per un presidio di solidarietà, presto trasformatosi in un corteo di almeno cinquecento persone che hanno attraversato il centro della città.

Il sito curdo Rudaw ha scritto di centinaia di persone emigrate in Europa che nelle ultime settimane si sono unite ai peshmerga del Kurdistan iracheno e ai miliziani siriani dell’Ypg, le Unità per la protezione del popolo, nella lotta contro i jihadisti dell’Is. Il reportage parla soprattutto di curdi partiti dal nord dell’Europa, ma “è naturale – dice M., originario di Urfa, provincia turca sul confine con la Siria – che anche dell’Italia siano partiti in tanti”. Ed è allo stesso modo “naturale” che la comunità curda in Italia “raccolga fondi per i nostri fratelli di Kobane. Se il vostro paese fosse in pericolo, non lo fareste anche voi italiani?”.

Fabrizio Salvatori

17/10/2014 www.controlacrisi.org

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