La privatizzazione strisciante della sanità piemontese

chiampa

Nemmeno nei pronostici più pessimistici , avrei immaginato che il centrosinistra in versione Chiamparino potesse surclassare l’ ex ministro Sacconi sul processo di privatizzazione della sanità . Gli organi di informazione hanno annunciato nei giorni scorsi qualche intenzione , dei fatti e opinioni varie . L’ intenzione è di aprire un tavolo tra Regione e Confindustria per cambiare verso alla sanità , annunciata dal Presidente Chiamparino e calorosamente accolta dai confindustriali della sanità.

Non si capisce “per quale verso “, ma è facile immaginare verso una riduzione dei costi del sistema sanitario, unica preoccupazione /ossessione dei politici al governo. Confindustria ci salverà , dicono come un sol uomo. Lo diceva già l’ex Ministro Sacconi in armonia con Emma Marcegaglia. Lo suggeriva Berlusconi ( primavera 2009) alla assise di Confindustria di Bergamo con la dichiarazione : ” imprenditori datevi alla sanità “. ( In verità sembrava che fosse la sanità a dover risollevare le sorti dei profitti industriali ). Un po’ tutti spiegavano (e spiegano ) che gli imprenditori sono più fantasiosi , intraprendenti ed efficaci ad occuparsi di edilizia, di informatica, di trasporti, di ristorazione, di manutenzioni, di pulizie, ecc, ovvero di tutte quelle funzioni estranee alla cura, strettamente clinica, delle persone.

E  vai, allora, sulla finanza di progetto per costruire nuovi ospedali, ad es la Città della Salute; vai sul superamento del consorzio informatico pubblico per la gestione della sanità elettronica; vai sui project financing per affidare le mense e i parcheggi; vai con le sperimentazioni gestionali pubblico /privato. Ma si può dare di più; infatti il Presidente Chiamparino introduce nel mirabolante rapporto col privato anche l’assistenza territoriale, le liste di attesa e la mobilità passiva.

Non fosse una partita pubblica si potrebbe restare ammirati dal gioco delle tre carte: le convenzioni con gli erogatori privati fissano tetti e budget sicche ‘accade che di fronte a una richiesta di analisi e diagnostica in un centro convenzionato si offrano all’utente tempi per l’accesso col SSR (lunghi ) e tempi (brevi) in regime privatistico, magari con qualche sconto, ed è appunto agli autori di questo dumping che Chiamparino chiede aiuto per cambiare verso alla sanità pubblica. Per la mobilità passiva, vale la pena ricordare che nel 2010 il Piemonte ne pativa per 2 ml di euro, ora per 60 ml: non sarà che tra sofferenza degli organici e riduzioni dei servizi a causa del Piano di Rientro i Piemontesi in stato di necessità cerchino altrove ciò che la propria Regione non garantisce più? Salvo che a pagare è lo stesso Pantalone, cioè la Regione, ma Chiamparino, anche in versione di Presidente della conferenza delle Regioni , ben si è guardato dal sollevare le incongruenze del piano di rientro, piuttosto promuove il tavolo coi privati , magari con gli stessi che per la prima volta nella storia del Piemonte atterrano su funzioni essenziali , come sul DEA del Gradenigo tramite il gruppo Humanitas. Fin qui le intenzioni, veniamo ai fatti. È’ recentissima la designazione a dirigente responsabile del controllo di gestione sulle Asl, in Assessorato alla Sanità, di un professionista del gruppo KPMG. Per chiarezza , KPMG è organismo indipendente individuato dal Ministero alla Sanità, probabilmente fin dall’epoca del Ministro Turco, per monitorare le Regioni in piano di rientro.

E lo fanno, eccome se lo fanno, magari con quegli irrilevanti svarioni dovuti alla fede nelle statistiche per cui si ragiona di sostituzioni del personale infermieristico a Verbania come nel comprensorio di Torino (ma a macinar km di notte per il primo turno non sono mica gli advisor di KPMG!). Orbene, succede che gli indipendenti super partes e censori del sistema pubblico poi ambiscano a diventare dipendenti del pubblico : resta da capire perché un sistema così inefficiente da dover essere controllato dall’esterno sia poi meta ambita per la propria collocazione professionale, oppure perché gli operatori del sistema privato siano così desiderosi di rendere servizi al pubblico , ma stiamo certamente parlando di uno straordinario e disinteressato senso civico . In ultimo, le opinioni .

Una recente intervista della D.ssa Mariella Enoc, manager del sistema sanitario religioso , già consulente della ex Presidente Bresso per una ipotetica assicurazione sulla non autosufficienza poi consulente dell’ex Presidente Cota per la riforma del sistema sociosanitario (a testimonianza della assoluta genuinità dell’ impegno per il bene comune), veniva così titolata “La sanità è come il commercio. I piccoli non sopravvivono”, e così confermavano le dichiarazioni dell’intervistata. Appunto , in questa epoca Berlusconi – Sacconi – Marcegaglia. ; Chiamparino – Confindustria la sanità e’ come il commercio : è quello che ci piace? Ma soprattutto, e’ quello che ci serve?

Eleonora Artesio

Pubblicato sul numero di aprile del periodico Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org

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