La salute non si vende, si difende!

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 7 aprile 2017 – Health for all. Giornata europea di azione contro la commercializzazione della salute.

sanità 7 aprile

In tutta Europa sono in atto da diversi anni politiche tese a ridimensionare i sistemi di welfare universalistici. Anche i servizi sanitari di molti Paesi sono stati sottoposti a contro-riforme e tagli al finanziamento pubblico che ne hanno minato i principi fondanti di universalismo e solidarietà, producendo diseguaglianze nell’accesso alle cure e nella tutela della salute della popolazione.

In Italia assistiamo dal 2010 a un sistematico definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, che pure costava in termini assoluti e in percentuale sul PIL molto meno dei sistemi di tanti altri Paesi europei. Negli ultimi anni molti servizi territoriali e ospedalieri sono stati chiusi, spesso senza venire sostituiti da altre tipologie di servizi; il numero dei dipendenti del SSN si è ridotto considerevolmente e le condizioni di lavoro sono peggiorate; in molte parti di Italia non è garantita una reale copertura dei Livelli Essenziali di Assistenza[1], e milioni di persone devono ritardare o rinunciare alle cure[2]; una gran parte dei bisogni, soprattutto quelli socio-sanitari, sono disattesi per il ritardo storico di sviluppo dei servizi territoriali e per la difficoltà di riorganizzare il sistema in funzione dei nuovi bisogni a invarianza della spesa.

Alla sistematica – e da alcuni auspicata – retrazione dell’impegno pubblico in sanità è corrisposta una proliferazione di coperture sanitarie assicurative private o mutualistiche – purtroppo inserite anche nei contratti collettivi di lavoro – che mina il nostro servizio sanitario alle sue fondamenta, nell’universalismo e nella solidarietà, producendo un sistema segmentato e diseguale: da un lato un servizio sanitario pubblico “al ribasso” per i meno abbienti (o per chi non ha una sufficiente tutela contrattuale), e dall’altro una sanità privatizzata differenziata a seconda dei benefit previsti dai contratti lavorativi o per chi se la può pagare.

Per contrastare questa deriva, è necessario creare un fronte ampio di mobilitazione tra tutte le persone e le organizzazioni che difendono una sanità pubblica di qualità, solidale, gratuita e universale, al fine di tutelare la salute contrastando la sua mercificazione. Le evidenze non mancano, quello che serve è la forza di sostenerne la necessità politica.

Un’occasione importante per affermare pubblicamente le nostre idee, e costruire un ampio consenso, sarà il prossimo 7 aprile, Giornata Mondiale della Salute. Realtà internazionali come la Rete Europea contro la Commercializzazione della Salute e il People’s Health Movement Europe hanno indetto per il secondo anno consecutivo una giornata di mobilizzazione per affermare che la salute è un bene comune, non una merce (“La nostra salute non è in vendita” è lo slogan della campagna).

A Bruxelles, una delegazione sarà ricevuta dalla Commissione Europea e ci saranno iniziative di piazza. Manifestazioni, cortei e azioni simboliche sono previste in molte città di Spagna, Francia, Norvegia, Croazia. In Italia sono già centinaia le adesioni di realtà collettive e persone singole all’appello “La salute non è in vendita”, e sono previste azioni a Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, oltre che in molti centri più piccoli (vedi qui la mappa delle iniziative).

Tutte le persone che vogliono mostrare la propria adesione sono invitate ad appendere un lenzuolo alla finestra della propria casa o luogo di lavoro, con le parole chiave della mobilitazione.L’obiettivo non è solo avere la massima visibilità il 7 aprile, ma costruire le basi per un’azione ‘dal basso’ che sia realmente incisiva sulle politiche sanitarie.

Chiara Bodini

20/3/2017 www.saluteinternazionale.info

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