La transizione è anche militare

Il contesto globale delle ultime settimane è caratterizzata da notevoli turbolenze, cambiamenti di scenario che intervengono su processi i più lungo periodo, in primis le conseguenze del riscaldamento globale che interferisce a tutti i livelli con la riproduzione economica e sociale. Nell’articolo precedente abbiamo rilevato l’impatto che la pandemia ha avuto e sta avendo sul capitalismo delle reti sconvolgendone i ritmi e i flussi, facendo decollare i livelli dei prezzi a partire dalle materie prime energetiche e dal costo dei noli dei container che si affollano sulle navi ferme in rada e nei magazzini.

La formazione sociale globale sta attraversando quella che con una citazione chiamiamo una ‘grande trasformazione’ nella quale le nazioni e le regioni egemoni competono e confliggono tra loro, mettendo sotto tensione i nessi che comunque le connettono; il driver fondamentale di questa trasformazione è l’innovazione tecnologica che agisce nel paesaggio che il cambiamento climatico disegna.

La competizione si sviluppa ed evolve anche sul piano militare, che a sua volta è in corso di trasformazione grazie al processo di innovazione tecnologica; il confronto tra i dispositivi militari si dispiega lungo le linee tracciate dalle filiere produttive e logistiche, sulla mappa che le linee di frattura e conflitto disegnano da decenni.

Il ritiro precipitoso degli Stati Uniti dall’Afghanistan da un lato ha concluso un movimento in corso da anni dall’altra ha aperto una faglia che ha rimesso in discussione equilibri regionali e globali. Il contesto più direttamente coinvolto è quello detto dell’Indo-pacifico1 che ha assunto un significato ed una sua configurazione strategica negli ultimi anni. Al suo interno ha preso forma l’alleanza detta AUKUS2 un patto per la sicurezza tra Australia, Stati Uniti e Regno Unito che si estende dalla tecnologia per i sommergibili nucleari, alla cyber sicurezza ed Intelligenza Artificiale, evidentemente in funzione anticinese. Questo patto, come il ritiro dall’Afghanistan, ha escluso dal processo decisionale l’alleanza della NATO che pure era stata coinvolta nell’invasione; le vicende dell’Indo-Pacifico e dell’Asia centrale mettono in rilevo la debolezza se non l’irrilevanza strategica dell’Europa o meglio dell’Unione Europea, la quale paradossalmente è il punto di sbocco delle crisi dall’Afghanistan, al medio oriente, dell’Africa a sud e a nord del Sahel, dei flussi migratori che le crisi scatenano, come dei blocchi e degli ingorghi delle materie prime energetiche.

Nell’Unione Europea dodici paesi chiedono alla commissione finanziamenti per la costruzione di muri contro i migranti, scoppia a lo scontro con la Polonia sul primato delle corti nazionali contro quella europea  -peraltro già sollevato da altre corti e di cui scriviamo approfonditamente in questo numero della rivista- dove si manifesta tutta la fragilità ed il carico di contraddizioni che caratterizza la sua costruzione a partire da quella, fondamentale, tra trattati europei e costituzioni nazionali . Le linee di frattura che attraversano l’Unione sono appena mascherate dall’intervento per i prossimi anni di Next Generation Eu, in risposta alla pandemia, che tuttavia lascia aperte tutte le incognite del dopo, vale a dire con quali assetti l’Unione uscirà da questa crisi, che interviene in contemporanea con la ristrutturazione dei rapporti economici, sociali ed istituzionali indotti da quelle che sinteticamente definiamo transizione ecologica e digitale. Una ristrutturazione a livello continentale iscritta nella grande trasformazione in corso a livello globale, che articolo dopo articolo stiamo analizzando affrontandone le diverse dimensioni. Un indice della posta in gioco è la richiesta di dieci paesi dell’Unione, capofila la Francia per ragioni più che comprensibili, e nove paesi dell’Europa centro-orientale3. La stessa presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha prospettato l’uso del nucleare per raggiugere l’indipendenza energetica4.

I paesi dell’Unione divisi tra loro  praticamente su tutte le questioni più rilevanti che affrontano di volta in volta con schieramenti contrapposti a geometria variabile; è questo lo scenario nel quale l’irrilevanza dei paesi europei nell’intervenire nelle ultime crisi e nel confronto strategico tra Usa e Cina, spinge per la creazione di una ‘difesa europea’, una sorta di antidoto non solo all’irrilevanza a livello strategico, ma anche alla crisi di legittimità che ne investe le istituzioni e la sua stessa integrità politica in questo quadro carico di che rende sempre più difficile prendere decisioni all’unanimità. Quanto concretamente si prospetti l’avvio del progetto di un apparato di difesa comune europea5 è una domanda da porsi, una riflessione ed un dibattito pubblico da sviluppare.

Gli stessi paesi sono coinvolti da legami molto più stretti nella NATO. L’alleanza atlantica’ ha prodotto nei decenni una organizzazione fortemente strutturata che sta subendo una rapida evoluzione nel segno di una necessaria innovazione tecnologica, coordinata e finanziata da agenzie dell’alleanza. La nascita di un apparato militare europeo non è di per sé in contraddizione con l’ammodernamento ed il consolidamento delle strutture dalla NATO anzi è il contrario, la prima potrebbe svilupparsi nel contesto della seconda, vista anche la dislocazione degli interessi geostrategici; del resto l’amministrazione Biden con il ritiro precipitoso da Kabul non ha certo segnato un punto a proprio favore, tanto meno ha rafforzato la propria autorità in campo strategico e militare; i rapporti interni all’alleanza sono  destinati a cambiare assieme alla sua proiezione strategica.

Si innalza il livello di scontro

Le strutture militari appaiono destinate a giocare un ruolo crescente nel contesto europeo, necessario nello sviluppo del confronto strategico a livello globale, il livello dello scontro si sta alzando come testimoniano le pressioni della Cina su Taiwan con le dichiarazioni del presidente cinese, i voli nello spazio aereo di sicurezza dell’isola e la risposa dura di Biden per quanto la sua difesa. La pressione della Cina su Taiwan la dichiarazione del presidente cinese sulla inevitabile unificazione dell’isola con la madre patria apre un l conflitto per il quale non si possono prevedere i termini di risoluzione. La creazione di una flotta di sommergibili nucleari di stanza in Australia era già una mossa non trascurabile; possiamo parlare, come sempre avviene in questi casi, di una spirale che si avvita, la Cina è impegnata a sviluppare la propria presenza sui mari6, benché sia ancora lontana dalla potenza degli USA e dei loro alleati,  negli ultimi anni ha costituito una flotta, in continua espansione,  che modifica comunque i rapporti di forza nell’area indo-pacifica; in particolare lo scopo è il controllo sulle risorse dell’intera area del Mare della Cina Meridionale, nonostante le sentenza della corte dell’Aja di cinque anni or sono7 È certo che di fronte allo sviluppo ‘pacifico’ della nuova via della seta, con l’innalzamento del livello di scontro su Taiwan la Cina ha aperto un conflitto in uno dei poli produttivi e tecnologici del mondo, dove si incrociano filiere produttive, tecnologiche e logistiche globali.

Di fronte alla sfida globale rappresentata dalla Cina, si affinano gli strumenti di cui si dota gli Stati Uniti la CIA ha costituito un suo ‘China mission Center’8

Quindi a che punto è l’organizzazione della NATO?

Durante il vertice di Bruxelles del 14 giugno 2021 è stato annunciato il lancio del Defence Innovation Accelerator of the North Atlantic (DIANA) -punto nodale dell’iniziativa sulla possibile innovazione dell’alleanza nata nel 2010 sotto il nome di ‘NATO 2030’9 (…) Il ruolo principale di tale missione è quello di testare, co-progettare e sviluppare soluzioni nel campo delle Emerging and Disruptive Technologies (EDTs) che rappresentano allo stesso modo dei rischi e delle opportunità per l’Alleanza10. Le EDTs comprendono tutte quelle tecnologie in abito di difesa e sicurezza che avranno sul nostro futuro un impatto dirompente e rivoluzioneranno le capacità, le strategie e le operazioni militari: Big Data, Intelligenza Artificiale, biotecnologie, dispositivi ipersonici. In merito vale la pena di leggere il report Science & Technology Trends: 2020-2040 che fornisce una valutazione delle EDT ed il loro impatto sulle operazioni militari, le capacità di decisione e la configurazione degli ambiti decisionali. È stato istituito anche il NATO Innovation Fund che prevede una serie di investimenti per un miliardo di euro in 15 anni, mirato soprattutto alla creazione di startup. L’iniziativa riprende quella avviata dal Dipartimento della Difesa statunitense11. Il modello base è quello del Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), ossia l’Agenzia del Dipartimento di Difesa americano responsabile della ricerca e sviluppo di tecnologie innovative per la sicurezza nazionale. Ricordiamo che l’architettura tecnologica che noi oggi conosciamo come INTERNET nasce da un programma di ricerca di DARPA12. La NATO è ovviamente impegnata nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale13 che viene vista come un fattore di cambiamento della difesa e della sicurezza a livello globale, un sistema di tecnologie fondativo rispetto al costruire una capacità di rispondere ad ogni tipo di minaccia. La NATO individua tre obiettivi generali difesa comune, gestione delle crisi e cooperazione per la sicurezza (collective defence, crisis management, and cooperative security). I livelli di sicurezza nell’uso di queste tecnologie, così pervasive e fondanti di tutti i livelli di governo delle attività militari, costituiscono un elemento cruciale della strategia, sono parte delle tecnologie stesse. Abbiamo presente l’uso che di queste fanno le società del Big tech, i conflitti che nascono tra il loro strapotere ed i governi nazionali, mentre i tentativi di intrusione reciproca nei sistemi di comunicazione e trattamento dati, civili e militari, sono parte di una guerra non dichiarata. Dove possano arrivare le esigenze di controllo e sicurezza degli apparati militari è difficile pure immaginarlo; la definizione generale è espressa nei quattro punti raccolti nel capitolo Minimising Interference in Allied AI. La NATO quindi, questa è la conclusione, collaborerà alla definizione di standard validi sia per l’uso civile che militare delle tecnologie. L’impegno della NATO investe un intero ecosistema tecnologico ed organizzativo14 la cui estensione e articolazione rende conto di quanto profonde sia il cambiamento in corso. Il carattere dirompente (che non rende la forza del termine inglese disruptive), senza precedenti dell’intreccio tra innovazione tecnologica e cambiamento climatico è testimoniato dalla scelta della CIA di instituire il ruolo di Chief Technology Officer8, di un programma di formazione e di dotarsi di un ‘Transnational and Technology Mission Center’ . Il centro si focalizzerà su problematiche globali criticha per la competitività degli USA, incluse tecnologie emergenti, sicurezza in campo economico, cambiamento climatico e salute globale. Gestire, intervenire nella grande trasformazione, nei suoi punti di crisi Ciò che emerge dalla trasformazione in corso degli assetti, delle funzionalità della NATO, delle agenzie al servizio della alleanza e della CIA è l’attenzione delle strutture militari, della sicurezza e dell’intelligence alle dimensioni fondamentali della grande trasformazione in corso, ai processi che possono mettere in crisi globalmente le formazioni sociali. Al di là della divisione del lavoro tra le diverse istituzioni, strutture ed agenzie, esse complessivamente si applicano contemporaneamente ai terreni del confronto strategico esterno alle formazioni sociali e al governo delle trasformazioni e delle crisi interne. Crisis management15 è uno dei compiti fondamentali della NATO, si presenta come una organizzazione con la maggiore esperienza sul campo e  non si riferisce solo alla crisi che nascono da una aggressione o quantomeno da una minaccia militare, un approccio alle crisi definito come ‘olistico’, che prevede di intervenire in caso di disastri e catastrofi(disaster relief). In base all’art. 5 del trattato16 l’alleanza risponde all’attacco nei confronti di un qualsiasi suo membro, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si è aperto il campo degli interventi non-articolo 5. ln un mondo sempre più complesso nel 2010il Concetto Strategico della NATO sulle gestione delle crisi si è allargato “ la NATO quindi si impegnerà, dove possibile e quando necessario, a prevenire le crisi, gestire le crisi, stabilizzare le situazioni post-confitto e sostenere la ricostruzione. L’accento viene posto s un approccio che coinvolga il massimo numero di attori e l’addestramento delle forze locali, la cooperazione e l0interazione tra civili e militari. Il pensiero corre alle molte crisi e aree di conflitto degli ultimi vent’anni e ai loro esiti, ultima l’Afghanistan. Nel 1998 la NATO ha istituito l’ Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre (EADRCC)17 per coordinare l’aiuto a nazioni membri o partner dell’alleanza in aree colpite da disatri. L’alleanza ha isitituito anche una Euro-Atlantic Disaster Response Unit basato su un mix cvile-miliitare e sulla partecipazione volontaria. La ‘crisi response’ copre tutte le operazioni militari condotte dalla NATO in situazioni non-articolo 5. Nell’articolo in nota15 trovate una sintetica definizione degli interventi che vanno sotto la definizione generica di ‘crisi response’ o ‘peace support operation’ che include la prevenzione di conflitti, peacekeeping, peacemaking, peace building, peace enforcemente e humanitarian operations. Affrontare crisi e disastri non può ignorare le conseguenze del cambiamento climatico indotto dal riscaldamento globale18 che comprendono la sicurezza delle infrastrutture energetiche19 e forniture energetiche alla strutture militari. Un esempio è la Central Europe Pipeline System (CEPS)20 dotato di una struttura , un ufficio  di supporto amministrativo e soprattutto di Knowledge Management(AKM) per la condivisione delle conoscenze. Vale la pena di sottolineare l’importanza che gioca il cambiamento climatico nella definizione di tutte le strategie militari il Dipartimento della Difesa USA (DOD) ha elaborato un Climate Plan21. La consapevolezza delle conseguenze del cambiamento climatico portano a definire gli eventi che caratterizzano le condizioni climatiche dei prossimi 20 o 30 anni, inevitabili se non si opera un taglio drastico delle emissioni e quelli ingestibili della seconda metà del secolo se  il taglio non avviene22. Il Pentagono secondo l’autore dell’articolo deve affrontare ambedue le sfide ed effettivamente sta sviluppando diverse linee di intervento in merit23 Le note riassunte sino a questo punto sulle strategie della NATO ed in parte della CIA e del Dipartimento della Difesa USA, per quanto sintetiche offrono un panorama indicativo del ruolo degli apparati militari e della sicurezza nel contesto di crisi a trasformazione in cui stiamo vivendo. Innovazione digitale, cambiamento climatico, crisi ecologiche e pandemia sono termini ben presenti nelle strategie che abbiamo descritto. La ‘trombosi del capitalismo delle reti’ -come abbiamo definito la congiuntura che stiamo vivendo- è esattamente il contesto, l’insieme delle condizioni locali e globali per il quale quelle strategie sono in corso di elaborazione e quei dispositivi vengono messi in opera. La costruzione di una difesa europea è parte dell’agenda politica tra i governi dell’Unione dove la Francia spinge per la costruzione di una ‘autonomia strategica’ nei confronti della NATO. La presidenza francese del consiglio della UE nel primo semestre del 2022 potrebbe essere l’occasione per l’apertura di un confronto politico su questo tema e l’apertura eventuale di una agenda mirata alla sua realizzazione se non fosse ancora troppo generico e contestato tra i 27 dell’Unione24. Lo stimolo a rafforzare capacità autonome di difesa europea vengono dall’esistenza del doppio fronte verso la Cina nell’indopacifico e verso la  Russia sul terreno europeo quella che viene definita una ‘two-pronged war’25 D’altra parte nel summit NATO di  giugno hanno richiesto al segretario generale Jens Stoltenberg l’avvio di un processo destinato a definire un nuovo26 concetto di strategia da adottare al summit  del 2022 in Madrid, ciò nel contesto dell’agenda 2030. C’è una certa ironia nel constatare che il 2030 è l’anno di riferimento per l’agenda della NATO così come la tappa fondamentale nel processo di riduzione delle emissioni climalteranti, tutto sembra scadere quell’anno. Ciò che appare più probabile a fronte della complessità di un tale progetto, è la specificazione, la ridefinizione -che assuma caratteri di autonomia  più di quanto già non sia- di una difesa europea nel contesto della NATO. Difficile pensare ad una replica di strutture così complesse, per di più in una fase di radicale trasformazione, al di fuori della NATO, inoltre i vari paesi appaiono piuttosto gelosi delle proprie prerogative in termini di difesa e sicurezza timorosi delle pretese di egemonia tipo quelle della Francia. Quale potrà essere il grado di autonomia e di formalizzazione di una difesa europea di penderà da un complesso di riaggiustamenti interni all’Unione. La difesa comune non implica solo una proiezione unitaria verso l’esterno, verso il resto del mondo, ma come abbiamo visto una integrazione dei dispostivi di gestione delle crisi e della sicurezza ai diversi livelli tanto all’esterno quanto all’interno, con tutte le problematiche di sovranità, interdipendenza e garanzie democratiche del caso; temi caldi, problematiche controverse all’interno dell’Unione.

  1. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/indo-pacific-strategy-background-analysis-20714; https://isdp.eu/chinas-grand-strategy-and-the-emergence-of-indo-pacific-alignments/.[]
  2. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/aukus-triplice-alleanza-lindo-pacifico-31675.[]
  3. https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2021/10/13/energia-centro-est-europa-con-francia-per-nucleare_4dc0cb3e-f2b0-4e4e-89a8-42f39e78b66b.html.[]
  4. https://www.agi.it/estero/news/2021-10-23/ue-crisi-energetica-von-der-leyen-nucleare-serve-14291688/.[]
  5. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/leuropa-alla-ricerca-di-una-difesa-comune-31545.[]
  6. https://thediplomat.com/2021/04/yes-china-has-the-worlds-largest-navy-that-matters-less-than-you-might-think/ https://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/la-sfida-cinese-alla-potenza-navale-statunitense.[]
  7. https://www.voanews.com/a/east-asia-pacific_5-years-after-south-china-sea-ruling-rivals-quietly-accepting-chinas-refusal/6209008.html; https://www.affarinternazionali.it/2016/07/verdetto-dellaja-carta-straccia-per-pechino/.[]
  8. https://www.defenseone.com/threats/2021/10/the-d-brief-october-07-2021/185923/.[][]
  9. https://www.nato.int/nato_static_fl2014/assets/pdf/2021/6/pdf/2106-factsheet-nato2030-en.pdf.)) – una missione volta ad incentivare la cooperazione transatlantica sulle nuove tecnologie relative alla difesa civile e militare, sfruttando l’innovazione come leva per lo sviluppo e la trasformazione((https://iari.site/2021/06/28/il-summit-2021-della-nato-linnovazione-come-driver-di-cambiamento-per-lalleanza/.[]
  10. https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_184303.htm.[]
  11. https://www.defensenews.com/global/europe/2021/06/22/nato-hopes-to-launch-new-defense-tech-accelerator-by-2023/. The fund is modeled after a The U.S. Defense Department set up its own trusted capital marketplace in 2019 as a tool that then-DoD acquisition czar Ellen Lord said could help encourage domestically based venture capitalists to fund national security and defense projects. That marketplace served as inspiration for the announced NATO trusted capital marketplace, per the alliance.[]
  12. https://www.darpa.mil/about-us/timeline/modern-internet https://www.internetsociety.org/internet/history-internet/brief-history-internet-related-networks/.[]
  13. https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_187617.htm.[]
  14. https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_184303.htm. Other NATO bodies are also invested in the Alliance’s innovation activities, and are driving technological development and adoption across NATO. Allied Command Transformation (ACT) leads capability development for NATO and Allied militaries, and is currently working on a large range of EDT-related projects, including on unmanned autonomous vehicles, military-grade blockchain applications, and artificial intelligence in military decision-making. NATO’s Science and Technology Organization (STO) also supports numerous EDT-related research projects, including on augmentation technologies for improving human performance, autonomous transport and medical systems for casualty evacuation, and space weather environmental modelling. NATO’s Science for Peace and Security Programme (SPS), the Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE), and the NATO Communications and Information Agency (NCIA) are also key nodes in NATO’s innovation ecosystem as the Alliance adapts to and adopts EDTs.[]
  15. https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_49192.htm.[][]
  16. https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_110496.htm.[]
  17. https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_52057.htm.[]
  18. https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_91048.htm.[]
  19. https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_49208.htm.[]
  20. https://www.nspa.nato.int/about/ceps.)). Ovviamente il tema fa parte del capitolo delle condizioni di sicurezza di tutti i paesi e anche del contesto in cui si possono sviluppare le operazioni militari. La consapevolezza dell’emergere di situazioni di crisi è il prodotto dell’azione del NATO Situation Centre (SITCEN)((https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_57954.htm.[]
  21. https://www.defenseone.com/threats/2021/10/new-dod-climate-plan-adjust-ops-training-gear-extreme-weather/185926/; https://media.defense.gov/2021/Oct/07/2002869699/-1/-1/0/DEPARTMENT-OF-DEFENSE-CLIMATE-ADAPTATION-PLAN.PDF.[]
  22. https://www.defenseone.com/ideas/2021/10/pentagons-new-climate-plan-aims-manage-unavoidable/185895/.[]
  23. The Pentagon must address both of these challenges, and is developing multiple lines of effort to do so. The U.S. military will need to understand and anticipate how climate stress will affect global stability, in areas of the world where it operates today and where it may need to operate tomorrow. Its thoughts on that challenge will soon be published in a Climate Risk Assessment. In addition, it will be charged with reducing emissions, increasing energy efficiency and renewable energy, and integrating electric vehicles. In response, it will be publishing a Sustainability Report and Implementation Plan later this year, after the anticipated Sustainability Executive Order is released.[]
  24. https://www.lemonde.fr/international/article/2021/06/12/l-europe-en-quete-d-une-autonomie-strategique-encore-contestee-et-peu-tangible_6083824_3210.html.[]
  25. https://cepa.org/unclear-europe-is-defensible-without-better-forces/.[]
  26. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_185000.htm.[]

Roberto Rosso

27/10/2021 https://transform-italia.it

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