LE RAGIONI DEI LAVORATORI PER IL NO ALLE MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE

lavoratori-e-costituzione

per la democrazia nei luoghi di lavoro, nella società e nelle Istituzioni

  • contro la concentrazione del potere nelle mani di pochi
  • contro le crescenti disuguaglianze sociali
  • perché il lavoro, i servizi pubblici, l’acqua e i beni comuni
    non siano merci, ma diritti
  • per una democrazia in cui tutti abbiano diritto di parola per
    decidere

Cambiano la Costituzione perché lo vuole la grande finanza
internazionale, la Banca Europea e le banche d’affari americane come
J.P. Morgan.
Cambiano la Costituzione per continuare una politica economica e
sociale che rende i ricchi sempre più ricchi, i lavoratori con sempre meno
salario e meno diritti e i poveri sempre più numerosi.
Il taglio delle pensioni e dei servizi sanitari, come la manomissione dello
Statuto dei lavoratori sono gli ultimi e più clamorosi esempi della loro
politica.
Cambiano la Costituzione per affermare nella vita politica e nel
funzionamento dello Stato, come nella società – nei luoghi di lavoro, nelle
scuole – forme di comando in cui poche persone decidono su tutte le
altre.

E’ una deriva autoritaria fondata sulla forza del ricatto sociale e su una informazione ormai in mano esclusivamente a chi ha i soldi

CONTRO LA DERIVA POLITICA

La chiamano “stabilità” o “governabilità” perché chi vince le elezioni possa decidere senza problemi e farsi i propri affari: con Alfano siamo al terzo ministro che favorisce parenti ed amici, prima di lui nei mesi passati i ministri Guidi e Lupi.

E’ gente così che vuole:
· Una Costituzione in cui il Parlamento si piega alla volontà del Governo rinunciando a un
autonomo potere legislativo;
· Una Costituzione in cui Magistratura e Corte Costituzionale sono fortemente condizionate dal Governo prima di tutto nella loro composizione
· Una Costituzione che frammenta il Paese e indebolisce Comuni e Regioni, sopprimendo le
Province e riducendo le competenze comunali e regionali e che prevede che il Governo si
sostituisca a loro nel decidere quando sono in gioco grandi interessi economici
· Un sistema elettorale in cui gli elettori non hanno nei fatti diritto di scegliere i loro
rappresentanti
· Una riduzione dei costi della politica solo di facciata perché si limitano a ridurre il numero dei senatori e non anche quello dei parlamentari e perché non tagliano le loro indennità.

CONTRO LA DERIVA SOCIALE

La chiamano “crescita”, ma non cresce niente se non la povertà, il disagio sociale, la limitazione dei diritti dei lavoratori e il peggioramento delle condizioni di salute. Aumentano anche gli infortuni mortali sul lavoro e quasi il 20% dei lavoratori presenta delle inidoneità al lavoro, si sta riducendo la vita media degli italiani.
Il taglio delle pensioni, l’obbligo a lavorare sino a 70 anni, la riduzione dei servizi sanitari pubblici e gratuiti, la riduzione della spesa per la scuola e l’educazione che ci colloca all’ultimo posto in Europa dopo la Bulgaria concorrono ad aumentare il disagio sociale e le disuguaglianze. E in fondo anche il Jobs Act non è frutto di un improvvisazione bensì è stato anticipato dalla vicenda Fiat e dall’attacco al Contratto nazionale.

· Con le modifiche allo statuto dei lavoratori chi comanda può oggi disporre di strumenti di
ricatto e condizionamento dei lavoratori: il licenziamento arbitrario senza obbligo di
riassunzione, il controllo a distanza dei lavoratori sia nei luoghi di lavoro che nella vita
sociale. Oggi i lavoratori sono meno liberi e la loro partecipazione alla vita democratica è
condizionata dal ricatto del licenziamento

· Vogliono una scuola in cui il diritto allo studio viene negato ai figli delle famiglie più povere e dove si viene educati a “saper obbedire” e a lavorare gratis senza diritti

· Tra i dipendenti pubblici non sono riusciti finora a estendere il licenziamento arbitrario, ma stanno cercando di aumentare il potere discriminatorio delle gerarchie interne

PER LA DEMOCRAZIA FONDATA SULLA PARTECIPAZIONE
La Costituzione si difende se vive la democrazia di tutti. Così volle la Costituzione chi la scrisse
dopo la Resistenza al fascismo. Si può e si deve adeguare la Costituzione ai mutamenti
ambientali e sociali intervenuti da allora, ma non alle esigenze della finanza e dei ricchi:

  • Applicando quelle norme della Costituzione mai applicate sulla emancipazione sociale e politica dei lavoratori (articolo 3)
  • Cancellando la norma sul pareggio di bilancio che afferma che chi comanda fa i debiti e chi obbedisce li paga con il taglio delle prestazioni sociali
  • Introducendo norme di salvaguardia dei beni comuni. Dopo il referendum si sono invece rimangiati il diritto all’acqua pubblica
  • Con una parlamento i cui componenti siano scelti direttamente dagli elettori al

momento del voto, che mantenga l’autonomia della funzione legislativa, che sia
ridotto nel numero ancor più che nelle proposte attuali e con un netto taglio delle
indennità

Ma occorre anche una rinnovata democrazia locale e sociale:
In cui i Comuni vedano estese le loro competenze e le loro risorse e i consigli comunali
non siano solo il luogo di ratifica delle decisioni politiche già prese dalla giunta
Con la cancellazione delle norme del Jobs Act, che costituiscono un ricatto sociale e
politico verso i lavoratori
Con il ripristino dei diritti dei lavoratori nei luoghi di lavoro
Con una legge sulla rappresentanza che consenta ai lavoratori di decidere
democraticamente da chi farsi rappresentare
Con il mantenimento e il rilancio della contrattazione collettiva, a partire dal contratto
nazionale come elemento di unificazione e solidarietà tra i lavoratori
Con l’ampliamento del diritto allo studio per tutti gli studenti meritevoli

SIAMO CITTADINI, LAVORATORI, NON SUDDITI!
PROMOTORI DELL’APPELLO
I Rsu e Rsa:

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