Liberate cannabis!

Million marijuana march. Roma, 2014

Ieri alla Camera è stato presentato un progetto di legge per la legalizzazione della marijuana  la cui vendita e utilizzo, in Italia, sono tuttora considerati illegali. In altri paesi europei riforme in tal senso sono già stati fatti, da noi un intervento legislativo è diventato necessario dopo che, nel febbraio del 2014, la legge Fini-Giovanardi, è stata giudicata incostituzionale dalla Corte Costituzionale.

Vanno ricordati i danni provocati da questa legge. La legge Fini-Giovanardi aveva abolito la distinzione tra droghe leggere e pesanti, unificando le tabelle del ministero della Salute inasprito le sanzioni. Così che, la pena per una condanna per spaccio e traffico di droga potevano andare da un minimo di 6 a un masso di 20 anni. Innalzandosi la pena minima per un piccolo spacciatore di cannabis da 2 a 6 anni, il carcerazione diventava certa con un risultato tragico soprattutto dal punto di vista del sovraffollamento delle carceri. Le conseguenze della legge tra la popolazione carceraria furono raccolte e presentate nel Quarto Libro Bianco sulla Fini-Giovanardi, curato da Osservatorio Antigone.

Gli autori della proposta La proposta presentata ieri è prodotto del lavoro di un intergruppo parlamentare di cui fanno parte 113 deputati e sottoscritta da complessivi 218 parlamentari. Per quanto riguarda il possesso e la coltivazione di marijuana la proposta prevede limiti molto stretti, pur permettendo la creazione di “shop”, specializzati nella vendita di “erba” ma regolamentati dal monopolio di stato. Il capo dell’intergruppo che ha presentato il progetto di legge per la legalizzazione della marijuana in Italia è il senatore Benedetto Della Vedova, tra i vari incarichi ex presidente dei Radicali Italiani, oggi sottosegretario agli Esteri per il governo Renzi. Gli altri 112 tra deputati e senatori che fanno parte del l’intergruppo sono soprattutto del Pd, di Sel e del Movimento 5 stelle. I “niet” assoluti alla proposta sono invece arrivati dal centro destra, con in testa Giorgia Meloni (FdI-An) che considera la proposta “una follia”, dal capogruppo di Area popolare Maurizio Lupi che, per quanto lo riguarda “questa legge se la possono scordare”, da Maurizio Gasparri (Fi) e, manco a dirlo, da Carlo Giovanardi (Ncd) padre, insieme a Gianfranco Fini, della legge sulla droga rigettata dalla Corte Costituzionale.

Cosa prevede la proposta . l’introduzione della “detenzione lecita di una certa quantità di cannabis per uso ricreativo – 5 grammi che possono arrivare fino a 15 grammi in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a enti o autorità pubbliche”; . il divieto di consumare marijuana in luoghi pubblici, sia all’aperto che al chiuso, vale a dire che si potrà fumare marijuana solo in luoghi privati; . il divieto di guidare dopo l’assunzione; . la possibilità per ogni cittadino o cittadina di coltivare in casa propria fino a un massimo di 5 piante, senza obbligo di chiedere autorizzazioni ma con l’obbligo di segnalandolo al monopolio di Stato; . la vendita sarà permessa “solo in esercizi dedicati esclusivamente a tale attività” e regolamentati da un monopolio; . per quanto riguarda lo spaccio resta in vigore la normativa che vieta la vendita anche per minime quantità (5 grammi); . prevista la possibile di costituire associazioni, tipo “social cannabis club” molto simili a quelli presenti in Spagna o in Uruguay; . L’associazione potrà essere formata da un massimo di 50 persone che possono decidere di coltivare insieme le cinque piante a testa previste dalla legge, con un massimo di 250 piante per coltivazione.

Mirna Cortese

126/7/2015 http://popoffquotidiano.it/

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