Liberisti, liberali e libertari
Una triade concettuale che poche persone comuni conoscono ma che è essenziale per capire il mondo.
Non spiegherò l’abissale differenza che contrappone queste filosofie di pensiero. Mi accontento di mettere la pulce nell’orecchio a chi non sa ma può googlare.
Passo dunque all’espressione del mio pensiero:
I liberali stanno perdendo su tutti i fronti ed era prevedibile secondo il mio modesto parere per un motivo molto semplice.
I liberisti sono economicamente potenti, i libertari al contrario sono “solo”, consapevolmente o meno, la stragrande maggioranza impotente dell’umanità.
I liberali si sono sempre contrapposti al liberismo solo a parole dolci ed educate ma nei fatti continuano da sempre ad emarginare i libertari, brutti, sporchi e terrorizzanti come tutti i poveri proletari incazzati. Hanno continuato ad ignorarli sminuendone il pensiero profondo.
Facendo questo hanno sostenuto di fatto il liberismo unificandosi in una unica, cosiddetta “casta politica”.
Ora che il gioco si fa serio i libertari lottano a fatica contro lo stato di polizia che affama, imprigiona e uccide. Ma almeno lottano, con le loro contraddizioni e i loro tatuaggi.
Mentre i liberali agli occhi dei più sono considerati servi del liberismo. Pressoché indistinguibili. Ed effettivamente è un po’ così a livello macro politico.
Questa dinamica esclude dalla partita elettorale non uno ma bensì entrambi i contendenti del feroce liberismo lasciando esso come unica alternativa a sè stesso. Più o meno populista.
I governi liberali stanno cadendo uno dopo l’altro come mosche esposte all’insetticida, e non sarebbe un male. Il problema ê che la mancanza di alternativa come diceva qualcuno saggio, genera mostri.
E cosí ci troviamo a cadere nelle grinfie di governi sedicenti socialisti che in realtà sono solo dei fasci piú o meno venduti allo strapotere liberista.
Ritengo essenziale che, nella sedicente ma inesistente pluralità democratica, appaia un soggetto politico che rinfranchi i libertari, e spinga i liberali al centro riducendo la forza parlamentare dei liberisti piú reazionari.
Per ora non avviene perché i liberali non vogliono saperne di una dialettica che riconosca credibilità agli avversari piú “estremisti” (cosí ci chiamano), che sono poi i poveri e incazzati proletari.
E cosí questi ultimi spesso sbagliano via andando a rimpinguare le fila del loro peggiore nemico che parla di patria ma si vende per una Tesla.
In questa condizione, i libertari non ha piú senso che tentino anacronisticamente una formazione politica e non avranno altra strada che fare quello che già cominciano a fare. Scontrarsi contro uno stato che li schiaccia con la macchina contro un palo a diciannove anni.
Ma non sarà come Genova. Dagli errori di impara e la pentola a pressione ribolle fino a scoppiare come consegna la storia del ‘700.
Eppure sogno che la rivolta di un popolo ormai alfabetizzato trovi un avversario dialettico nei liberali piú saggi, e che l’umanità possa trovare cosí la forza di una rivoluzione sul piano culturale non violento, che sovrasti il vecchio secolo e ci salvi dall’imbarbarimento autoritario spingendoci a tutto gas verso una umanità dal futuro condiviso. Un mondo migliore che e già possibile, ed a cui viene solo fatto perdere tempo, come sottolineava De Andrè.
Delfo Burroni
Collaboratore del mensile Lavoro e Salute
14/1/2025
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