L’insegnamento della comunicazione che Hugo Chávez immaginava

Chávez integra un approccio comunicativo critico: si è permesso di denunciare il regime di proprietà privata dei media e ha promosso l’emancipazione comunicativa dei lavoratori e dei contadini dai propri canali di comunicazione disposti a stabilire piattaforme democratiche con una vocazione politica, estetica ed educativa.

di Fernando Buen Abad

La comunicazione come strumento di emancipazione

Hugo Chávez dovrebbe essere conosciuto e apprezzato non solo come leader politico, ma come stratega della comunicazione rivoluzionaria che ha riflettuto profondamente sui media, sulla loro economia politica e sulla necessità di una nuova semantica al servizio del popolo. Chávez ha capito che la comunicazione non è una professione neutra: “non è una professione da merolicos, è uno strumento di lotta per la rivoluzione delle coscienze”. Per lui, la struttura egemonica dei media (monopoli privati, distorsione dell’informazione) era un nemico chiave nella lotta per la democrazia reale e la costruzione del socialismo.

Hugo Chávez integra un approccio critico comunicativo: si è permesso di denunciare il regime di proprietà privata dei media e ha promosso l’emancipazione comunicativa dei lavoratori e dei contadini dai propri canali di comunicazione disposti a stabilire piattaforme democratiche con una vocazione politica, estetica ed educativa. E anche la formazione accademica ha un posto centrale: Chávez ha promosso l’Università Internazionale della Comunicazione, concepita come uno spazio in cui si riconoscono e si valorizzano i talenti popolari, si producono teorie rivoluzionarie e si formano comunicatori capaci di contestare i significati nei vari media. Ha sottolineato che il problema più grande nelle lotte di emancipazione contemporanee è la mancanza di un piano di comunicazione collettivo, organizzato e coerente, seguendo l’urgenza di rivoluzionare le coscienze nell’agenda dei popoli.

Elementi centrali della teoria

Economia politica della comunicazione

Denuncia della mercificazione dei media e della loro servitù all’impero.

Ricerca di un’etica e di un’estetica rivoluzionaria: non si tratta solo di diffondere messaggi, ma di costruire linguaggio, metafore e semantica degni di una rivoluzione socialista di nuovo tipo.

Democratizzazione della comunicazione

Difesa dei media controllati da lavoratori e contadini, non da società private.

Ricostruzione accademica: formare comunicatori critici che sappiano produrre teoria e prassi dal basso, non semplici operatori dell’industria dei media.

La comunicazione popolare come pedagogia politica

Le parole e le immagini sono un’arma di consapevolezza e di mobilitazione: Chávez ha iniziato a formarsi come conduttore televisivo militare, e la sua carriera di comunicatore precede la sua presidenza.

L’idea delle assemblee, la semantica rivoluzionaria, l’ironia, l’autocritica: un linguaggio che si connette con le masse, rompe i dogmi e apre processi di emancipazione.

Costruzione di meccanismi istituzionali

L’Università Internazionale della Comunicazione come strumento per moltiplicare la lotta comunicativa a partire dalle basi popolari.

Pratica comunicativa: esperienze concrete

Aló Presidente come laboratorio didattico e strategico

Aló Presidente è molto più di un programma televisivo: è una “scuola politica divertente e coinvolgente”, uno strumento di mobilitazione, organizzazione e pedagogia vivente. Diventa un forum di dialogo diretto tra lo Stato e la base, una tattica narrativa in cui converge il flusso di domande, lamentele, proposte, scontri e umorismo.

Questo spazio non è il prodotto di un copione accademico, ma il risultato di una forma di comunicazione in lotta costruita dalle basi sociali che esprime una nuova cultura politica capace di orientare, animare e coordinare la ribellione socialista delle masse bolivariane. In ogni trasmissione, Chávez ha educato alla lotta per un dialogo storico, mobilitando il popolo in diretta, proponendo missioni e annunciando misure governative. Il risultato è stato un modello ibrido di propaganda, pedagogia e partecipazione popolare.

Battaglia di comunicazione nazionale e internazionale

Chávez ha promosso l’uso strategico dello spettro pubblico, le reti radiofoniche e televisive obbligatorie e ha creato la rete regionale TeleSUR per contestare il senso dominante dell’emisfero e costruire discorsi antimperialisti alternativi. Chávez ha immaginato scontri globali: ha analizzato la possibilità di un “Vertice dei Presidenti nella Comunicazione Emancipatoria”, ha riflettuto sul Rapporto MacBride (1980), la spesa pubblica per la comunicazione e la dipendenza tecnologica imposta dalle aziende dell’impero.

Formazione e piattaforme

All’interno del Venezuela, voleva consolidare le piattaforme formative e istituzionali sotto il controllo del movimento popolare bolivariano. L’Università Internazionale della Comunicazione nasce da questa esigenza strategica: formare comunicatori con profili critici, teorici e militanti, a partire dalle basi popolari. Ha compreso la necessità di articolare esperienze isolate (“arcipelago”) in reti di comunicazione complete e coordinate, al fine di creare un clamore politico e culturale collettivo.

Teoria e pratica:

DimensioneTeoriaPraticare
Visione strategicaLa comunicazione come strumento rivoluzionario, non neutroAló Presidente, reti, TeleSUR, battaglie ideologiche
Istruzione e formazioneProduzione di teoria critica dal bassoUniversità Internazionale di Comunicazione
Proprietà dei mediaMedia espropriati e democratizzatiPiattaforme controllate dal popolo
Lingua e stileEtica ed estetica rivoluzionaria, semantica autocriticaUso di espressioni ironiche, sarcastiche, pedagogiche
Organizzazione popolareDibattito internazionale organizzato (vertice, correnti)Piattaforma continentale, coordinamento di mezzi alternativi

Contributi e compiti in sospeso

Ciò che Chávez immaginava sull’educazione alla comunicazione, mette in evidenza elementi politici, accademici, estetici e strategici, per saldare i debiti: consolidare le piattaforme organizzate, coordinare le lotte comunicative e mettere in pratica una rivoluzione semantica dal basso. L’insegnamento che Chávez immaginava non si è esaurito: è un argomento in sospeso per le generazioni attuali e future, per le quali la comunicazione non è una professione commerciale, ma la base di una libertà espressiva tradotta in un vero potere popolare.

L’insegnamento della comunicazione che Hugo Chávez immaginava, così come lo interpretava il suo popolo, è costituito da una teoria rivoluzionaria e da una prassi concreta: costruire un’economia politica della comunicazione, formare problematizzatori popolari critici, democratizzare i media, creare le proprie istituzioni e dare alla comunicazione il carattere di artiglieria del pensiero e del sentimento rivoluzionario. come una battaglia strategica. Questa visione combina pedagogia politica, estetica rivoluzionaria e strutturazione organizzativa, anche se molti dei suoi compiti rimangono ancora da svolgere.

30/7/2025 https://www.telesurtv.net/

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