L’Italia devastata a colpi di fiducia: passa lo Sblocca Italia tra inceneritori, autostrade e trivelle. Con il voto sul decreto Sblocca Italia al Senato il governo Renzi ha incassato oggi la 29/a fiducia. I sì sono stati 157, i no 110, nessun astenuto. > La fiducia sullo “sbrocca Italia” è un vero e proprio insulto alla democrazia parlamentare, negata con bugie e arroganza: la cifra di questo sistema politico basato sulla contraffazione della realtà

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Lo Sblocca Italia è un ‘decretone’ che contiene misure che vanno dallo sblocco dei cantieri, che partiranno con tempi certi, agli interventi per le calamità naturali, passando per le semplificazioni per l’edilizia, la banda larga e ultralarga, l’ammodernamento delle ferrovie, l’aumento dell’attività degli inceneritori, decine e decine di trivellazioni in mare alla ricerca del petrolio, e le concessioni autostradali.
Proprio le norme sulle concessioni sono state l’oggetto degli strali delle opposizioni che accusano il governo di aver chiesto la fiducia in fretta e furia per ‘nascondere’ un ‘regalo’ fatto ai finanziatori di Renzi, quel gruppo Gavio che ha in concessione diverse tratte autostradali del Nord Italia e che doveva essere tra i partecipanti alla cena milanese di auto-finanziamento del Pd nell’agenda del premier per questa sera.
“E’ incredibile l’ipocrisia del Partito Democratico – punta il dito la senatrice di M5S Barbara Lezzi – in Aula al Senato vota la fiducia al decreto Sblocca Italia, che dà il via libera alle trivellazioni selvagge; poi, fuori dal Parlamento, lo stesso Pd organizza sit-in di protesta per dire no alle trivelle, come quello in programma il 9 novembre a Leuca. Con che faccia gli esponenti del Pd andranno alla manifestazione? E avranno il coraggio di dire che lo scempio contro cui manifestano, porta anche la loro firma? Vergogna!”.
Contro le trivelle c’è la sollevazione delle regioni interessate, in pratica tutte quelle del centro sud i cui confini affacciano su adriatico ionio e canale di Sicilia. Il movimento “No Triv” da qualche settimana ha dato vita a una petizione on line.

6/11/2014 www.controlacrisi.org

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