L’unica strada è difendere l’universalità dei diritti
Il 20 febbraio scorso ha avuto luogo a Milano, presso la Sala Franco Bomprezzi della Casa dei Diritti, un partecipato seminario sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità – promosso dalla Fondazione Pio Istituto dei Sordi, grazie all’attività organizzativa di Martina Gerosa – con la presenza di molti esperti. Le riflessioni si sono sviluppate a partire dalle suggestioni offerte dall’ultima recente opera dello psicologo Carlo Lepri, intitolata anch’essa Viaggiatori inattesi. Appunti sull’integrazione sociale delle persone disabili (Milano, FrancoAngeli, prima edizione 2011, terza ristampa 2015).
Coordinati dal giornalista Simone Fanti, noto blogger di InVisibili del «Corriere della Sera.it» e “firma” spesso presente anche su queste pagine, gli interventi sono stati preceduti dal saluto istituzionale di Daria Alice Mastri, dirigente del Comune di Milano e da quello di Daniele Brandolino, vicepresidente della Fondazione Pio Istituto dei Sordi.
Carlo Lepri ha raccontato poi le «due o tre cose che abbiamo imparato sull’integrazione delle persone disabili», partendo dalle rappresentazioni culturali della disabilità che si sono avvicendate nelle varie società occidentali, dall’antichità ad oggi.
Successivamente, Claudio Messori, già responsabile del Collocamento Mirato presso la Provincia di Milano e oggi direttore dell’Agenzia per il Lavoro dell’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), ha illustrato le norme e le buone prassi per l’inclusione in azienda, affinché anche le persone con disabilità più fragili vengano assunte e mantenute al lavoro.
E ancora, la psicologa del lavoro ed ergonoma Isabella Ippoliti ha spiegato come sia possibile realizzare postazioni lavorative di accessibilità universale, partendo proprio dal dialogo con i lavoratori disabili: «Superare le barriere fisiche, architettoniche e sensoriali – ha sottolineato – aiuta a superare le barriere culturali e mentali, così che il lavoro sia a portata di tutti».
Alle voci degli esperti si sono via via intrecciate quelle di chi ha portato testimonianze di vita ed esperienze lavorative personali, come Antonio Giuseppe Malafarina, altra nota “firma” di «Superando.it», giornalista e poeta, pensatore, direi – se non fosse termine desueto… – mai messo all’angolo da una grave disabilità; e anche Fabrizia Rondelli, madre di un giovane uomo con autismo ad alto funzionamento e presidente dell’Associazione l’Ortica, impegnata nel proporre attività artigianali di grande livello, come fini tessiture, alla pari della grande tradizione italiana; fino a Elisabetta Bianchessi, architetto dell’Associazione T12-lab, che ha presentato i numerosi laboratori creativi realizzati a partire da materiali di recupero, svolti con giovani con disabilità e anche con giovani profughi.
Chi scrive, infine [Daniela Piglia, giurista dell’Associazione InCerchio per le Persone Fragili, N.d.R.], ha chiuso con una sintesi che ha cercato di legare i vari contributi, sottolineando la congiuntura di grande rischio per i più fragili, i cui diritti acquisiti negli ultimi trent’anni – nel campo non solo del lavoro, ma anche dello studio, dell’assistenza e dei servizi – sono sempre più in pericolo per presunte ragioni di crisi economica: ma solo la promozione e la difesa dell’universalità dei diritti potrà restituire umanità a una società la cui vera profonda crisi è quella morale. (Daniela Piglia)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: legale@associazioneincerchio.com.
Daniela Piglia
24/2/2017 www.superando.it
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