Mappatura del genocidio a Gaza
L’ultimo rapporto di Forensic Architecture documenta l’entità e l’intento dell’assalto israeliano alla Striscia di Gaza, rafforzando il caso del Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia che accusa Israele del crimine di genocidio.
Fonte: English version
di Jeff Wright, 28 dicembre 2024
Immagine di copertina: una mappa che mostra i modelli di sfollamento forzato israeliano a Gaza nell’Ottobre 2023 (Foto: Forensic Architecture)
In ottobre, Forensic Architecture (FA) ha pubblicato un rapporto che documenta meticolosamente l’assalto militare di Israele a Gaza. A Spatial Analysis of the Israeli Military’s Conduct in Gaza since October 2023 (Analisi spaziale della condotta dell’esercito israeliano a Gaza dall’ottobre 2023) non solo riporta le prove della violenza dell’esercito contro tutti gli aspetti della vita civile – dagli ospedali, alle scuole, ai rifugi, ai siti archeologici e ai centri religiosi, fino ai terreni agricoli, ai pozzi d’acqua, ai panifici e alla distribuzione degli aiuti – ma documenta anche come questi ‘incidenti’ formino dei modelli che, nel loro insieme, dimostrano l’intento di commettere un genocidio.
Secondo FA, il rapporto è il risultato di oltre un anno di ricerche continue sulla condotta dell’esercito israeliano a Gaza ed è stato fornito al team legale del Sudafrica per sostenere la causa presso la Corte internazionale di giustizia che accusa Israele di genocidio.
Forensic Architecture ha sede presso Goldsmiths, un college dell’Università di Londra. Composto da persone che lavorano nel campo dell’architettura, del giornalismo, della cinematografia, della legge e dell’informatica, il collettivo di ricerca indaga sui crimini di Stato. “Siamo l’agenzia forense del popolo”, ha dichiarato il fondatore, Eyal Weizman, in una recente intervista con Peter Beinart per il podcast Occupied Thoughts della Foundation for Middle East Peace. “Noi interroghiamo solo militari, servizi segreti, forze di polizia”.
Forensic Architecture è anche un campo di studio in crescita, descritto sul sito web di FA come “ricerca investigativa… che impiega una serie di metodologie di analisi spaziale e architettonica, indagine open source, modellazione digitale e interviste a testimoni utilizzando modelli digitali tridimensionali”. Uno dei report più significativi di FA è il risultato del suo lavoro con l’unità investigativa FA di Al-Haq situata a Ramallah. La loro indagine congiunta sulla morte della giornalista Shireen Abu Akleh nel 2022 ha portato a una presentazione passo passo di un’analisi visiva, audio e spaziale che dimostra innegabilmente che la sua morte è stata un omicidio mirato.
Il rapporto di ottobre della FA contiene più di 800 pagine di prove, che suddividono migliaia di ben documentati atti di violenza militare israeliana in sei categorie: controllo del territorio, sfollamento, distruzione dell’agricoltura e delle risorse idriche, distruzione delle infrastrutture mediche, distruzione delle infrastrutture civili e presa di mira degli aiuti. Queste migliaia di dati sono stati mappati visivamente su A Cartography of Genocide di FA, rivelando quelli che descrive come “modelli sovrapposti di ‘incidenti’”.
La chiave del rapporto è l’argomentazione della FA secondo cui questi modelli, considerati nel loro insieme, possono essere usati per costruire un caso in cui le azioni di Israele e le molte dichiarazioni dei suoi leader soddisfano la definizione di crimine di genocidio. “Tali modelli possono indicare che questi attacchi sono progettati, formalmente o informalmente, piuttosto che verificarsi a caso o in modo casuale”, si legge nel rapporto. “Notiamo che le azioni militari sono multiformi, e i modelli possono esistere tra le diverse azioni… [e] possono generare un effetto di accumulo, con ogni azione che aggrava l’impatto di un’altra”.
“Esiste una serie di precedenti legali in cui i giudici hanno accettato che i modelli rispecchino comandi diretti”, ha detto Weizman nell’intervista a Beinart. “Quindi non è necessario avere accesso all’archivio – vedere i comandi che arrivano, i rapporti che aumentano – cosa che come avvocato vorresti davvero avere. Basta mostrare i modelli. Per mostrare i modelli è necessario mappare i singoli ‘incidenti’ nello spazio-tempo e iniziare a vedere la relazione che esiste tra loro”.
Un esempio descritto nel rapporto è l’effetto combinato della distruzione di terreni agricoli da parte dell’esercito e della distruzione e/o blocco delle consegne di aiuti alimentari dall’esterno da parte dell’esercito. “Con le fonti di cibo distrutte all’interno di Gaza, il cibo poteva arrivare solo attraverso i posti di blocco israeliani, dove la sua distribuzione era controllata e limitata dall’esercito israeliano”, secondo il rapporto. “La distruzione dell’agricoltura a Gaza e il targeting degli aiuti si sono aggravati a vicenda e hanno prodotto scarsità di cibo e carestia”.

Nell’intervista di Beinart, Weizman ha detto: “Quali sono le relazioni tra una ruspa che schiaccia un campo di grano o un campo di verdure nella Striscia di Gaza orientale e i soldati che sparano agli aiuti che arrivano da un posto di blocco? Entrambi sono un attacco al cibo. Uno riguarda la sovranità alimentare e l’altro riguarda il cibo che arriva dall’esterno”.
Il rapporto e la sua corrispondente “Cartografia del genocidio” mostrano inoltre come su queste grandi distese di terreni agricoli “l’esercito israeliano abbia costruito strade, accampamenti temporanei, basi permanenti, linee di fortificazione e posti di blocco”, che, a loro volta, hanno contribuito allo sfollamento dei palestinesi, hanno ridotto lo spazio che i palestinesi possono occupare e hanno contaminato il suolo e le risorse idriche sotterranee.
“Quando si sommano la portata dei crimini contro l’umanità e del genocidio…”, ha detto Weizman, “è tutta una questione di relazioni. Il genocidio è tutta una questione di relazioni tra dichiarazioni e azioni, tra intenzioni e conseguenze, tra tutti i diversi tipi di azioni e conseguenze, a cosa si sommano”. Ha detto, “È una prova a un meta-livello, il che significa che è una prova su una prova…”
Stratificati l’uno sull’altro, questi modelli di ripetuti spostamenti di palestinesi, la distruzione di terreni agricoli e infrastrutture mediche e civili e la limitazione delle consegne di aiuti, dimostrano l’intento sottostante agli ordini operativi. Il rapporto conclude, “La nostra analisi ha scoperto che questi atti di distruzione e costruzione non erano casuali, ma seguivano una logica spaziale coerente e chiara”.
Con le sue 800 pagine, il rapporto è un’impresa straordinaria, frutto di un team di investigatori che ha lavorato senza sosta per più di un anno per documentare i crimini di Israele a Gaza. Il volume di prove, provenienti dai social media, dai reportage e dai testimoni sul campo, a volte è stato schiacciante.
Nell’intervista di Beinart, Weizman ha suggerito l’effetto cumulativo che questo lavoro può avere sugli investigatori. Ha detto: “Hai migliaia di prove che ti arrivano in un caso e senti di doverle guardare perché le persone si sono assunte il rischio, le persone si sono prese del tempo, … le persone ti dicono delle cose. Anche se è un video, è una registrazione di un momento che qualcuno ha vissuto… Diamo grande valore a queste cose. Sono le cose più preziose che abbiamo. Quando qualcuno ti manda un messaggio, devi guardarlo”.
Weizman ha anche parlato dell’importanza di collocare gli atti genocidi di Israele in un contesto storico. “Non puoi sostenere un caso di genocidio senza capire come l’intento si forma attraverso la storia del progetto coloniale/di colonizzazione sionista”. I modelli che FA ha individuato in quello che descrive come lo “spazio/tempo” tra ottobre 2023 e il presente si rispecchiano nei modelli storici.
Come esempi, Weizman ha indicato i modelli di spostamento dei palestinesi da parte di Israele dal nord, ricco di risorse agricole, al sud nel 1948-1949 e come Israele stia nuovamente spostando i palestinesi dal nord di Gaza al sud, sempre più vicini al deserto, e come l’attacco e la limitazione degli aiuti siano una caratteristica di ogni genocidio, così come l’accusa di un militare secondo cui le morti civili sono la “sfortunata” conseguenza di un nemico incluso.
I lettori potrebbero voler dare un’occhiata ad altre due risorse. La ONG britannica Airwars lo scorso dicembre ha pubblicato un rapporto che traccia il modello e l’intensità dei danni arrecati da Israele ai palestinesi durante i primi 25 giorni di guerra a Gaza. Il rapporto, Patterns of Harm Analysis, confronta il livello di danni ai civili a Gaza con le campagne militari documentate dall’organizzazione nel corso del suo decennio di lavoro in altre zone di conflitto intense e complesse.
Law for Palestine, un’organizzazione non-profit per i diritti umani, ha collaborato con Visualizing Palestine per creare la piattaforma INTENT: The Road to Genocide. I lettori possono scorrere un resoconto visivo dei fatti in queste aree: danni ai civili, carestia, infrastrutture e sfollamenti. In seguito alle sue conclusioni, INTENT documenta oltre 400 dichiarazioni di intenti genocidi da parte di leader israeliani nell’esercito, nel governo e nella stampa.
Jeff Wright è un ministro ordinato della Chiesa Cristiana (Discepoli di Cristo).
Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
14/1/2025 https://www.invictapalestina.org/
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