Nonostante il cessate il fuoco, Israele continua a commettere Genocidio a Gaza

Israele non è soddisfatto delle Uccisioni di Massa e della Distruzione che ha inflitto a Gaza negli ultimi 15 mesi.

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 7 febbraio 2025

Territorio Palestinese – Nonostante la dichiarazione di un cessate il fuoco il 19 gennaio 2025, Israele continua a commettere Genocidio nella Striscia di Gaza negando ai palestinesi i beni di prima necessità per la sopravvivenza e imponendo condizioni di vita calcolate per provocare la loro distruzione fisica.

Israele non è soddisfatto delle Uccisioni di Massa e della Distruzione che ha inflitto a Gaza negli ultimi 15 mesi. Ora sta applicando misure per uccidere efficacemente la popolazione attraverso un assedio totale e illegale che blocca il flusso di forniture vitali e aiuti umanitari, impedisce la riparazione di infrastrutture essenziali e nega servizi indispensabili per la sopravvivenza.

Israele è pienamente consapevole dell’impatto catastrofico delle sue azioni arbitrarie sui palestinesi di Gaza, comprese le gravi e durature conseguenze per le comunità emarginate e le persone con condizioni mediche critiche. Tuttavia, in assenza di una pressione internazionale significativa per porre fine ai suoi Crimini in corso, queste violazioni continuano inarrestabili.

Sebbene le Uccisioni di Massa a Gaza si siano fermate dopo il cessate il fuoco, le Forze di Occupazione Israeliane continuano a uccidere palestinesi senza alcun motivo legale, usando false giustificazioni.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato l’uccisione di almeno 110 palestinesi dopo il cessate il fuoco, con una media di circa sei uccisioni al giorno. Queste vittime includono sia nuove uccisioni, assassinati direttamente dall’esercito israeliano, sia civili che sono deceduti a causa dell’aggravarsi di ferite precedenti dopo che Israele ha negato il diritto di recarsi all’estero per le cure. Inoltre, 901 palestinesi sono rimasti feriti dopo il cessate il fuoco, con una media di 47 feriti al giorno.

Migliaia di persone rimangono disperse sotto le macerie, ma gli sforzi di recupero sono ancora ostacolati dai ritardi deliberati di Israele nel consentire l’ingresso delle attrezzature necessarie nell’enclave. Le operazioni di recupero vengono attualmente eseguite con utensili manuali o attrezzature rudimentali che non sono adatte a spostare migliaia di tonnellate di macerie. Al momento, sono stati recuperati 571 corpi nella Striscia, a un ritmo di 30 al giorno.

Dopo il cessate il fuoco, solo una manciata di palestinesi feriti e malati di Gaza è stata autorizzata a recarsi all’estero per ricevere cure, lasciando migliaia di persone a rischio di morte a causa della continua negazione da parte di Israele del loro diritto a ricevere cure.

Oltre a procurare una grave carenza di personale medico specializzato, generatori, stazioni di carburante e ossigeno, Israele ha ostacolato il ripristino di ospedali distrutti e bloccato l’ingresso di forniture mediche, medicinali e attrezzature.

Inoltre, oltre a bloccare le attrezzature necessarie per la manutenzione e il ripristino, le continue e illegali restrizioni da parte di Israele stanno impedendo l’ingresso di tende e forniture di base per le centinaia di migliaia di palestinesi le cui case sono state distrutte. Ciò ha peggiorato le loro sofferenze in condizioni meteorologiche avverse, poiché non ci sono rifugi adeguati disponibili perché Israele ha raso al suolo la maggior parte delle case e dei rifugi nella Striscia.

Israele sta deliberatamente ostacolando il ripristino delle infrastrutture vitali, tra cui i sistemi idrici e fognari, mettendo a repentaglio vite civili e peggiorando le crisi ambientali e sanitarie.

Israele impone inoltre severe restrizioni alle forniture essenziali per la produzione alimentare, minacciando una Carestia su larga scala a Gaza. Le scorte alimentari si stanno esaurendo e i residenti non sono in grado di coltivare, pescare o procurarsi cibo per le loro famiglie. Attraverso queste misure, Israele cerca di rendere la popolazione palestinese interamente dipendente dalle sue decisioni in merito agli aiuti umanitari, che sono diventati la principale fonte di sostentamento rimanente per la popolazione di Gaza.

Le condizioni imposte da Israele creano deliberatamente condizioni di vita volte a distruggere la popolazione palestinese a Gaza, in particolare se considerate nel contesto della povertà diffusa, della distruzione, della fame, della malnutrizione e dei disastri sanitari e ambientali derivanti dalle azioni militari israeliane dall’ottobre 2023.

Queste azioni violano gli obblighi di Israele ai sensi del Diritto Umanitario Internazionale e dei diritti umani, compresi i suoi doveri di Potenza Occupante di provvedere ai bisogni primari della popolazione. Violano anche le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia, che richiedono a Israele di adottare misure rapide e decisive per consentire la fornitura di aiuti umanitari e servizi di base urgenti per alleviare le terribili circostanze che i palestinesi nella Striscia di Gaza affrontano.

Secondo la Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la punizione del Crimine di Genocidio, che proibisce di imporre condizioni di vita a un gruppo con l’intento di distruggerlo in tutto o in parte, la politica di Israele non è altro che una consacrazione del Crimine di Genocidio. Nonostante il cessate il fuoco, Israele non ha cambiato di fatto il suo comportamento e la sua politica per annullare le condizioni devastanti che ha imposto ai palestinesi di Gaza. Invece, Israele ha continuato a creare condizioni che probabilmente alla fine si tradurranno nella distruzione fisica del popolo palestinese, dati gli effetti delle sue azioni su tutti gli aspetti delle loro vite e il periodo di tempo in cui hanno sopportato queste condizioni.

Oltre ad adottare misure efficaci per proteggere i palestinesi dai Piani di Deportazione e Morte Lenta, è necessaria un’azione internazionale immediata per fermare il Genocidio nella Striscia di Gaza e per affrontare in modo appropriato le esigenze immediate della popolazione. Come parte fondamentale per garantire la loro sopravvivenza e dignità, ai residenti della Striscia devono essere forniti alloggi temporanei adeguati.

Dovrebbero essere garantiti l’ingresso e l’accesso degli aiuti umanitari, insieme alla rimozione di qualsiasi restrizione o blocco che impedisca alla popolazione civile di ricevere soccorsi, servizi ospedalieri e accesso all’acqua e all’istruzione. Deve essere inoltre garantita la considerazione delle esigenze delle donne, dei bambini e dei membri dei gruppi più vulnerabili, nonché la rapida ricostruzione delle infrastrutture di base di Gaza; fornitura di supporto sociale e psicologico per affrontare i devastanti effetti psicologici del conflitto, in particolare sui bambini e sui sopravvissuti agli attacchi; e l’imposizione di una vera pressione per revocare il blocco imposto alla Striscia in modo che il popolo palestinese possa riappropriarsi della propria vita e della propria dignità umana.

La comunità internazionale e le Nazioni Unite devono agire con urgenza per ritenere Israele responsabile dei suoi Crimini contro i palestinesi. Ciò include l’applicazione di sanzioni efficaci, l’interruzione di tutto il supporto militare, finanziario e politico e la sospensione immediata di tutte le vendite, i trasferimenti e gli acquisti di armi, comprese le licenze di esportazione e gli aiuti militari. Israele deve essere ritenuto responsabile a tutti i livelli, sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, i mandati di arresto della Corte Penale Internazionale contro il Primo Ministro israeliano e l’ex Ministro della Difesa devono essere eseguiti senza indugio e portati di fronte alla giustizia internazionale.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

10/2/2025 https://www.invictapalestina.org/

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