Oggi siamo nella stessa situazione di un anno fa

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  • Un anno di inettitudine nella ricostruzione della medicina territoriale e le USCA sono rimaste parole.
  • Incompetenze nella valutazione dei dati sui contagi
  • Credito politico e soldi pubblici alle strutture private invece di riaprire gli ospedali recentemente chiusi in tutto il Paese.
  • Medici di famiglia lasciati soli e senza nessun supporto di mezzi per affrontare le richieste degli assistiti.
  • Un ridicolo numero di assunzioni di personale sanitario e tutti con contratti precari.
  • Nessun intervento serio e strutturale negli ospedali per adeguarli all’emergenza senza inibire esami, cure e interventi ai malati già in lunghe liste d’attesa prima del covid.
  • Nessun intervento attivo per ridare alle RSA la dignità di strutture di protezione anticovid.
  • Nessun intervento sui trasporti regionali per far fronte alla protezione dei lavoratori pendolari. Numerosi sono i fascicoli aperti dalla Corte dei Conti e dalla Magistratura per l’inettitudine delle Giunte sulla pandemia, in particolare riguardano le spese irrazionali e i decessi nelle Rsa e case di cura.
  • Le gravi insufficienze ed errori mostrati dai sistemi sanitari regionali di fronte al coronavirus sono ormai noti a tutti ed è una indegna ipocrisia la giustificazione di una situazione generale, indegna per chi propugna la definitiva secessione regionale della sanità dopo aver dimostrato le incapacità a gestire la salute degli italiani in due decenni di regionalizzazione.

Mentre gli ospedali si riempiono ancora, mentre si continua a morire, cambiano governi, cambiano commissari, cambiano presidenti. Ora abbiamo Draghi di sanità e di riforma della sanità non sa nulla e che (di fronte ai problemi strutturali, economici, professionali della sanità accumulati: diseguaglianze, crisi d’organici delle professioni sanitarie, tecnologie obsolete, accorpamenti territoriali) si rimette alla stessa gestione sanitaria che la pandemia ha drammaticamente ridicolizzato.

Cosa dovrebbe fare un governo?
Cose semplici e fattibili se si ha la volontà politica

. Investire in strutture, strumentazioni e dispositivi di protezione mettendo le produzioni in mani pubbliche
. Avviare un piano di assunzioni di personale stabile, per arrivare ad avere organici di livello “europeo”
. Aumento dei posti letto e dotazioni delle terapie intensive di carattere strutturale
. Ricostruire le strutture e le reti della prevenzione e della medicina sul territorio
. Recupero delle strutture e degli ospedali sul territorio chiusi o in via di chiusura per i tagli di questi anni
. Rilancio della rete dei medici di famiglia.
. Assunzioni di operatori sociosanitari per la costituzione in tutti i territori di unità sociosanitarie di continuità assistenziale.
. Rilancio delle strutture della prevenzione e controllo nel territorio a partire dai servizi deputati alla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro.

La pandemia ha svelato ormai a tutti la criminalità del capitalismo che con l’ideologia del mercato che mercifica la salute e l’ambiente, ma opererà impunemente finchè saremo pavidi e inermi nella paura, anche di pensare.

Redazione Lavoro e Salute

Pubblicato sul numero di marzo del mensile

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