Partorire in America

Negli USA la mortalità materna è cresciuta negli ultimi anni per arrivare a 33 donne decedute per gravidanza e parto ogni 100 mila nascite. Un livello record da quasi settant’anni. Il divario è stratosferico rispetto ai Paesi del G7: Francia, Regno Unito e Germania, ad esempio, si fermano a 10-11 decessi per 100 mila nascite.

Problema annoso, ma non per questo trattato con adeguatezza. È notizia di pochi giorni fa del Wall Street Journal che gli Stati Uniti, un po’ per la pandemia, un po’ per i fattori di rischio trascurati, nel 2021 sono tornati ai livelli massimi di mortalità materna del 1965 (1). Un picco negativo legato a problemi irrisolti di salute nella popolazione generale, ma anche alla brusca interruzione di cure e visite nelle fasi di lockdown di inizio pandemia. A rendere la spirale inesorabilmente discendente, inoltre, è l’allarmante trend di chiusure di unità di ostetricia nelle aree rurali a causa di costi proibitivi e di profitti svaniti per i provider ospedalieri. A soffrirne sono soprattutto le donne delle minoranze, in particolare afroamericane e native.

Le cifre del dramma americano sono condensante nell’ultimo rapporto del National Center for Health Statistics, l’agenzia del governo federale specializzata in analisi dei grandi temi di public health (2).

Nel 2021 negli U.S. sono morte 1.205 donne in gravidanza, nel 2020 erano state 861, l’anno precedente 754.

Un aumento secco su base annua del 40%, che porta il maternal-mortality rate a 33 ogni 100 mila nascite, un livello record da quasi settant’anni. Il divario è stratosferico rispetto ai Paesi del G7: Francia, Regno Unito e Germania, ad esempio, si fermano a 10-11 decessi per 100 mila nascite. Il COVID-19, grande amplificatore di ogni dinamica sociale che tende alla disfunzione, ha offerto un poderoso quanto indesiderato contributo. Tuttavia, ben lungi dal manifestarsi sotto le sembianze di un inatteso cigno nero, la pandemia anche in questo caso si è limitata a dare una spinta e un’accelerazione a un fenomeno che era in rampa di lancio per quanto trascurato dal decisore pubblico. L’interruzione delle cure in fase di restrizioni è stata significativa, le donne incinta da parte loro si sono trovate esposte a conseguenze severe una volta contratto il virus, specie quando non vaccinate.

Claudia Cosma

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19/4/2023

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