Perché quando i palestinesi raccontano al mondo cosa sta accadendo loro, sono accolti con incredulità?

Il punto di vista palestinese è credibile e vitale mentre Israele continua a scatenare l’Apocalisse su Gaza.

Fonte: English  version

Di Yara Hawari – 13 novembre 2023

Immagine di copertina: palestinesi fuggono a seguito di un attacco aereo a Gaza (Credito: Mohammed Sabre/EPA/EFE)

In queste ultime settimane insonni ho visto immagini e video che mi perseguiteranno per il resto della vita. Genitori palestinesi che trasportano i corpi carbonizzati e smembrati dei loro figli in sacchetti di plastica verso obitori improvvisati; intere famiglie, attraverso tre generazioni, schiacciate sotto le case che avevano costruito; medici esausti che lavorano disperatamente alla luce delle torce e operano pazienti senza anestesia; una delle chiese più antiche del mondo, che ospitava gli sfollati, bombardata. Finora risultano uccisi più di 10.000 palestinesi, più, dopo un mese, del numero di civili uccisi in Ucraina dopo due anni di guerra.

La Macchina da Guerra israeliana è sempre terribilmente spietata. Ma questa volta stiamo assistendo a un livello di violenza mai visto dai tempi della Nakba del 1948, durante la quale circa il 70% della popolazione palestinese fu sfollata con la forza e più di 500 comunità furono completamente spazzate via. Infatti, per quasi quattro settimane il Regime Israeliano ha tagliato l’elettricità e limitato l’accesso a Internet, riducendo i contatti con l’esterno e nascondendo al mondo l’intera portata del suo attacco. Alcuni palestinesi a Gaza riescono ancora a mantenere qualche contatto caricando i telefoni nelle auto e utilizzando l’energia rimasta dai pannelli solari. Tra loro ci sono giornalisti palestinesi, almeno 32 operatori dei media sono stati uccisi dall’offensiva di Hamas del 7 ottobre, che stanno rischiando la vita per mostrarci la devastazione che viene loro inferta.

Eppure, nonostante l’immensità di immagini, video e testimonianze apparse nelle ultime settimane, i palestinesi si trovano ancora una volta in una posizione in cui viene loro negata l’attendibilità sulla veridicità delle proprie esperienze e vengono visti come non credibili. Ciò è stato dimostrato per eccellenza dopo l’ordine di espulsione dell’esercito israeliano per 1,1 milioni di persone nel Nord di Gaza, quando dissero al mondo che avrebbero consentito ai palestinesi corridoi sicuri per dirigersi a Sud. Eppure questi “corridoi sicuri” erano quelli che avevano bombardato, colpendo in un caso un convoglio e uccidendo almeno 70 palestinesi, compresi bambini. Indagini indipendenti hanno confermato ciò che i palestinesi avevano sempre detto: che non esistevano “corridoi sicuri” per uscire dal Nord di Gaza.

Mentre i giornalisti palestinesi sono stati straordinariamente coraggiosi e ampi nella loro copertura, troppi media internazionali hanno insistito nel dare credito ai funzionari del Regime Israeliano: per esempio, quando hanno fornito “prove” della registrazione di una conversazione tra palestinesi che rivendicavano la responsabilità dell’attentato all’Ospedale Arabo di al-Ahli. I palestinesi hanno subito sostenuto che era stato falsificato in base agli accenti e ai dialoghi. Un’indagine di Channel 4 News ha citato due giornalisti indipendenti che hanno stabilito che la registrazione non era “credibile”.

Ciò che continua a sorprendere è che un Regime riconosciuto dal diritto internazionale come Potenza Occupante, e che secondo molti gruppi per i diritti umani sta imponendo un Sistema di Apartheid, abbia la fiducia nel fornire informazioni sulle proprie atrocità. Nel frattempo, i palestinesi di Gaza vengono interrogati e messi in discussione ad ogni loro respiro. Anche i numeri delle loro vittime vengono messi in discussione, come quando Joe Biden disse di non avere “fiducia” nel numero dei palestinesi uccisi. Il Ministero della Sanità di Gaza ha pubblicato un elenco con tutti i nomi delle persone uccise insieme ai loro numeri di identificazione, che sono registrati presso le autorità israeliane.

Il Regime Israeliano continua a disumanizzare i palestinesi come parte della sua tattica volta a seminare il dubbio sulle loro testimonianze e a giustificare le atrocità che sta commettendo. Il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha affermato che stavano combattendo degli “animali” e il Primo Ministro, Benjamin Netanyahu, ha definito i palestinesi “figli dell’oscurità” in un tweet ora cancellato. Il Ministro israeliano per il Patrimonio ha addirittura ventilato la possibilità di sganciare una bomba nucleare su Gaza. Così tanta copertura mediatica è complice di questa disumanizzazione dei palestinesi, come ha esposto Mohammed El-Kurd apparendo sui media britannici. “La nostra morte è così normale”, scrive, “che i giornalisti la riportano come le previsioni del tempo”. Infatti, assistiamo spesso all’antica ginnastica linguistica per cui gli israeliani vengono uccisi mentre i palestinesi semplicemente “muoiono”.

La realtà è che i palestinesi sono stati disumanizzati a tal punto che anche quando mostrano i loro figli assassinati al mondo intero davanti alle telecamere, c’è chi continua a dire che sono responsabili della morte dei propri figli. Ma statene certi, quello a cui stiamo assistendo a Gaza è un vero Genocidio e i palestinesi lo stanno mostrando al mondo in tempo reale.

Yara Hawari è Analista Capo della Rete Politica Palestinese Al-Shabaka. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Politica del Medio Oriente presso l’Università di Exeter, dove ha tenuto vari corsi universitari e di cui continua a essere ricercatrice onoraria. Oltre al suo lavoro accademico, incentrato sugli studi indigeni e sulla storia tramandata, è una assidua commentatrice politica che scrive per vari media tra cui The Guardian, Foreign Policy e Al Jazeera English.

16/11/2023 https://www.invictapalestina.org/

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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