Piano Dalet e massacro dei Palestinesi di Deir Yassin

Mcc43.wordpress.com. A cura di Maria Carla Canta. A Deir Yassin, il 9 aprile 1948, gli abitanti arabi vennero massacrati dagli ebrei delle bande Irgun e Stern. La nascita dello Stato di Israele nel 1947-48 portò al culmine un percorso di violenza secondo le direttive di un certo Sionismo, esplicitate nel Piano Dalet.

In quel tempo la Palestina contava circa 1.250.000 Arabi, tra musulmani e cristiani, e 635.000 Ebrei. La Risoluzione 181 del 1947 era una  “raccomandazione” alla Gran Bretagna, in qualità di potenza mandataria, di procedere alla spartizione territoriale, disponendo uno stato ebraico sul 56% della Palestina e uno arabo sul 44%. Gerusalemme avrebbe dovuto essere corpus separatum, amministrato dalle Nazioni Unite.

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La partizione proposta non piacque a nessuno. I Paesi Arabi la rifiutarono palesemente. Gli Ebrei la accettarono a parole e la rifiutarono segretamente: David Ben-Gurion si vantò  di non aver mai avuto intenzione di accontentarsi dei confini del 1947. [Uri Avnery].

Il Piano Dalet è un documento completato il 10 marzo 1948, visibile nel sito Jewish Virtual Library. Poneva come obiettivo ufficiale assumere il controllo delle zone che sarebbero diventate lo  Stato ebraico di Israele. Ulteriormente, mirava alla conquista e al controllo delle zone d’insediamento ebraiche che sarebbero altrimenti rimaste inglobate nel previsto Stato arabo dei Palestinesi.
Con la formulazione “consolidamento dell’apparato di difesa” il “Piano D.” intendeva nei fatti provocare la distruzione delle aree sia rurali che urbane. Citiamo dal punto 3:

“Perché il sistema difensivo fisso sia efficace e si voglia proteggere la parte posteriore di questo sistema è necessario effettuare le seguenti operazioni:
1. Occupazione dei commissariati di polizia.
2. Controllo degli impianti governativi e fornitura di servizi in ogni regione.
3. Protezione delle arterie di trasporto secondarie.
4. Operazioni di montaggio contro centri abitati nemici situati all’interno o in prossimità del nostro sistema difensivo per impedire che vengano utilizzati come basi da una forza armata attiva. Tali operazioni possono essere suddivise nelle seguenti categorie:
Distruzione di villaggi (incendiare, far saltare in aria e piantare mine tra le macerie), soprattutto di centri abitati difficili da controllare in modo continuo.
Organizzare le operazioni di ricerca e controllo secondo le seguenti linee guida: accerchiamento del villaggio ed effettuazione di una perquisizione al suo interno. In caso di resistenza, le forze armate devono essere distrutte e la popolazione deve essere espulsa fuori dai confini dello Stato.
I villaggi che verranno svuotati nelle modalità sopra descritte dovranno essere inseriti nel sistema difensivo fisso e dovranno essere fortificati secondo necessità.
In assenza di resistenza, le truppe della guarnigione entreranno nel villaggio e prenderanno posizione al suo interno o in luoghi che consentano il completo controllo tattico. L’ufficiale al comando dell’unità confischerà tutte le armi, i dispositivi senza fili e i veicoli a motore presenti nel villaggio. Inoltre, deterrà tutte le persone politicamente sospette. Dopo aver consultato le autorità politiche [ebraiche], verranno nominati degli organi composti da persone del villaggio per amministrare gli affari interni del villaggio. In ogni regione, una persona [ebrea] sarà nominata responsabile dell’organizzazione degli affari politici e amministrativi di tutti i villaggi [arabi] e centri abitati che sono occupati all’interno di quella regione.

Il villaggio Deir Yassin sorgeva su una collina presso Gerusalemme e contava circa 600 abitanti che avevano raggiunto un accordo di non aggressione con la banda ebraica Haganah. Tuttavia, la collocazione  del villaggio nella fascia che, secondo il Piano Dalet, doveva essere conquistata segnava il destino dei suoi abitanti.
Per non violare apertamente il patto concluso, l’Haganah manda avanti altre bande ad attuare le “procedure”.  Seguiamo la ricostruzione degli eventi da The ethnic  cleansing  of Palestine dello storico israeliano Ilan Pappe.

Il 9 aprile 1948 i miliziani delle bande Stern e Irgun occupano Deir Yassin. Prima azione: bersagliare le case con le mitragliatrici uccidendo molti degli abitanti. La popolazione restante viene ammassata in un unico luogo e uccisa a sangue freddo. I corpi vengono crudelmente abusati. Un imprecisato numero di donne vengono stuprate e poi uccise. Un superstite, all’epoca aveva 12 anni, ricorda:
Ci hanno presi uno dopo l’altro. Hanno sparato a un vecchio e quando una delle sue figlie ha gridato hanno ucciso anche lei. Poi hanno chiamato mio fratello Mohammed e lo hanno ucciso davanti ai nostri occhi,  quando mia madre urlò chinandosi sopra di lui, con in braccio la mia sorellina ancora lattante, hanno sparato anche a lei. ”
Il testimone, di nome Fahim Zaydan, è un sopravvissuto; era col gruppo di ragazzi allineati contro un muro a fare da bersaglio delle raffiche sparate dai miliziani. Per divertimento, prima di andarsene.

Tenendo conto che la popolazione totale di Deir Yassin era di circa 600 persone,  la stima dei morti potrebbe essere stata di un terzo. L’incertezza dipende anche dal fatto che per le bande il popolo degli Arabi era “il” nemico e non distinguevano fra vittime inermi e morti per scontro a fuoco. Si sa per certo che gli inermi sterminati non furono meno di 93, ma il totale potrebbe aver raggiunto  il numero di 170. Ha poco senso cercare la precisione, scrive Ilan Pappe, se si pensa che fra i massacrati furono trovati i corpi di 30 bambini. 

La leadership ebraica mantenne un contegno simulatore. A epurazione conclusa, l’Haganah condannò il massacro e Ben Gurion in una lettera al re di Giordania si dirà scioccato, ma nel contempo il massacro a Deir Yassin venne sottolineato come esempio di un simile fato che sarebbe toccato agli Arabi che non avessero abbandonato le loro case e preso il volo.

La stessa sorte subirono nell’immediato 4 villaggi: Qalunya, Saris,Beit Surik e Biddu, ciascuno distrutto in poco più di un’ora. Impudentemente la leadership dell’ Haganah dichiarò di aver dovuto faticare a trattenere i miliziani da una frenesia di saccheggio al termine di ogni operazione. Del resto gli abitanti avevano dovuto fuggire all’improvviso lasciando nelle case tutti i loro averi.

Ciò che accade nei conflitti è arduo da comprendere dall’esterno, ma va ricordata la strategia del dividere il nemico. Due villaggi – Abu Gawsh e Nabi Samuil – vennero risparmiati dalla distruzione ordinata da l’ Haganah perchè in loro difesa intervennero i capi della feroce banda Stern, in quanto avevano intrecciato buoni rapporti con i notabili arabi locali. 

11/4/2024 https://www.infopal.it/

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