PIAZZE DEL SUD CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

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La mobilitazione intitolata “Le piazze del Sud” vuole essere, dovrà essere, ampia e partecipata. E le donne e gli uomini che concorreranno a costruirla, e che ne saranno perciò protagonisti, sono chiamati a viverla subito con passione, come avvio di un più complessivo percorso di lotta, conflitto e disobbedienza civile.

Si parte – non poteva essere diversamente – dalla convergente iniziativa di specifiche soggettività politiche, culturali, sociali e sindacali e dall’impegno concreto di uomini e donne da tempo impegnati nelle vertenze ambientali e sociali, e in difesa del lavoro e del reddito di cittadinanza. Ma le “Piazze del Sud” saranno fin da subito a disposizione di chiunque sta ora guardando con timore e rabbia al disegno di legge sulla Autonomia Regionale Differenziata, chiedendosi smarrito come si possa bloccarlo.

La risposta è davvero semplice: bisogna scendere in strada! Cominciando a riempire, senza tante paure e senza perdere tempo, le tante piazze, piccole e grandi, del nostro Mezzogiorno. Occorre riempirle di voci e di cartelli che dicono No al Disegno di Legge Calderoli; e contemporaneamente che nessun licenziamento deve passare, che il Reddito di Cittadinanza non si tocca, che i servizi sociali devono essere potenziati e che l’ambiente va tutelato e bonificato.

La cosa da fare, insomma, è smetterla coi piagnistei e rovesciare la passività che da troppo tempo affligge il Sud. Occorre recuperare con orgoglio la tradizione delle lotte popolari che hanno accompagnato la storia del Mezzogiorno d’Italia, battendosi nuovamente a viso aperto contro le sopraffazioni e le disuguaglianze e rivendicando ciò che sulla carta promette la nostra Costituzione quando parla di “rimuovere gli ostacoli”
che impediscono l’uguaglianza effettiva tra i cittadini della Repubblica.

Dire No alla Autonomia Differenziata e dire contemporaneamente Sì al salario minimo deciso per legge, Sì al reddito di cittadinanza per chi è senza lavoro, Sì alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente e dei Beni Comuni, Sì al potenziamento dei servizi sociali, a partire dalla sanità e dall’istruzione significa anche difendere la coesione solidale sancita dalla Costituzione repubblicana e antifascista e fare argine contro le pulsioni razziste e antimeridionali e contro i desideri malsani di secessione che s’agitano tanto al Nord quanto al Sud del nostro Paese.

Se le Piazze del Sud irromperanno davvero nell’attuale vicenda politica, sarà un bene per l’Italia intera. Solo i cretini o le persone in malafede possono pensare di “salvarsi” separandosi dagli altri. Il Nord e il Sud dell’Italia hanno bisogno l’uno dell’altro. E il Mezzogiorno d’Italia, luogo di millenaria cultura euromediterranea, rappresenta il naturale “ponte” verso tutte le sponde del Mediterraneo per attivare scambi, cooperazione, accoglienza, pace e solidarietà. Non un semplice avamposto logistico – quel che chiamano “hub” -, ma proprio una mano tesa verso popoli e culture che rappresentano la maggioranza della popolazione terrestre.

D’altronde, Il Mezzogiorno è anche un Sud tra i molti Sud del mondo, afflitto anch’esso dalla precarietà insita nell’attuale modello di sviluppo. Proprio per questo può dialogare con autenticità coi nostri fratelli e sorelle sfortunati dell’Africa e del Vicino Oriente.
È dunque con uno sguardo ampio che occorre muoversi nella mobilitazione di piazza.

Dicendo No alle logiche affaristiche della pura mercificazione della natura e degli esseri umani, e rifiutando i progetti di chi divide il mondo tra luoghi di opulenza e luoghi di scarto, diciamo, in effetti, sì alla vita e alla dignità per tutte e tutti.
E però, lo ripetiamo: le parole giuste, senza una forza e senza azioni forti non vanno lontane.

Avanti allora con le Piazze del Sud.
Per il riscatto del Mezzogiorno, per una Italia più giusta, per un Mondo più a misura di essere umano.

Loredana Marino

Laboratorio Sud

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