Quale stato di salute del pianeta, del clima e delle popolazioni

Lo stato di salute del pianeta, del clima e quello delle popolazioni sono ovviamente strettamente correlati, anche se ne possiamo essere convinti senza particolari argomentazione, come di una verità di per sé evidente, il rapporto della rivista  Lancet ‘  The 2022 report of the Lancet Countdown on health and climate change: health at the mercy of fossil fuels’1 ce ne fornisce le prove, definisce con chiarezza la drammaticità di una situazione che va oltre le più nere previsioni, come recita l’incipit dell’ executive summary2. Le sempre più gravi conseguenze del cambiamento climatico colpiscono le basi della salute umana e del benessere delle popolazioni, accrescono la vulnerabilità nei confronti di minacce concorrenti alla salute umana; questo è il punto il cambiamento climatico riduce la capacità di difendersi dalla pluralità di fenomeni che aggrediscono la salute umana.

Le sempre più gravi e frequenti ondate di calore degli ultimi anni hanno colpito la componente più fragile della popolazione mondiale, e aumentando il numero di morti correlate alle alte temperature del 68% tra il periodo 2000-04 e 2017-21, interagendo con gli effetti della pandemia Covid-193.

Contemporaneamente il cambiamento climatico favorisce il diffondersi di malattie infettive, favorendo l’emergere ed il diffondersi di nuove malattie  con l’aggravamento dovute alla compresenza di più patologie (comorbilità)4.

Ogni dimensione della sicurezza alimentare è colpita e messa a rischio attraverso una serie di processi convergenti minando alla base la salute delle popolazioni5. Il report sottolinea in ogni suo passaggio l’aggravarsi reciproco delle crisi in atto, il loro effetto sinergico, in senso negativo, in particolare con la pandemia Covid-19. Gli effetti del riscaldamento globale, che peraltro si manifesta, agiscono in modo differenziato sulle diverse regioni del globo, costituisce il contesto di ogni altra crisi, esaltandone gli effetti, contribuendo ad aggravare le profonde disuguaglianze che caratterizzano ogni formazione sociale. Il cambiamento climatico è una concausa delle crisi locali, regionali e globali del nostro tempo, con effetti convergenti sulla salute delle persone e delle popolazioni6. A fronte delle minacce crescenti nei confronti della salute umana i sistemi sanitari costituiscono la prima linea di difesa, nel contesto di una capacità dei sistemi sociali e territoriali di adeguarsi alle trasformazioni indotte dal cambiamenti climatico; situazione che richiede un incremento delle risorse messe a disposizione dei sistemi sanitari e di prevenzione assieme ad una loro profonda riorganizzazione, purtroppo ciò è avvenuto globalmente solo in minima parte7.

Si riafferma quindi la necessità -a fronte di crisi convergenti- di interventi definiti come intersettoriali8, interventi nei confronti dei sistemi globali di supporto alla vita.

Sono definizioni e concetti che rimandano da un lato all’oggetto del contendere ovvero la vita umana, dell’umanità intera che come tale va salvaguardata, laddove non può essere intesa come salvaguardia di una sola sua parte. Il richiamo è quindi alla lezione che ci deriva dalla pandemia da Sars-Cov-2, lezione che non sembra essere stata appresa dalle classi dirigenti complessivamente intesa, dal sistema capitalistico dominante in tutte le sue diverse declinazioni.

Come recita il titolo del report la salute umana è alla mercé, in balia dell’uso dei combustibili fossili, di una mancata radicale trasformazione e transizione energetica globale. Viene citato il dato secondo cui la ‘carbon intensity’ del sistema energetico globale si è ridotta del solo 1% da quanto trent’anni or sono, fu siglato l’accordo UNFCC ( UN Framework Convention on Climate Change)9 mentre la percentuale delle energie rinnovabili è l’8,2%.

La congiuntura creata dall’invasione dell’ucraina da parte della Federazione Russa ha creato le condizioni per una crescita verticale dei profitti delle società del gas e del petrolio in particolare , del settore energetico in generale. Una analisi delle strategie produttive delle prime 15 società petrolifere ci dice che accresceranno di molto il loro contributo alle emissioni climalteranti10. Come si sa e esperimenta in ogni parte del mondo l’economia basata sui combustibili fossili non solo incrementa il riscaldamento globale, ma produce l’inquinamento delle matrici ambientali con effetti convergenti con il riscaldamento globale ed effetti drammatici sulla salute umana. Il rapporto Lancet rimanda quindi alla necessità di un modello di riproduzione sociale centrato sulla salute umana, gli obiettivi sono ovviamente ‘rivoluzionari’ una inversione di 180° rispetto ai rapporti economici e sociali dominanti. Il diritto alla salute e al benessere si manifesta come sintesi dei singoli diritti e bisogni della persona umana e non potrebbe essere altrimenti. Tutti gli indicatori sulla salute delle popolazioni assieme a quelli sul cambiamento climatico e le sue conseguenze, definiscono in modo puntale e esaustivo i caratteri dei sistemi sociali dominanti, del sistema sociale dominante nelle sue diverse declinazioni.

Quando parliamo di salute umana e dell’ambiente, dobbiamo riferirci al complesso della vita sul nostro pianeta, un altro insieme di indicatori della crisi complessiva fanno riferimento alla drammatica riduzione della biodiversità al collasso vero e proprio degli ecosistemi, alla riduzione quindi di quelli che vengono definiti come servizi ecosistemici11. I servizi ecosistemici (“ecosystem services”) sono quella serie di servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo: secondo la definizione proposta dal MEA – Millennium Ecosystem Assessment, i servizi ecosistemici sono i “molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano” (MEA, 2005). La nozione di servizi ecosistemici riflette il punto di vista della società umana in rapporto all’insieme delle condizioni reti naturali e condizioni ambientali in cui essa si riproduce, purtroppo il reciproco ossia l’impatto sui sistemi naturali da parte della società ne riduce l’integrità e la capacità di riproduzione e quindi la capacità e possibilità di riproduzione della società stessa.

Il collasso degli ecosistemi ha come conseguenza non secondaria la liberazione e la mutazione di agenti patogeni che in precedenza circolavano in reti ecologiche con cui gli esseri umani non venivano in contatto se non sporadicamente. La salute umana è strettamente correlata all’insieme delle condizioni ecologiche e climatiche delle diverse regioni del globo, entro cui l’attuale formazione sociale ha operato e opera rotture drammatiche con conseguenze che si flettono in intero al suo interno. Come dice il rapporto di Lancet la situazione deve essere affrontata con una logica, strumenti e metodologie intersettoriali, la salute quindi non è cosa che possa essere considerata come un sistema a sé stante, tanto meno come una semplice filiera economica e tecnologica. La nozione di prevenzione si estende quindi all’insieme dei rapporti sociali.

Lo stato delle cose presenti ci dice che la definizione, l’affermazione del diritto alla salute, come diritto universale, della salute come bene comune, rimandano ancora una volta a pratiche conflittuali, alla necessità di una presa di coscienza dell’universalità e della globalità del diritto alla vita, alla messa in relazione di tutte le forme e i luoghi della vita tra di loro; relazione che in un modo o in altro esiste e si afferma. La messa in relazione attraverso la globalizzazione -in tutte le forme che via via essa può assumere attraverso sia l’economia che la guerra, la quale dei rapporti sociali dominati è parte essenziale- delle diverse regioni del globo a parti dell’umanità, la messa a sua disposizione dei sistemi naturali, mentre si separano e anzi si contrappongono le condizioni di vita di parti dell’umanità tra di loro, costituisce la condizione sufficiente per una giungere a quella catastrofe globale di cui ha parlato il segretario generale dell’ONU alla COP27.

Non solo il cambiamento climatico costringe masse crescenti di esseri umani alla migrazione, ma nessuna regione del globo si può salvare separatamente e contro le altre. Come le pandemie le conseguenze del degrado complessivo della vita sul nostro pianeta, superano i muri fisici, tecnologici, finanziari e militari che erigono quelle regioni che pensano di difendere le proprie condizioni di vita trasformandosi in fortezze, operando come centri regolatori del flusso di risorse necessarie alla propria riproduzione, attraverso infrastrutture diffuse globalmente con cui pensano di esercitare il proprio comando. L’esito che abbiamo sotto gli occhi è catastrofico e la competizione per il controllo di questi dispositivi globali porta alla guerra in uno stato di belligeranza permanente.

  1. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(22)01540-9/fulltext#seccestitle10.[]
  2. The 2022 report of the Lancet Countdown is published as the world confronts profound and concurrent systemic shocks. Countries and health systems continue to contend with the health, social, and economic impacts of the COVID-19 pandemic, while Russia’s invasion of Ukraine and a persistent fossil fuel overdependence has pushed the world into global energy and cost-of-living crises. As these crises unfold, climate change escalates unabated. Its worsening impacts are increasingly affecting the foundations of human health and wellbeing, exacerbating the vulnerability of the world’s populations to concurrent health threats.[]
  3. Because of the rapidly increasing temperatures, vulnerable populations (adults older than 65 years, and children younger than one year of age) were exposed to 3·7 billion more heatwave days in 2021 than annually in 1986–2005 (indicator 1.1.2), and heat-related deaths increased by 68% between 2000–04 and 2017–21 (indicator 1.1.5), a death toll that was significantly exacerbated by the confluence of the COVID-19 pandemic.[]
  4. Coastal waters are becoming more suitable for the transmission of Vibrio pathogens; the number of months suitable for malaria transmission increased by 31·3% in the highland areas of the Americas and 13·8% in the highland areas of Africa from 1951–60 to 2012–21, and the likelihood of dengue transmission rose by 12% in the same period (indicator 1.3.1). The coexistence of dengue outbreaks with the COVID-19 pandemic led to aggravated pressure on health systems, misdiagnosis, and difficulties in management of both diseases in many regions of South America, Asia, and Africa.[]
  5. The threat to crop yields adds to the rising impact of extreme weather on supply chains, socioeconomic pressures, and the risk of infectious disease transmission, undermining food availability, access, stability, and utilization. []
  6. The increasingly extreme weather worsens the stability of global food systems, acting in synergy with other concurrent crises to reverse progress towards hunger eradication. Indeed, the prevalence of undernourishment increased during the COVID-19 pandemic, and up to 161 million more people faced hunger during the COVID-19 pandemic in 2020 than in 2019.[]
  7. However, only 48 (51%) of 95 countries reported having assessed their climate change adaptation needs (indicator 2.1.1) and, even after the profound impacts of COVID-19, only 60 (63%) countries reported a high to very high implementation status for health emergency management in 2021 (indicator 2.2.4).[]
  8. As converging crises further threaten the world’s life-supporting systems, rapid, decisive, and coherent intersectoral action is essential to protect human health from the hazards of the rapidly changing climate.[]
  9. La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nota anche come Accordi di Rio, è un trattato internazionale ambientale prodotto dalla Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite, informalmente conosciuta come Summit della Terra, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992.[]
  10. An analysis of the production strategies of 15 of the world’s largest oil and gas companies, as of February 2022, revealed they exceed their share of emissions consistent with 1·5°C of global heating (indicator 4.2.6) by 37% in 2030 and 103% in 2040, continuing to undermine efforts to deliver a low carbon, healthy, liveable future.[]
  11. https://www.reteclima.it/pagamento-dei-servizi-ecosistemici-ed-ambientali-psea/ I Servizi Ecosistemici possono essere raggruppati in 3 categorie principali (alla cui base ci sono i servizi di supporto alla vita, cioè i servizi essenziali per garantire gli altri), quali:* SE di regolazione di gas atmosferici, clima, acque, erosione, prevenzione del dissesto idrogeologico, regolazione dell’impollinazione, habitat per la biodiversità;* SE di approvvigionamento di cibo, materie prime, acqua dolce, variabilità biologica;* SE culturali, quali valori estetici, ricreativi, educativi, spirituali, artistici, identitari.[]

Roberto Rosso

9/11/2022 https://transform-italia.it

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *