Spy app e stalking: per le vittime quasi impossibile difendersi
Photo by Austin Ban under the CC0 / Public Domain License
In Italia, un fenomeno oscuro ha preso piede da qualche tempo e, sempre più spesso, con conseguenze nefaste: l’uso delle app spia, strumenti digitali pensati per monitorare segretamente le attività di altri dispositivi.
Se un tempo questi software erano utilizzati principalmente per scopi di sicurezza, come il monitoraggio dei figli da parte dei genitori, oggi vengono sfruttati in modo molto più invasivo per spiare partner, amici o colleghi. Il fenomeno è in rapida espansione, con implicazioni legali e morali tutt’altro che chiare. Ma quanto è diffuso questo mercato in Italia? E come reagisce la legge?
Un mercato in forte crescita
Nel 2023, il 6% degli italiani ha dichiarato di aver usato app di monitoraggio su smartphone altrui, un dato che, sebbene sembri contenuto, tradotto in numeri assoluti rappresenta circa 3,5 milioni di persone.
Il report di Kaspersky evidenzia un picco delle installazioni di software spia proprio in Italia, dove l’uso di queste app è aumentato del 15% rispetto al 2021. Ma quali sono le ragioni di questa crescita?
La causa principale è l’onnipresenza degli smartphone, veri e propri hub digitali che contengono informazioni sensibili: dalle chat su WhatsApp, alla geolocalizzazione in tempo reale, fino alla cronologia di navigazione.
Queste app, che in parte vengono pubblicizzate come strumenti per il controllo dei figli, vengono anche utilizzate per monitorare i partner, con un impiego che sfocia spesso nel controllo abusivo delle relazioni e nello stalking. Una pratica che mette a rischio talvolta la vita stessa delle vittime o gli rovina comunque la vita.
Le app di monitoraggio più popolari sono quelle che consentono di spiare la posizione geografica, registrare le chiamate, leggere i messaggi su WhatsApp e persino attivare a distanza il microfono o la fotocamera del dispositivo. Tra le più utilizzate ci sono XNSPY, FlexiSPY e Spyzie, anche se molti utenti si affidano a software meno conosciuti che circolano su forum e canali non ufficiali.
Secondo un’indagine di Trend Micro, una delle aziende leader nella cybersicurezza, il mercato delle app spia in Italia ha raggiunto un valore di oltre 100 milioni di euro nel 2022, con una stima di crescita del 10% per il 2023.
Questo dato conferma come l’Italia sia uno dei principali mercati europei per il software di monitoraggio, con utenti che preferiscono piattaforme facili da usare e a basso costo, con abbonamenti che variano dai 20 ai 50 euro al mese. Pubblicizzati senza nascondere il fine.

I rischi legali e il quadro normativo
L’aspetto più problematico delle app spia in Italia è la violazione della privacy, un diritto costituzionale. Il Codice Penale italiano considera reato l’uso di software spia per intercettare conversazioni private, e l’articolo 615-bis punisce chiunque utilizzi mezzi informatici per intercettare, spiare o registrare comunicazioni private.
Le sanzioni per chi viola questa legge variano da sei mesi a quattro anni di reclusione. Nonostante ciò, l’uso di app spia rimane in gran parte non perseguito, soprattutto quando i crimini avvengono in ambito domestico o nelle relazioni private, dove spesso è difficile raccogliere prove concrete.
Una delle difficoltà più grandi è proprio la tracciabilità: le app di monitoraggio sono sempre più sofisticate e difficili da individuare. Inoltre, molte di esse sono acquistabili online in modo anonimo e non richiedono particolari competenze tecniche per essere installate, rendendo il loro utilizzo particolarmente insidioso.
Un report del Garante per la Protezione dei Dati Personali ha evidenziato che nel 2022 sono aumentati del 30% i casi di cyberstalking e violazione della privacy legati a software di monitoraggio, con un numero crescente di segnalazioni provenienti da donne che si sono trovate vittime di abusi da parte dei propri partner.
La risposta delle forze dell’ordine
Le forze dell’ordine italiane stanno cercando di arginare questo fenomeno, ma la situazione rimane complessa. Gli esperti di sicurezza informatica avvertono che il fenomeno è difficile da combattere, anche perché molte di queste app non solo violano la privacy, ma sono anche perfettamente legali in alcuni Paesi, come negli Stati Uniti, da dove provengono molte delle piattaforme più diffuse. Di conseguenza, non esistono restrizioni legali sufficienti per limitarne l’accesso sul mercato italiano.
Nel 2023, la Polizia Postale ha ricevuto oltre 1.200 denunce di reati legati all’uso di app spia, con un aumento del 25% rispetto all’anno precedente. Di queste, una parte significativa riguarda casi di stalking digitale e violenza psicologica.
Tuttavia, le denunce spesso non portano a risultati concreti, in quanto il reato di spionaggio su smartphone è difficile da provare senza evidenze dirette di accesso non autorizzato al dispositivo.
Il bilanciamento tra la prevenzione dei reati e la protezione della privacy è uno degli ostacoli principali nella lotta contro l’abuso delle app spia. Da un lato, la sorveglianza preventiva è fondamentale per contrastare atti di stalking o di abuso, ma dall’altro la crescente invasione della privacy pone sfide significative.
Le leggi esistenti, pur cercando di tutelare i diritti delle vittime, non sempre riescono a tenere il passo con l’evoluzione tecnologica, lasciando gli utenti vulnerabili. Le forze dell’ordine hanno a disposizione pochi strumenti legali e tecnici per fermare chi si avvale di questi strumenti in modo illecito.
Allo stesso tempo, le vittime di controllo non sempre sono consapevoli del danno subito o, peggio ancora, faticano a dimostrare le violazioni della loro privacy, rendendo difficile ogni intervento tempestivo. In questo scenario, l’educazione digitale, l’aggiornamento delle leggi e un maggiore impegno delle autorità sono essenziali per proteggere chi subisce questi abusi senza compromettere i diritti fondamentali della privacy.

Immagine: “Hunched over our phones. Spying on…” by _-ellie-_ is licensed under CC BY-NC-SA 2.0.
31/1/2025 https://diogenenotizie.com/
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!