Suor Teresa Forcades racconta il potere della “farmacocrazia”

Le azioni delle grandi case farmaceutiche, produttrici dei vaccini che servono per combattere la pandemia da Covid-19, hanno mostrato tutta la forza, non solo economica, ma anche di pressione sui governi, dimostrando come la “farmacocrazia”, a volte, si possa imporre alle decisioni sovrane degli Stati o addirittura alla democrazia stessa.

Questa situazione non è nuova, poiché nel 2009 venne denunciata questa situazione, in occasione della campagna di vaccinazione contro l’influenza suina, da parte della dottoressa Teresa Forcades, nonchè suora benedettina, teologa femminista e queer, fondatrice di Proces Constituent (partito anticapitalista e indipendentista catalano di sinistra) e attivista contro il potere delle multinazionali farmaceutiche. Suor Teresa avvertì, tra l’eccessivo allarmismo generato intorno a quella pandemia, che i suoi effetti secondari erano sconosciuti, così come i grandi interessi economici che le industrie farmaceutiche avevano in quel momento, come nel caso della commercializzazione del famoso Tamiflu dell’azienda Roche.

Non era la prima volta che Suor Teresa Forcades mette in guardia sugli interessi oscuri che guidano le grandi società farmaceutiche mondiali e sugli immensi benefici da esse ottenuti. Infatti, nella sua inchiesta intitolata The Crimes of Large Pharmaceutical Companies (Edicions Cristianisme i Justícia, 2006), ci offriva un’immagine devastante delle pressioni e degli affari dell’industria farmaceutica mondiale, al punto da sapersi imporre sulle decisioni dei governi. Si può dunque parlare di “farmacocrazia” in certi settori della politica e dell’economia internazionale che da un lato colpisce soprattutto i Paesi del Terzo Mondo, mentre dall’altro, nel caso degli Stati Uniti, il ​​potere delle grandi aziende farmaceutiche li rende un settore strategico per l’economia americana, esattamente come lo è il petrolio.

Lo straordinario potere politico ed economico delle grandi aziende farmaceutiche è aumentato dopo l’approvazione da parte del governo Reagan del Patent Extension Act (1984), noto anche come Hatch-Waxman Act, e la successiva creazione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 1994 che, come sottolineato da Teresa Forcades, l’obiettivo era quello di “garantire che la globalizzazione non minacci gli interessi del grande capitale”.

Nonostante il fatto che Medici Senza Frontiere (MSF) abbia lanciato una campagna internazionale per l’accesso ai farmaci essenziali a prezzi accessibili attraverso la quale alcuni paesi come India, Brasile o Sud Africa sono stati autorizzati a produrre farmaci generici a prezzi molto bassi per combattere l’AIDS nei paesi in nel Terzo Mondo, le pressioni dell’industria farmaceutica, che non era disposta a rinunciare agli immensi benefici dei suoi brevetti, hanno interrotto il processo. In effetti, negli ultimi anni la protezione dei brevetti farmaceutici è aumentata dal 1995 con l’Accordo sui Diritti di Proprietà Intellettuale relativi al Commercio (TRIPS), che ha avuto un impatto brutale sulla commercializzazione di antiretrovirali per combattere la malaria, malattia che causa 3 milioni di morti all’anno in Africa.

Di conseguenza, e per imperativo degli accordi WTO, dal 2005 la commercializzazione di tutti i medicinali è obbligatoriamente soggetta al sistema dei brevetti (sebbene i loro prezzi siano abusivi nel Terzo Mondo), impedendo così la produzione legale di generici molto più economici. In questo senso, Teresa Forcades si riferisce al fatto che i generici prodotti in Brasile avevano ridotto il loro costo del 79% o che un prodotto come il Fluconazolo, destinato a combattere l’AIDS, prodotto dall’azienda farmaceutica Pfizer costava tra i 14 e i 25 euro, mentre il suo generico valeva solo 0,75 euro. Come se non bastasse, le grandi aziende si sono rifiutate di commercializzare farmaci nei paesi poveri che non portavano loro benefici sufficienti (i loro margini lordi oscillano tra il 70-90%), come nel caso del retrovirale Kaletra,

Suor Teresa Forcades, che ha trascorso tre anni come medico residente al Buffalo Hospital, la seconda città più grande dello Stato di New York, è stata coraggiosa nell’affermare che l’attuale sistema dei brevetti farmaceutici favorisce gli interessi abusivi dell’industria a scapito del bene comune. Un grande caso di ingiustizia verso i paesi poveri che dovrebbero essere esentati dagli obblighi relativi alla proprietà intellettuale, soprattutto nel caso dei farmaci essenziali, per i quali è sempre più urgente orientarsi verso un nuovo e più equo sistema brevettuale mondiale.

Un altro aspetto importante denunciato da Suor Teresa è anche la ricerca farmaceutica, guidata esclusivamente dal potenziale beneficio economico che si può ottenere. Tanto che in un rapporto di Medici Senza Frontiere, intitolato Fatal Squilibrio (2001) sullo studio delle malattie trascurate, si conclude che “le malattie che colpiscono principalmente i poveri sono poco studiate e quelle che colpiscono solo i poveri non sono affatto indagate”.
Questo è quello che è stato chiamato lo “squilibrio 10/90”, ovvero solo il 10% della ricerca sanitaria globale è dedicato alle malattie che colpiscono il 90% dei pazienti del mondo (malaria, tubercolosi, malattia del sonno (tripanosomiasi africana), malattia di Chagas , Malattia di Buruli, dengue, leishmaniosi, lebbra, filariosi, schistosomiasi). Al contrario, il 90% della ricerca è dedicato ad altre “priorità” molto più redditizie come i trattamenti per l’impotenza, l’obesità e l’insonnia che colpiscono il 10% della popolazione, cioè il Primo Mondo. In questo senso, solo con la pillola Viagra, commercializzata da Pfizer, la principale azienda farmaceutica americana, già nel 2001 si otteneva un profitto annuo di oltre 1.500 milioni di dollari, cifra che ha continuato ad aumentare e che ha fatto del Viagra il principale blockbuster, ovvero il farmaco con un volume di vendita di oltre 1 miliardo all’anno nel mercato occidentale.

Per tutto ciò che è stato detto, la strategia farmaceutica delle grandi aziende sarebbe basata:
– sul marketing e sull’intensa propaganda di farmaci inutili, dannosi e persino mortali come l’antidepressivo Zoloft (di Pfizer), o i prodotti anti-colesterolo Lipoday, Chostat, Staltor (di Bayer) o gli antinfiammatori Vioxx (di Merck) o Bextra e Celebrex (di Pfizer), alcuni già ritirati dal mercato per i loro effetti nocivi; sfruttare al massimo i farmaci (compresi quelli essenziali) sotto forma di monopolio e in condizioni abusive che non tengono conto delle esigenze oggettive dei pazienti o del loro potere d’acquisto; 
– sul ridurre la ricerca delle malattie che colpiscono principalmente i poveri perché non sono redditizi per le case farmaceutiche e concentrarsi sui problemi delle popolazioni ad alto reddito, anche se non si tratta di “malattie”, come nel caso dei farmaci antietà
– e, infine, sull’obbligare le legislazioni nazionali e internazionali a favorire i propri interessi, anche a costo della vita di migliaia di persone. In questo senso, la lobby farmaceutica americana, raggruppata in PhRMA, che controlla il 60% dei brevetti mondiali sui farmaci e dei 50 farmaci più venduti, ha un ruolo determinante e diventa così una vera “farmacocrazia”.
In questo contesto, la conclusione di Teresa Forcades rappresenta una sfida per la politica e la difesa di un sistema di sanità pubblica globale veramente solidale con i bisogni del Terzo Mondo. Per frenare l’industria farmaceutica ed i suoi interessi economici, si richiede una regolamentazione politica urgente e più equa che dia la priorità al bene comune, cioè al diritto universale alla salute e non solo alla ricerca della redditività economica di alcune aziende.

Come accadde nel 2009 con la pandemia di influenza A, la situazione si è ora risollevata con la stessa durezza e intensità quando si ha a che fare con il Covid-19 e, quindi, come ci ha ricordato Teresa Forcades, è un dovere morale e politico esigere un maggiore controllo democratico e legislativo internazionale per porre fine agli abusi dell’industria farmaceutica.

Traduzione libera per Lavoro e Salute di Lorenzo Poli

24 febbraio 2021
https://www.nuevatribuna.es/opinion/jose-ramon-villanueva-herrero/poder-farmacocracia/20210207092728184293.html

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *