Trump vuole dividere Russia e Cina? Quando la cortina fumogena non riesce a nascondere la verità

È un copione trito e ritrito: quando si viene colti con le mani nel sacco, quando le bugie si scontrano con l’evidenza dei fatti, la strategia di molti è quella di negare, sviare, confondere le acque. Piuttosto che ammettere l’errore e chiedere scusa, si preferisce cambiare le carte in tavola, spostare l’attenzione su altro, creare un diversivo che allontani i riflettori dalla propria responsabilità.

In questo scenario si inserisce la narrazione, sostenuta da alcune “menti”, secondo cui l’avvio di un dialogo tra Stati Uniti e Russia sarebbe in realtà una manovra di Washington per allontanare Mosca da Pechino. L’obiettivo di Trump, secondo questa tesi, sarebbe quello di seminare zizzania tra i due giganti eurasiatici, minando la loro crescente collaborazione. Un tentativo, in sostanza, di distrarre l’attenzione dalle proprie difficoltà interne e internazionali, agitando lo spauracchio della divisione tra Russia e Cina.

Ma a chi sostiene questa tesi, che sa tanto di cortina fumogena, hanno risposto con una voce sola i ministri degli Esteri di Russia e Cina. A margine del G20 in Sudafrica, Sergej Lavrov e Wang Yi si sono incontrati per ribadire con forza la solidità del loro rapporto strategico. “Mosca e Pechino intendono collaborare in un’alleanza strategica”, ha dichiarato Lavrov, elencando una serie di consessi internazionali – dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite all’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, dai BRICS all’ASEAN e al G20 – nei quali i due paesi agiranno in sintonia.

Un messaggio chiaro e inequivocabile, rafforzato dall’annuncio dell’imminente visita di Wang Yi a Mosca. Un modo per dire che la collaborazione tra Russia e Cina non è un fuoco di paglia, né una variabile dipendente dalle mosse di altre potenze. E che, soprattutto, tentare di spostare l’attenzione con scenari fantasiosi non serve a nascondere la realtà di un asse sempre più solido e determinato a giocare un ruolo da protagonista sullo scacchiere mondiale. Un ruolo che non si costruisce sulle bugie e sugli stratagemmi, ma sulla concretezza di interessi convergenti e sulla volontà di costruire un ordine internazionale più multipolare ed equilibrato.

Marco Nesci

21/2/2025 https://www.apcinkiesta.it/

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