Un albero chiamato Vicofaro

Da alcuni anni Massimo Biancalani ha spalancato le porte della sua parrocchia di Vicofaro, frazione di Pistoia, ai migranti in transito, esclusi dai progetti di accoglienza istituzionale. Una straordinaria e fragile esperienza, animata da volontari credenti e non, a cui l’amministrazione locale di destra ha dichiarato guerra, prima con pesanti sanzioni amministrative ora con un’ordinanza (20 luglio) di sgombero. Durante il recente incontro nazionale di Recosol, don Massimo ha spiegato come Barbiana, oggi da tutti richiamata per la sua straordinaria idea di scuola, sia stata in realtà prima di tutto un’esperienza di accoglienza di bambini e bambine, ragazzi e ragazzi esclusi. Poi ha ricordato come a Vicofaro un dipinto di un albero colorato è accompagnato da una citazione di Angelo Casali, teologo: “Vorrei che le chiese fossero come un albero che non chiede agli uccelli da dove vengono e dove vanno ma offre loro ombra e cibo lasciando poi che volino via”. La filosofia di Vicofaro è tutta qui. Un articolo sulla situazione di questi giorni e la segnalazione di come sostenere Vicofaro

“La Chiesa fa accoglienza da 2000 anni e non sarà certo il comune di Pistoia a farla smettere”. Commenta così don Massimo Biancalani l’ennesimo tentativo di fermare l’opera di accoglienza – per i migranti che non possono permettersi un affitto e sono fuori dai progetti di accoglienza e cercano un tetto per pochi giorni – che da alcuni anni pratica nella sua parrocchia.

È notizia recente di una notifica di sanzione amministrativa di 20mila euro recapitata alla parrocchia di Vicofaro dove si legge che “viene ordinata la rimozione entro un mese dalla notifica del presente provvedimento delle opere e degli usi dell’edificio che non siano conformi alle prescrizioni dello strumento urbanistico, con la restituzione alla funzione autorizzata dei locali Chiostro, Deposito e Matroneo…”. Sempre nel provvedimento, tra le altre inadempienze contestate, è scritto che viene “preso atto dell’inerzia circa la presentazione di quanto necessario per la sanatoria dei lavori eseguiti senza autorizzazione, e della conseguente attuale e futura illegittimità delle opere edilizie eseguite. Questo in quanto i locali qualificati quali Chiostro, Deposito e Matroneo non potranno in alcun caso essere sanati in quali locali destinati a residenza…”. Il 10 maggio è stata perciò consegnata la multa di 20mila euro “per inadempienza e inerzia all’ordinanza del 20 ottobre 2022, e cioè relativa all’inagibilità dei locali del 2019 – spiegano i legali Elena Baldi e Fausto Malucchi che assistono don Biancalani – Inerzia che però è dovuta non alla volontà di Biancalani di non rispettare quanto richiesto, ma all’impossibilità data dalla burocrazia del comune”.

Giovanni Cicco, responsabile per la manutenzione delle strutture di Vicofaro dice che al loro geometra, dopo ripetuti tentativi, non sono stati rilasciati i documenti: “Dopo tre volte che l’abbiamo richiesta al nostro tecnico è stato detto che la sanatoria non verrà rilasciata finché i locali non saranno ripristinati… ma per ripristinarli è necessaria la sanatoria. Siamo in un vicolo cieco”. In pratica, i locali, secondo l’amministrazione comunale del sindaco Alessandro Tomasi eletto nel 2022 in una coalizione di centro destra a guida Fratelli d’Italia, devono essere adibiti esclusivamente al culto e non ad ospitare persone. Sembra sfuggire che l’accoglienza è uno dei valori imprescindibili della Chiesa cattolica, come ricordato spesso da papa Bergoglio, e che Vicofaro non è un luogo residenziale ma di transito. “Da noi i migranti sostano pochi giorni – spiega Biancalani – per poi proseguire il cammino. Solo coloro che presentano delle criticità restano e per questi soggetti sia la Regione che il Comune avevano promesso un aiuto che ancora non si è visto…”. “Il comune mi contesta il cambiamento di destinazione d’uso dei locali -continua – Per loro accogliendo i migranti avrei trasformato la chiesa in un albergo. A parte che noi facciamo tutto gratuitamente, cambiare la destinazione d’uso dei locali ecclesiastici è impossibile. È chiara la visione da parte dell’Amministrazione comunale di un approccio senz’altro diverso dal mio nella gestione dell’emergenza migranti. Mi domando: ma la chiesa in un momento di emergenza non può utilizzare i suoi locali per accogliere i bisognosi?“.

La frazione di Pistoia conta meno di 4.000 anime e nella parrocchia di Santa Maria Maggiore c’è forte tensione. Con una presenza di circa 150 migranti le problematiche non mancano ma la criticità maggiore per Biancalani è nella mancanza di aiuti e di accoglienza da parte delle istituzioni: “Molti dei migranti ospiti di Vicofaro necessitano di una presa in carico da parte delle istituzioni. Noi, come parrocchia, e la Chiesa con la Caritas, facciamo il possibile e mettiamo in campo tutte le nostre forze. L’accoglienza di base fornita a Vicofaro andrebbe coadiuvata e rafforzata, dopodiché a queste persone andrebbe offerto un percorso istituzionale strutturato per la loro integrazione. È chiaro che occorrono altre strutture, non dovrebbe ricadere tutto su Vicofaro, il problema è che non ce ne sono”. Una denuncia che è anche un grido di aiuto, già nel marzo scorso don Biancalani aveva lanciato sui social una richiesta di sostegno a fronte delle bollette aumentate in maniera esorbitante.

Oggi Vicofaro appare come una scheggia impazzita in un sistema che punta alla criminalizzazione dei migranti che con il DL 20/2023, il cosiddetto decreto Cutro, sta sviluppando la politica dei grandi centri di detenzione e rimpatrio tristemente noti su cui già tanto è stato scritto (è di alcuni giorni fa il rapporto della Coalizione Libertà e Diritti Civili, “L’affare Cpr. Il profitto sulla pelle delle persone migranti”).

Roberta Ferruti

2/7/2923 https://comune-info.net

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